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Una piccola matrioska scivola dalle mani di una bambina e cade nelle acque di un fiume. Cosa o chi vi cade dentro non ha speranza, la sua corrente è troppo forte, inghiotte e trascina tutto a riva. Impietoso e crudele, come a volte può essere il destino, che con la stessa ferocia improvvisa investe i protagonisti di questa storia: generoso solo con chi nel disperato tentativo di cambiarlo imparerà a nuotare, implacabile con chi, accettandolo con amara rassegnazione, rimarrà in balia delle sue acque per sempre. “Matrioska” - in scena presso Spazio Diamante a Roma dall’8 al 26 marzo - racconta le vicende di sette donne e cinque uomini, eroi odierni di una tragedia del presente in cui i desideri dissoluti, i rapporti di potere, il vizio e la violenza incombono rovinosamente sulle loro vite. La prima voce che sentiamo è quella di Eva, una giovane ragazza straniera che si è appena trasferita in una piccola località lombarda per cercare fortuna, e non avendo un posto dove stare, viene ospitata dalla una sua amica Mati. Anche lei ha lasciato da poco il suo paese ed è finita a lavorare in un night club gestito da Oreste, che appena conosce Eva la costringe a lavorare nella casa di piacere gestita da sua moglie.

Lì la ragazza avrà la sfortuna di incontrare Alfio, uomo disilluso, operaio burbero, padre di una famiglia disastrata. Il loro incontro sarà fatale per entrambi. Un filo invisibile lega queste due vite alle storie di altri personaggi, soprattutto ad altre donne, protagoniste indiscusse delle diverse trame che racconteranno sul palco i legami che ci possono essere tra una giovane straniera appena arrivata in italia, un nightclub, un’azienda di trasporti, una casa di piacere, uno studio di terapia e questo “buon” padre di famiglia, che a poco a poco scopriremo nascondere un terribile segreto. Frammenti di vita in bilico tra disperazione, fallimento e sconfitta.
Come per la tradizionale bambola russa, che racchiude nel proprio ventre le “figlie” più piccole, attraverso la storia di Eva si sfiorano le vite di altre donne, vittime delle loro scelte obbligate, destinate a soccombere sotto la prepotenza e la violenza degli uomini. Solo alcune avranno il coraggio di condividere la propria situazione e troveranno l’occasione e la forza di cambiare la loro vita per sempre, senza lasciarsi trascinare via dalla corrente.
La compagnia “Lo Stormo” porta in scena un buon lavoro corale, realizzato seguendo una partitura accurata, in un perfetto equilibrio tra recitazione ricercata, e l’utilizzo di una scenografia per quanto semplice - un tavolo, delle sedie e due piccoli divani dalle tinte rosso cupo - funzionale agli attori nel disegnare in più momenti, luoghi e situazioni diverse.
Nonostante la presenza di numerosi attori in scena, i diversi quadri da narrare e la molteplice eccentricità dei ruoli interpretati - singolari soprattutto nella ricerca di mimiche, gestualità, toni della voce e dialetti diversi - la caoticità non domina mai la scena, anzi è il ritmo a farne da padrone, con cambi scena visibili al pubblico, coreografati a tempo di musica e nei minimi dettagli.
Questo spettacolo ha debuttato a Roma nel 2021 all’interno della rassegna “Classici del Secolo Futuro”, un lavoro diretto da Giampiero Rappa, scritto e interpretato da giovanissimi ex allievi diplomati alla STAP BRANCACCIO Accademia di Teatro e Arti Performative: Saverio Barbiero, Claudio Cammisa, Raffaele Elmetto, Matteo Esposito, Alberto Gandolfo, Michela Nicolai, Camilla Paoletti, Fabiana Pesce, Giacinta Pittaluga, Flavia Prugnola, Diletta Ronga, Marta Savoia.