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Al Teatro delle Moline di Bologna dal 28 novembre al 10 dicembre Chi resta ideazione e regia Matilde Vigna, Anna Zanetti


con Daniela Piperno, Matilde Vigna
video Federico Meneghini
progetto sonoro Alessio Foglia
musiche originali spallarossa
luci Umberto Camponeschi
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

durata 60 minuti

prima assoluta

martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 21.00| mercoledì ore 19.00 | domenica ore 18.30

Una figlia attraversa l’esperienza dolorosa della perdita della madre: è il racconto di Chi resta, il nuovo lavoro firmato da Matilde Vigna attrice due volte Premio Ubu e Premio Eleonora Duse 2021 (menzione speciale come attrice emergente), alla sua seconda prova da autrice e regista dopo il successo di Una riga nera al piano di sopra, qui affiancata nell’ideazione del progetto e nella regia da Anna Zanetti. Interprete insieme a Vigna è un nome importante della scena e del cinema italiani, Daniela Piperno. 

La produzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale sarà in prima assoluta al Teatro delle Moline di Bologna dal 28 novembre al 10 dicembre.
I video sono di Federico Meneghini, le musiche originali, composte a partire dal testo, di spallarossa in dialogo con il progetto sonoro di Alessio Foglia e il disegno luci di Umberto Camponeschi. 

Nella collana Linea, pubblicata da ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore, uscirà Chi resta. Due pezzi sulla perdita, che comprende anche il testo Una riga nera al piano di sopra, candidato al Premio Ubu 2022 come Miglior novità drammaturgica italiana. La collana Linea è curata da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.
Mercoledì 6 dicembre, dopo lo spettacolo, la critica teatrale e docente Rossella Menna e Matilde Vigna presenteranno il volume.

«Questo spettacolo non parla della morte, parla di noi dopo la morte» commentano Matilde Vigna e Anna Zanetti, «di chi resta, e di chi “va in cielo” come ci dicevano da piccoli, e compie quel viaggio misterioso e incomprensibile per chi rimane solo sulla terra». 
In scena una distesa di macerie: polvere, regolite lunare, il suolo di un pianeta sconosciuto. Sotto questa coperta di cocci c’è Matilde con la sua voce (“mamma?”), prima fioca, che poi cresce e si fa sempre più forte. È di una giovane donna che non sarà mai madre, non è più una figlia perché ha perso l’ultimo genitore e rimane sola a ricostruire una propria vita a partire dai frammenti della vita precedente. C’è un dolore che diventa protagonista – in assenza di un altro essere umano che reclami le sue cure e il suo tempo con urgenza – un dolore insopportabile, insostenibile, che riporta all’infanzia. I ricordi arrivano all’improvviso, inattesi, e si fanno concreti, perché la madre è sempre presente, tra le piccole cose della vita di prima, e adesso compare, come per magia, per aiutare la figlia a uscire dalle tenebre, apparentemente senza fine. 

Chi resta affronta anche il tema urgente e attuale della solitudine di una generazione, esperta ed efficace nella comunicazione, ma con evidenti problemi relazionali, delle responsabilità che la sommergono, della grottesca burocrazia post-mortem e di un dolore che divora tutto.

Continuano Vigna e Zanetti: «Matilde ha 37 anni e non ha figli – per una menopausa anticipata, perché è omosessuale, perché non ha trovato un compagno stabile, perché la tecnologia che glielo permetterebbe anche da sola la lascia perplessa, perché aderisce al movimento di estinzione volontaria. La Figlia quindi non è più figlia, ma nemmeno madre, né mai lo sarà.
La Madre però è sempre, ancora lì e ci accompagna in un fantastico viaggio interstellare, oltre la gravità terrestre fino ai buchi neri: un viaggio scientifico, narrativo e visivo».
Un lavoro dall’atmosfera a tratti cruda, a tratti onirica, sempre fortemente emotiva; di forte impronta ritmica, che alterna dialoghi serrati a immagini poetiche, affrontando il tema della perdita in maniera ironica. Le immagini racchiuse nel testo si sviluppano attraverso la relazione in scena tra due attrici, nella cornice di un paesaggio cosmico fatto di video, luci e sonorizzazioni.

Come è accaduto per Una riga nera al piano di sopra, il testo è una scrittura originale costruita a partire da esperienze personali ma anche da numerose interviste, letteratura saggistica sulla morte in occidente (autori come Byung-chul Han, Philippe Ariès, Ines Testoni), narrativa (Paul Auster, Joan Didion, Annie Ernaux, Peter Handke) e la musica a tema spaziale di David Bowie, Jamiroquai, Beatles, Boards of Canada, Lucio Corsi, spallarossa, che rimanda al tentativo quasi infantile di cercare i propri morti tra le stelle. 
Altri riferimenti letterari, cinematografici, teatrali e musicali che hanno arricchito questo lavoro sono: Simone de Beauvoir con Una morte dolcissima, Matteo Nucci e il suo Sono difficili le cose belle, Tre sorelle di Anton Čechov, Lo zoo di vetro di Tennessee Williams; e ancora Laura Imai Messina, Nancy Sinatra, Yojiro Takita.

Chi resta
ideazione e regia Matilde Vigna, Anna Zanetti
con Daniela Piperno, Matilde Vigna
video Federico Meneghini
progetto sonoro Alessio Foglia
musiche originali spallarossa
luci Umberto Camponeschi
dramaturg Greta Cappelletti
consulenza, scene e costumi Lucia Menegazzo
consulenza scientifica dott. Matteo Nobili
scene costruite nel Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttore Sergio Puzzo
scenografa decoratrice Benedetta Monetti
direttore tecnico Massimo Gianaroli
capo elettricista Sergio Taddei
fonica Manuela Alabastro
sarta Elena Dal Pozzo
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con La Corte Ospitale

elaborazione immagine astronauta Antonio Visceglia
foto di scena Luca Del Pia

Personaggi e interpreti
MADRE Daniela Piperno
FIGLIA Matilde Vigna

Teatro delle Moline Via delle Moline, 1/b, Bologna

Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti: da 7 € a 15 € esclusa prevendita
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00
Tel. 051 2910910 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | bologna.emiliaromagnateatro.co