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Talvolta il “dover essere” sociale è talmente ingombrante da schiacciare inesorabilmente il nostro essere. Una constatazione, banale se si vuole, che di certo non indica una novità nella millenaria storia dell’uomo, ma che oggi ha una nuova e

particolare connotazione: viviamo immersi, come pesci in un acquario, in un flusso continuo e pervasivo di comunicazione che è impossibile vedere e dal quale è impossibile venir fuori. Un flusso di comunicazione che, proprio in ragione di questa sua continua abbondanza non può che essere bugiardo, strutturalmente violento. Come si reagisce a questa pressione? Ognuno trova un modo certo, il suo modo, ma c’è anche chi non reagisce (o non reagisce più) e semplicemente si ritrae, si chiude in una stanza e basta, si autoesclude dalla battaglia sociale, da ogni forma di competizione. Un fenomeno tangibile nelle vite di molti giovani e adolescenti. Si tratta del fenomeno, inquietante e in rapida diffusione anche nel mondo occidentale, degli Hikikomori: parola giapponese che indica i giovani e gli adolescenti (a centinaia di migliaia) che magari silenziosamente adottano questo tipo di comportamento. Questo è dunque il punto di partenza concettuale, se si vuol comprendere “Crisotemi – Hikikimori ad Argo”, lo spettacolo di e con Alessandra Fazzino, costruito su testo di Francesco Randazzo. Si tratta di uno spettacolo apparentemente esile ma nel suo dispiegarsi, nel suo scendere fino a profondità insondabili dell’animo giovanile, si rivela di grande intensità concettuale e molto sofisticato. Anzitutto è notevole la naturalezza con cui si mettono in correlazione la figura mitologica di Crisotemi (la figlia più piccola di Agamennone e Clitennestra dopo Oreste, Elettra e Ifigenia), un personaggio umbratile, dimesso, silenzioso, assimilato dal drammaturgo alla figura degli hikikomori che ci arrivano dall’osservazione del mondo giovanile, nella più spiazzante dimensione della contemporaneità. Un collegamento efficace, interessante, ma soprattutto di vertiginosa e affascinante ampiezza: si tratta – ancora una volta - di scandagliare il mito classico per trovare in esso degli archetipi culturali e comportamentali che possano parlare a noi, parlarci dell’umanità, parlarci dell’oggi. Crisotemi si dibatte invano timida, spaventata, irrisolta, silenziosa, tra le figurazioni (o le prepotenti fantasmagorie) dei fratelli delle sorelle e delle loro vite scatenate, mangiate a morsi e piene di senso. Senso vitale, ovvero: assertività e auto-assertività, desiderio di giustizia e voglia di affermazione, spirito di vendetta, prepotenza, violenza, virtù guerriera e virtù politica che non sanno stare ferme ad aspettare il passo falso del nemico.  Nulla di tutto questo in Crisotemi chiusa nella sua stanzetta, stanca di indignarsi, stanca di ribellarsi, spaventata da qualsiasi (falsa) novità. Uno sguardo teatrale che sa essere un bisturi nella carne viva della realtà. Tuttavia la qualità maggiore di questo lavoro si trova nell’uso della scrittura corporea nel disegno di Crisotemi. Alessandra Fazzino viene dal mondo della danza e questo dato, ben consolidato nell’evolversi del suo percorso artistico, le assegna un’attenzione particolarissima e una consapevole sensibilità nella definizione del gesto, del movimento, della sostanza emotiva e culturale di ogni minimo segmento del suo corpo che si muove nello spazio e dello spettacolo nel suo insieme. Non è poco e mette al riparo questo lavoro da quel patetismo che è sempre in agguato quando si tratta di giovani e del mondo che è loro connesso. Visto a Palermo, Spazio Franco, venerdì primo marzo, nel contesto della rassegna “Scena Nostra ‘24”.

Crisotemi - Hikimori ad Argo. Palermo Spazio Franco 01  e 02 marzo 2024. di Francesco Randazzo. Interpretazione e regia di Alessandra Fazzino. Assistente alla regia: Tatu La Vecchia. Collaborazione artistica: Riccardo Rizzo, Miriam Scala. Scene e costumi: Bianca Desini, Alessandra Fazzino. Scrittura fisica: Alessandra Fazzino. Elaborazioni musicali: Daniele Martorana. Light designer: Vittorio Di Matteo. Voci registrate: Alessandra Fazzino, Francesco Randazzo. Video di Giuseppe Galante. Crediti fotografici: Marta Puglisi. Ufficio stampa: Marta Cutugno. Produzione: Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri