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Ci sono spettacoli che si si possono definire a “lento rilascio di senso”. Li vedi, sei lì quando accadono, partecipi attento al dispiegarsi della loro colta complessità, ti interroghi sul senso di quel che hai visto e provi a darti qualche risposta, ma poi, nei

giorni successivi, quella risposta immediata continua ad ampliarsi, ad arricchirsi di pensieri, dubbi, ipotesi, di altre domande e allora capisci che forse è proprio quella ricerca, quel moto dell’anima e della mente, il senso profondo di ciò che hai visto. È quanto vien fatto di pensare dopo aver visto “Quaderno / Greta Garbo”, il monologo che Daria Deflorian ha presentato, in prima assoluta, il 29 maggio scorso a Milano, in una sala di sobria eleganza dello Studio d’arte Guenzani (in chiusura dalla fine del 2023). Il contesto è la rassegna “Stanze – Teatro fuori dai teatri” curata e diretta da Alberica Archinto (con un bel gruppo di collaboratrici): una rassegna di spettacoli costruiti in dialogo interiore con i luoghi “non teatrali” che li andranno ad ospitare. Si tratta, almeno formalmente, di una lezione/spettacolo sul rapporto tra scrittura e performance teatrale. L’artista sembra squadernare con semplicità di fronte al pubblico tutti i fili di senso con cui prova a tessere (trama e ordito, colori e sfumature, scelte e assenze, riprese e ritessiture) il suo nuovo affascinate arazzo. Quali fili? Anzitutto il quaderno come contenitore materiale nel quale resta e si custodisce l’impronta calda del pensiero o dell’insieme di pensieri ed emozioni che precedono, innervano e continuano a nutrire la costruzione di una scena. Un pensiero che ovviamente non sempre assume forme definite, ma spesso, al contrario, resta fluido nella dimensione di ipotesi aperte e incerte. Poi il luogo, ovvero la dimensione emozionale e intellettuale dello spazio dello spettacolo e/o del luogo che ha accolto per la prima volta l’evento ripreso in scena (a Udine nel 2020, un salone spoglio, le grandi finestre bianche). Ancora il senso della filiazione di questo lavoro dai materiali e dalle emozioni di “Sovrimpressioni” l’ultima perfomance che Deflorian ha realizzato nel 2021 con Antonio Tagliarini: quel lavoro era dedicato all’uscita di scena di Pippo e Amalia, i personaggi del film di Fellini “Ginger e Fred” del 1986. Dopo aver lasciato le scene si rivedono per un’ultima volta, chiamati a esibirsi in un improbabile e assai volgare show televisivo e quella esperienza li costringe a fare definitivamente i conti col doloroso intreccio di tempo e vita. Quindi l’elemento centrale dello spettacolo: il fantasma di Greta Garbo che, a soli trentasei anni, lascia la ribalta del cinema e della notorietà planetaria per ritirarsi a vita privata. Perché lo ha fatto? Quali sono stati i suoi pensieri? Quali le emozioni, i desideri, le motivazioni interiori che l’hanno spinta in tal senso? Forse è coessenziale al mestiere dell’attore, vissuto e amato non recitando ma vivendo la scena con autenticità, il desiderio di abbandonare tutto per non esserne totalmente annientati. Si tratta di uno snodo centrale di questo lavoro e da esso, quasi a imprimere un movimento circolare e (almeno potenzialmente) concluso e conclusivo, l’artista scarta, il tono sembra impennarsi liricamente, sorgono e vengono alla luce altre domande: sul senso politico della solitudine, a partire dal bellissimo libro di Olivia Laing, “Città sola”, sulla necessità della solidarietà come cura partecipe e pacificata del creato e delle creature, sul senso del rapporto tra immagine e vita (a partire da una misteriosa foto della Garbo con indosso un lungo cappotto), sulla bellezza sostanziale della verità costruita e detta attraverso la finzione. Una straordinaria densità concettuale, come è facile capire, ma la grandezza della Deflorian sta nella grazia semplice, quasi dimessa, con cui intreccia questi fili e sa implicare in essi l’attenzione e l’emozione del pubblico che lentamente, dal canto, suo si rende conto di quanto ricca sia stata la proposta di sapienza che ha incontrato in questo lavoro e quanto in profondità sia sceso nel percorso affrontato insieme con l’artista.

Quaderno / Greta Garbo
Lunedì 29 aprile 2024, Studio Guenzani, Milano. Un progetto di e con Daria Deflorian. Produzione INDEX. Produzione, organizzazione, amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani, Grazia Sgueglia. Comunicazione Francesco Di Stefano con il supporto di MiC – Ministero della Cultura. Foto di scena di Andrea Pizzalis,