Pin It

Sei ore in teatro, dalle 16 del pomeriggio fino a tarda sera. Una maratona in otto tappe, tante quanti sono gli Atti unici scritti da Anton Čechov, portati per la prima volta in scena nella loro totalità in un progetto ideato, prodotto e realizzato dalla

Fondazione Teatro Due di Parma. Un cartellone specifico all’interno della stagione “ordinaria” del teatro parmense - diretto da Paola Donati - e concentrato in circa due mesi: dal 9 gennaio, data del debutto dei primi due atti unici, al 24 febbraio, giorno in cui è prevista l’inedita maratona. Venticinque gli attori coinvolti nel progetto - Roberto Abbati, Massimiliano Aceti, Alberto Astorri, Francesco Biscione, Giovanni Carta, Lidia Castella, Stefano Gragnani, Stefano Guerrieri, Irene Paloma Jona, Pino L’Abbadessa, Dino Lopardo, Mauro Malinverno, Andrea Mattei, Alberto Melone, Luca Nucera, Salvo Pappalardo, Fabio Pasquini, Franca Penone, Bruna Rossi, Antonio Rosti, Massimiliano Sbarsi, Francesca Somma, Francesca Tripaldi, Pino Tufillaro, Pavel Zelinskiy – diretti da quattro registi – lo stesso Abbati e poi Nicoletta Robello, Antonio Rosti e Matteo Tarasco. 
Gli otto Atti unici - Sulla strada maestra, I danni del tabacco Tragico suo malgrado, L’Orso, L’anniversario, Una domanda di matrimonio, Il canto del cigno e Le nozze – furono composti da Čechov fra il 1884 e il 1891, un po’ per guadagnare qualche copeco - a quei tempi egli era uno squattrinato studente di medicina – un po’ per sperimentare stili e situazioni. 
Gli Atti Unici sono, infatti, brevi studi drammatici, caratterizzati da uno spirito spiccatamente farsesco e ironico, ispirati all’universo del vaudeville e, nondimeno, pervasi da quella malinconica compassione per la fragilità umana che sarà la cifra dei drammi “maggiori” dell’autore russo. Queste deliziose miniature, d’altronde, non sono che i primi boccioli della successiva fioritura drammaturgica di Čechov - Il Gabbiano, Zio Vanja, Le tre sorelle e Il giardino dei ciliegi.
Gli otto componimenti teatrali tratteggiano microcosmi e personaggi esemplari di vizi e virtù umane: ossessioni, idiosincrasie, passioni, vezzi, estrosità. Lo sguardo attento e curioso dello scrittore-scienziato Čechov sa cogliere le infinite sfumature dell’umanità, dipingendole ricorrendo a tinte naturali e brillanti. L’autore, inoltre, non soltanto dà prova della propria acuta e sensibile capacità di auscultare la realtà in cui era immerso, ma dimostra di possedere un’inarrivabile abilità nell’intessere dialoghi caratterizzati da battute fulminanti e inattese e da un ritmo mai stanco. Non è, dunque, un caso che fin dalla loro prima pubblicazione gli Atti Unici cechoviani ottennero grande successo, tanto che gli attori se l contendevano per le loro serate d’onore. 
Merito, quindi, al teatro Due di Parma per aver concepito questo inedito progetto: un’occasione unica per immergersi nella genialità compositiva e nella profondità introspettiva del drammaturgo russo, maestro di teatro e di umanità.  

Foto di Andrea Morgillo