Quasi un novello Cavaliere rampante, Gio denuncia la propria estraneità a una realtà in cui non è né compreso né amato, allontanandosene e compiendo una scelta clamorosa. Ma, mentre Cosimo rimane ben visibile e presente pur fra le chiome degli alberi, il co-protagonista del testo di Tobia Rossi – vincitore del Mario Fratti Award 2019 – ricerca l’invisibilità. Sistematosi in una caverna, accuratamente attrezzata, Gio – interpretato da Andrea Manuel Pagella – viene aggiunto alla lunga lista degli adolescenti scomparsi – fuggiti da casa, vittime di pedofili o commercianti di organi, le ipotesi sono le più varie e fantasiose – finché il coetaneo Mirko – Luca Vernillo De Santis – scopre causalmente il suo rifugio. Da quel momento fra i due nasce un rapporto schizofrenico e traballante, ingenuo e profondissimo, che ne modifica radicalmente la coscienza e la conoscenza di sé. Gio è scappato dalla famiglia e, soprattutto, dalla scuola, poiché vittima di incomprensioni e bullismo – i compagni lo
obbligano ad atti quanto mai umilianti – a causa della sua precoce e schietta omosessualità. Mirko, al contrario, è un appassionato lettore di manuali di auto-aiuto così da essere certo di agire sempre nel modo più “giusto” per essere accettato nella sua micro-società di adolescente. Forse vorrebbe fare il fotografo, forse vorrebbe mettersi con Sara, ma, intanto, meglio confondersi nella conformità dei compagni.
Mirko porta cibo e salviette a Gio - ma anche un filo di lucine colorate – e gli racconta quanto avviene all’esterno della caverna – la madre in sciopero della fame, gli appelli e le troupe televisive. Da parte sua, Gio racconta la sua incompresa sete d’amore e, lentamente ma naturalmente, conduce l’amico a riconoscere e a vivere la propria reciproca attrazione.
Tobia Rossi, tuttavia, non è Calvino ma neppure certi autori contemporanei particolarmente vocati al mondo adolescenziale, rappresentato certo anche nei suoi lati oscuri ma pur sempre con fiduciosa positività, quale Ammaniti; e, dunque, incorpora nel proprio copione un filo, sottile eppure saldissimo, di vibrante tensione, che fuoriesce infine alla luce nell’inattesa – quanto siamo abituati ai confortevoli happy end - e tragica conclusione.
Nascondino si rivela, così, un ritratto spietatamente realistico dell’adolescenza, un’età che soltanto il buonismo e gli stereotipi che inficiano lo sguardo degli adulti possono descrivere quale spensierata premessa alla maturità. Bisogno di affetto e di ascolto da un lato e, dall’altro, incapacità di riconoscere – e dunque accettare – il proprio io… Motivi toccati non superficialmente nello spettacolo – diretto con discreta ma solida mano da Fabio Marchisio – cui la giovane età degli interpreti – coetanei dei propri personaggi – dona ulteriore conturbante potenza, enfatizzando così la serrata fatalità di una vicenda che non prevede catarsi alcuna…
Testo di Tobia Rossi. Regia di Fabio Marchisio. Scenografie di Selena Poppy Zanrosso. Tecnico luci e suono Fabio Baresi. Musiche di Eleonora Beddini. Con Andrea Manuel Pagella, Luca Vernillo De Santis. Prod.: Giuseppe Di Falco, Montessori Brescia Soc. Cooperativa Onlus.
Visto al Teatro Cardinal Massaia di Torino il 26 febbraio 2023
Foto di Marco Foglia