I luoghi della Resistenza a Cologno Monzese “Qualcuno deve pur lottare” Così rispondeva, Antonio Fanzel, alla moglie quando lei gli diceva di non andare agli scioperi, gli chiedeva di pensare ai figli ma il miglior modo per pensare ai propri figli è proprio quello di lottare, di non dimenticare, di protestare. Il miglior modo è, non rimanere indifferente. Gramsci in un testo del 1917 diceva proprio questo: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. (La città futura l’11 febbraio 1917) Vivere significa partecipare, la direttrice della Biblioteca Civica di Cologno Monzese, racconta il percorso che ha permesso di realizzare un’iniziativa di teatro canzone per le vie della città, in particolare, la sezione di storia locale, curata da Paola Domina, ha messo a disposizione della compagnia ATIR TEATRO RINGHIERA, i documenti e le testimonianze dei deportati e dei loro parenti. Un percorso fatto di racconti, testimonianze, canzoni, testi tratti da Antonio Gramsci, Italo Calvino, Umberto Eco, Sandro Pertini, lettere scritte dai deportati. Testimonianze
dolorose di chi ha visto la propria vita chiudersi in atti di violenza a lungo subiti. Un percorso a tappe, vissuto con grande partecipazione di cittadini, a testimonianza del fatto che le persone hanno voglia di incontrarsi, di ascoltare le testimonianze, (“libertà è partecipazione”) in un momento storico in cui ancora oggi perseverano e perdurano tentativi di revisionismo e negazionismo, anche da parte di chi dovrebbe rappresenta le Istituzioni. Il percorso in cinque tappe ha permesso di ricordare e raccontare momenti della vita colognese durante la lotta al nazifascismo. Date significative e memorie di drammi. Cinque gennaio 1944, nel giro di pochi minuti, tutte le strade di Cologno furono presidiate da fascisti armati, pronti a sparare su qualsiasi persona che si avventurasse in strada o che si affacciasse alla finestra. Un gruppo di fascisti fece irruzione nell’Osteria del Cantinone in via Piave, con l’intenzione di catturare giovani ardimentosi. Spararono contro Aldo Nava che, intento a bere un caffè al banco, si girò di scatto tentando di scappare; poi sotto la minaccia delle armi, caricarono sul camion una quindicina di giovani presenti nel locale. Ventinove luglio 1944 un gruppo di circa duecento donne protestò contro il Segretario Comunale e il Podestà per la mancata di distribuzione della carne che si protraeva da lungo tempo. Grazie a questa protesta il primo agosto tutta la popolazione ebbe quanto gli spettava. Ventisette marzo 1944 Antonio Fanzel era appena tornato dal lavoro, stava mangiando, quando arrivarono i carabinieri e lo arrestarono, lasciando la famiglia sgomenta e angosciata. In strada, tra via Fontanile e piazza Castello, i carabinieri consegnarono Antonio alla milizia, che attendeva con una camionetta. La terza tappa del percorso teatrale, è dedicata alla pietra d’inciampo proprio in memoria di Fanzel. In Europa ne sono state installate oltre settantamila, mentre in Italia quelle presenti sono più di duemila, si tratta di un’iniziativa lanciata nel 1992 dall’artista tedesco Gunter Deming. Sono blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone, posti davanti la porta della casa dove abitavano i deportati.
Il percorso continua con una tappa al cippo dei deportati colognesi, le cui storie si possono leggere nella sezione di storia locale nel sito della biblioteca civica, da anni Paola Domina raccoglie con amore e dedizione, queste storie e svolge anche un’attività educativa con le scuole del territorio. Ultima tappa Villa Casati, conclusione della parata con il coinvolgimento delle nuove generazioni un particolare ringraziamento all’insegnante Luciana Sollecito, che ha sempre coinvolto i suoi alunni in iniziative di carattere sociale e civico, si può fare scuola con passione e dedizione curando le menti e il cuore dei ragazzi, e non solo i quaderni e per questo motivo un ringraziamento a lei e ai tanti insegnanti di Cologno che negli anni hanno dedicato il loro tempo aderendo al progetto di storia locale. Un ultimo grazie quindi alle studentesse della scuola primaria “Calvino”, Silvia Marku, Alice Basso, Ludovica Capone, Sara Roubil, Elisabeth Angiletta, che hanno letto brani tratti da: “La Costituzione raccontata ai bambini” di A. Sarfatti, “Lo Stato siamo noi” di Marconi-Guicciardini e da Gianni Rodari. Gli attori della compagnia ATIR hanno letto con la passione e l’emozione che sempre contraddistingue ogni loro iniziativa. Stefano Orlandi, Matilde Facheris, Sandra Zoccolan, accompagnati da due musicisti Matteo Curatella alla fisarmonica e Marta Pistocchi al violino hanno animato e regalato momenti di vera commozione. Da molto tempo ATIR, svolge un’attività teatrale, “dentro la realtà, dentro al tempo, spunto di riflessione dell’oggi: un teatro popolare di qualità in cui i grandi classici e le drammaturgie contemporanee si intersecano per restituire una visione possibile del presente, un teatro capace di attirare a sé categorie di pubblico molto variegate e trasversali”. Non solo sognare, ma fare e vivere, imparando a fare sogni che si possono realizzare. Qualcuno deve pur lottare.
Cologno Monzese, 22 aprile, 2023