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“Mi chiamo Antonino Calderone. Ho cinquantasei anni e ho molte cose da dire sulla mafia”. Comincia così la confessione di uno dei più noti pentiti della mafia e con queste stesse parole inizia anche la pièce teatrale di Dacia Maraini che prende spunto da “Gli uomini del disonore” di Pino Arlacchi. Lo spettacolo,in scena al teatro Musco di Catania è una produzione Teatro Stabile di Catania e Biondo Stabile di Palermo. Nella pièce, con unico protagonista Pino Caruso, si raccontano le vicende di uno dei più potenti boss della mafia catanese, Antonio Calderone, seguendone in maniera ravvicinata la carriera delittuosa e in un secondo tempo la tormentata decisione e presa di coscienza di uomo che, essendosi pentito, rivela nelle sue confessioni un tono di autentica sincerità, resosi realmente conto degli efferati delitti di cui si è macchiato. Scoprendosi, nelle sue tormentate confessioni, una natura di uomo mite, tuttavia Calderone è costretto dalla sua stessa storia familiare ad accettare le regole di una famiglia, di un’omertà, pronta a macchiarsi di sangue. Paradossalmente lui non avrebbe ucciso mai, ma tuttavia finì per assistere a strangolamenti atroci, a delitti senza pietà e soprattutto all’uccisione di tre bambini, episodio che, forse, segnò per sempre, come riflessione e pentimento, la sua vita di criminale, tanto da indurlo a non essere più mafioso e chiudere con il passato. Anche l’uccisione del fratello, nel corso della guerra contro il clan Santapaola, lo indusse a cambiare vita, a ridurre la sua partecipazione attiva alle imprese mafiose e a fuggire in Francia dove avviò con la moglie una attività di lavanderia, trascorrendo finalmente dei giorni tranquilli, normali, fino a quando venne arrestato, proprio in Francia e, dopo alcuni mesi di galera, decise di collaborare con la giustizia e di sottoporre quindi al programma di protezione se stesso e la sua famiglia. Il giudice Giovanni Falcone si recò più volte in Francia per ascoltare le sue clamorose rivelazioni che portarono a numerosi arresti. Sulla scena (la stanza in cui il pentito Calderone narra la sua vita, le sue atrocità ed i suoi pentimenti di uomo), si muove tra tuoni, scrosci di pioggia, silenzi assordanti, un convincente Pino Caruso che per circa un’ora di rappresentazione affascina il pubblico con una recitazione intrisa di momenti di vera drammaticità e umanità. Per Caruso, oltre che interprete anche regista della pièce, una vera e propria prova d’attore, in cui fa vivere allo spettatore forti emozioni, attraverso la storia del pentimento di un mafioso. Applausi del pubblico per uno spettacolo il cui tema è sempre di grande attualità.