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L’osservazione di questo spettacolo incomincia già dal titolo: le sovrimpressioni, nel gergo televisivo o cinematografico, sono, in genere, sovrapposizioni di testi sull’immagine. Durante lo spettacolo ci chiediamo cosa intendano Daria Deflorian e Antonio

Tagliarini con questa parola e con questo titolo. Sicuramente si sovrappongono due immagini, quella degli attori in scena e quella degli attori a cui si sono ispirati, ma nello stesso tempo dietro la finzione c’è uno smascheramento costante, o meglio, una svestizione dovuta e necessaria che interessa sia gli attori reali che quelli cinematografici. Quella in scena presso Sala Assoli a Napoli, dal 9 all’11 febbraio, è una performance liberamente ispirata al film felliniano del 1986, Ginger e Fred, due pseudonimi che utilizzano i due personaggi, Amelia Bonetti e Pippo Botticella, a loro volta interpretati da Giulietta Masina e da Marcello Mastroianni, spiegando così una prima fase del concetto di “sovrimpressione”. In fotografia (analogica) la sovrimpressione sovrappone due immagini reali creandone una irreale, e questo concetto rappresenta un vero e proprio filo conduttore all’interno di questo spettacolo.  È evidente che Deflorian/Tagliarini non vogliano imitare, interpretare, scimmiottare i due protagonisti felliniani, bensì vogliano ispirarsi alla loro storia, ossia quella di due artisti del cabaret, ormai a riposo, che vengono recuperati e richiamati, in tarda età, per una puntata “revival” in televisione.  Emerge, dunque, la consapevolezza da parte dei due attori teatrali, in scena e reali, che il percorso degli artisti necessiti di una pausa di riflessione, soprattutto quando il cammino si è intrapreso e svolto in coppia, durante tutta la vita artistica. La compagnia, infatti, nasce nel 2008, unendo la professionalità della Deflorian e la preparazione legata anche alla danza e alla coreografia di Tagliarini. Lo spettacolo in scena a Napoli nasce nel 2021, quindi non è del tutto recente, ma ancora una volta fa parte di un progetto che si estende ad altri spettacoli futuri e a lavori cinematografici, legati anche alla figura di Jacopo Quadri. Durante le repliche napoletane, infatti, è stato presentato anche il volume di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, a cura di Rossella Menna, dal titolo Tre film. Cinque drammaturgie dedicate al cinema, pubblicato da Luca Sossella Editore, in prima edizione nel 2022.
L’allestimento scenico prevede la presenza del pubblico a tutto tondo, ossia gli attori si muovono al centro del palcoscenico o dello spazio previsto, seduti alle due estremità di un lungo tavolo da trucco. Gli spettatori, dunque, si siedono attorno a questo tavolo, osservano sia dalla platea, sia dallo stesso palcoscenico, attraverso punti di vista che si estendono a 360 gradi. I due protagonisti in scena devono prepararsi: sappiamo, dalla lettura del foglio di sala e dai comunicati stampa, che l’immagine di riferimento è quella di Ginger e Fred. I nostri attori si mettono a nudo, cominciando la loro conversazione in abiti quotidiani, in attesa di indossare quelli di scena. Il concetto di svestizione e quindi del “mettersi a nudo” è fondamentale all’interno di questo percorso, poiché i due attori mettono a nudo i loro ricordi, recuperano le loro emozioni, si rendono conto che il viaggio sta deviando e propongono le loro perplessità, condividendole con il pubblico. La sovrimpressione, ritornando al titolo, è qualcosa che viene sovrapposto e collocato nella natura più profonda di ogni attore, ossia la sovrapposizione su di sé di ogni personaggio che esso interpreta.
 Il dialogare dei due attori in scena è costruito attraverso una profonda naturalezza che, a tratti, sembra quasi sfiorare l’improvvisazione o la risata e la battuta spontanee. Due attrici, Cecilia Bertozzi e Chiara Boitani, convivono, in silenzio, in scena con i due attori e si dedicano a loro, truccandoli, acconciandoli e preparandoli per lo spettacolo vero e proprio, attraverso un processo lentissimo che permette la conversazione tra i due. Il rovesciamento dello spettacolo, elemento e tendenza che spesso compare in scena, mostra a ritroso ciò che c’è dietro due attori, due personaggi riconosciuti e riconoscibili, cosa si nasconde dietro una vita artistica che, come la vita reale, può subire delle deviazioni, dei decolli e anche delle pause. I due attori regalano al pubblico i loro pensieri, le loro riflessioni, a volte come soliloqui, a volte con dei veri e proprio dialoghi, permeati di ironia, di spensieratezza, ma spesso anche di nostalgia e di sfumature dolorose. L’obiettivo di ogni artista è di arrivare sulla scena, di sorprendere,  di vivere e far vivere delle emozioni, ma se Ginger e Fred si rendono conto che la vecchiaia scenica è giunta e una puntata televisiva non riuscirà a far tornare i vecchi tempi, anche Deflorian/Tagliarini si rendono conto che qualcosa sta cambiando e ne rendono partecipe il pubblico. 
Questo spettacolo, che possiamo definire personale e non, in bilico continuamente tra realtà e fantasia, tra concretezza e immaginazione, sembra delineare le sfumature della vita degli attori e alla fine l’immagine che ne emerge è quella di due personaggi che giocano con la loro vita. La donna si accascia su un divano con una bottiglia di whisky in mano, rifiutando di indossare l’abito bianco di scena appartenuto a Ginger, l’uomo indossa lo smoking e volteggia sul palcoscenico, sebbene scivoli spesso, inciampi, cada. La degenerazione della loro immagine, rappresentata in effetti nel film di Fellini, qui in scena sembra scaramantica. I nostri due attori guardano al futuro insieme, ma comprendono che quell’immagine decadente potrebbe essere quella in cui cadranno anche loro. Pertanto, alcune riflessioni e alcune scelte, anche drastiche, a volte possono rivelare un cambio di rotta proficuo. In attesa, dunque, del percorso che vorrà intraprendere la Compagnia Deflorian/Tagliarini, applaudiamo ad uno spettacolo fortemente costruito su parole e testo, ma anche su immagini e movimento, su riflessioni artistiche e personali.

SOVRIMPRESSIONI
Sala Assoli, Napoli
9-11 febbraio 2024
un progetto di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
liberamente ispirato al film Ginger e Fred di Federico Fellini
e con Cecilia Bertozzi e Chiara Boitani
assistente alla regia Chiara Boitani
disegno luci Giulia Pastore
costumi Metella Raboni
direzione tecnica Elena Vastano
una produzione A.D., Santarcangelo Festival
produzione, organizzazione, amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani, Grazia Sgueglia
comunicazione Francesco Di Stefano
residenze Ostudio Roma, Carrozzerie | n.o.t
un ringraziamento a Esmè Sciaroni e Samantha Giorgia Mura

Foto Greta de Lazzaris