Con questo suo agile volumetto, che raccoglie riflessioni che coprono un lungo arco temporale e così in fondo dando ad esse un esito e una finalità coerente, Marco De Marinis del regista/non regista polacco coglie con intelligenza il movimento topico della sua diversificata ricerca, quella evoluzione che alla fine lo farà diventare uno dei più grandi non-drammaturghi della storia del teatro mondiale. Quel suo superare, appunto, del teatro il momento della rappresentazione, un momento in cui, nella sua apparente prevalenza percettiva, estetica, culturale e storico-sociale sembrava essersi per così dire 'esaurito', come già con sofferenza aveva denunciato il profeta Artaud. Lo fa affrontando quattro aspetti diversi ma convergenti della decennale 'ricerca' di Jerzy Grotowski (termine appropriato nelle sue mille sfumature) e alla fine approfondendo in appendice il rapporto di questa ricerca, e anche personale, con un altro grande maestro di un analogo approccio, che in entrambi guarda verso il lontano passato del teatro e insieme verso il suo futuro possibile, cioè il meno conosciuto ma altrettanto singolare nelle sue conclusioni Alessandro Fersen, il creatore del “Mnemodramma”. Un teatro che mette al centro l'uomo attraverso l'attore, a partire dai comuni riferimenti agli esiti e alle riflessioni del lavoro del primo e del secondo, così li definisce De Marinis, Stanislavskij. Un libro, pubblicato nella collana Faville di Editoria & Spettacolo, che si legge volentieri, anche perché arricchito da uno sguardo personale e spesso coinvolto, utile a richiamare temi della storia del teatro essenziali e che rinnovano domande impegnative ma, per questo forse, talora messe a lato del nostro vedere oggi il teatro.
Jerzy Grotowski Il superamento della rappresentazione
di Marco De Marinis
Editoria e Spettacolo 2023
pagg. 174 € 15,00