Antonio Moresco è scrittore profondo dalla vocazione drammaturgica tardiva ma 'robusta', già custodita nella sua passione per la scrittura ma a lungo come impedita da quella che lui ha sempre considerato una mancanza di adeguata ricezione da
parte del mondo del teatro, almeno in Italia. Così nella presentazione di questo volume, uscito quest'anno per Luca Sossella editore, lui stesso la interpreta: “Prima dei due testi pubblicati qui era molto tempo che non scrivevo per il teatro, per ragioni mie creative ma anche per ribellione, perché nel mondo teatrale italiano aleggiava in quegli anni un sospetto nei confronti degli 'scrittori' che osano scrivere per il teatro”. Del resto che una tale diffidenza, che seguiva una crociana sottomissione alla letteratura, sia stata e sia uno dei limiti della nostro teatro, tra regista e attore, è un dato assai sentito, soprattutto dai drammaturghi per così dire 'puri' o 'letterari'. Ma questo ritorno non vuole essere una 'rivalsa' quanto piuttosto un atto di coraggio di Antonio Moresco verso sé stesso e anche verso il Teatro. Il bel volume di cui parliamo ci offre gli ultimi suoi due lavori di drammaturgia, “Il buio” e “Passione e morte di un burattino”, che nascono anche dall'ascolto che EmiliaRomagnaTeatro ha saputo prestare a questo drammaturgo, nascosto nell'ormai anziano letterato famoso soprattutto per i suoi romanzi. I due testi, che seguono “La santa” del 2001 e le successive versioni teatrali di “Canti del Caos”, ruotano anch'essi intorno al mistero 'illuminante' (e non è un paradosso) della “santità” espunta dalla vita e dall'anima contemporanea come conseguenza irreparabile del ripudio della morte e del male (tra Dio e il suo angelo prediletto Lucifero), che pure entrambi persistono ma ormai non elaborati in catarsi, e infettano così sempre di più l'oggi. È un atto di coraggio, che si irrobustisce nella scelta di essere anche il regista della loro messa in scena a Bologna, da parte di chi confessa di non conoscere i meccanismi della direzione scenica, ma che pure mostra di intimamente padroneggiarli, perché in fondo la sua parola è soprattutto 'visione' (ricordiamo il luogo del guardare) nel sottile diaframma tra luce e ombra, come nel migliore teatro di figura. Vale la pena di proporre una ulteriore citazione, stavolta dalle note di regia: “Non ho abilità scenica, non ho il mestiere, non conosco gli artifici del teatro, non so come si fa a mandare in visibilio altri umani che si pongono di fronte alla tua visione nella condizione apocalittica di spettatori” Eppure...
Il volume, uscito per la collana “Linea” di Sossella a cura di Segio Lo Gatto e Debora Pietrobono, contiene anche una serie di interessanti interventi critici che lasciamo alla curiosità dei lettori. Un libro significativo che fa conoscere una drammaturgia che vive ed è vissuta negli interstizi profondi di una vita e di una scrittura poco conosciuta. Da fortemente consigliare.
Sacra follia
Il buio, Passione e morte di un burattino
di Antonio Moresco
Luca Sossella Editore, 2024
pp. 105 Euro 12,00