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Un piccolo pullman, una ventina di persone e due accompagnatrici in nero: accanto all’autista Carlot-ta, musicista e cantante; in fondo, una benda rossa sugli occhi, l’attrice Roberta Bosetti. La partenza è dal centro storico di Vercelli: gli spettatori-viaggiatori chiacchierano finché, imboccando la strada che porta fuori città, una musica discreta invita implicitamente al silenzio e all’attenzione. Roberta si alza e attraversa il bus, iniziando a condividere memorie e pensieri: l’infanzia a Vercelli, quando andare a visitare la risaia di famiglia era un’eccitante gita domenicale, annebbiata appena dalla caccia e dall’uccisione delle rane – le zampe spezzate – in cui la coinvolgeva il nonno; ma anche il soffermarsi sulle esperienze che ci hanno plasmati, sulle persone e gli oggetti che, quasi senza accorgercene, abbiamo smarrito. L’attrice si toglie la benda e, insieme ai suoi temporanei compagni di viaggio, osserva il paesaggio: le risaie non più allagate con le piantine pronte per il raccolto, gli innumerevoli ed elegantissimi uccelli marini che paiono averle pacificamente colonizzate. Il pullman arriva a un piccolo ponte e qui la suggestione tarkovskiana finora sotterranea si fa avanti in superficie: Roberta

distribuisce bende rosse ai viaggiatori e, premurosa stalker, invita a coprirsi gli occhi, perché il veicolo si sta per addentrare in una zona pericolosa. Ecco, dunque, che l’itinerario ideato dalla coppia Cuocolo-Bosetti insieme a Carlot-ta rivela la sua intima natura di viaggio iniziatico, catartico percorso nella propria anima alla ricerca di ciò che ci ha fatti diventare ciò che siamo ma anche di ciò che abbiamo smarrito pur conservandone vivida e concreta testimonianza nel nostro modo di essere. E la catarsi avviene realmente nella seconda parte dello spettacolo-percorso: Roberta invita a togliere la benda e, distribuite carta e penna, chiede di annotare in modo anonimo qualcosa che abbiamo perduto e i foglietti, poi, saranno sepolti sulle rive del fiume Sesia, ultima tappa del viaggio. Prima, però, si scende dal pullman e si attraversa in silenzio, in fila indiana, una riserva naturale, immersi nella luce già oscura e nondimeno accecante del tramonto e spauriti dai suoni che provengono da rami e cespugli. Il suono naturalmente attutito del fiume accompagna la chitarra di Carlot-ta mentre canta La strada nel bosco, leitmotiv di questa nuova, immersiva e coinvolgente creazione dei Cuocolo Bosetti che, accompagnandoci a riconoscere labilità e causalità della nostra esistenza, ci invitano ad adottare salvifica clemenza nei nostri confronti in quanto esseri difettosi, fatalmente umani.   
E la fragilità degli esseri umani, affrontata con ficcante lievità e un certo sottile umorismo, è al centro anche di Battiti, testo scritto dalla linguista Maria Napoli, professore associato all’università del Piemonte Orientale. Renato Cuocolo ne ha allestito un’originale mise en éspace nel salotto della casa privata della stessa autrice, giocando a contraddirne didascalie e movimenti e restando tuttavia fedele all’umore della pièce. Una cena in famiglia – una donna di successo invita madre e sorella per raccontare loro di un doloroso fatto privato accadutole da poco – diviene un piccolo trattato di spensierata incomunicabilità, mal camuffato egocentrismo e mal digerito femminismo. Maternità, lavoro e indipendenza economica ma, soprattutto, la difficoltà di sentirsi pienamente realizzata sono i temi del disinvolto dialogo a tre, sostenuto con coinvolgimento e autoironia dalle tre interpreti: oltre a Roberta Bosetti – la padrona di casa –, Irene Ivaldi – la madre – e Annalisa Canetto – la sorella minore.       

Le vie dei campi, testo di Renato Cuocolo, Roberta Bosetti. Drammaturgia di Renato Cuocolo. Drammaturgia sonora di Carlot-ta. Con Roberta Bosetti, Carlot-ta. Prod.: Cuocolo/Bosetti, IRAA Theatre, Associazione d’irrigazione Ovest Sesia; con il contributo di Consorzio di bonifica della Baraggia biellese e vercellese, ATL Valsesia Vercelli, Fondazione CRV.
Battiti, testo di Maria Napoli. Mise en éspace di Renato Cuocolo. Con Roberta Bosetti, Annalisa Canetto, Irene Ivaldi.

Visti a Vercelli, l’11 e il 12 settembre nell’ambito del Festival #Ogni luogo è un teatro (Teatro di Dioniso, Cuocolo Bosetti, IRAA Theatre, Arteinscacco)

Foto di Livio Bourbon e di Enrico Demaria