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Quella dell’infertilità è una condizione molto dolorosa per una coppia. Ci si arrovella, ci si protegge reciprocamente oppure ci si colpevolizza singolarmente e reciprocamente, ci si vergogna, si spera, ci si organizza, ci si dispera e si spera insieme, si

contano i giorni, si fa finta di nulla insieme, ci si arrende, ci si mente reciprocamente, con delicatezza, con amore, con pudore, e poi ci si spazientisce, si soffre insieme, magari in modo diverso, ma insieme. Spesso la coppia va in crisi, spesso ci si lascia. È una condizione dolorosa e umanissima, una realtà oggi molto presente nelle coppie del nostro Occidente sazio ed egoista, in cui spesso le persone molto tardi nel loro percorso di vita desiderano e decidono concretamente di avere figli. È la situazione che vivono Gregor e Andrea ne “La teoria del Caos”, testo di Arianna Mattioli, regia di Lorenzo Lavia, interpretazione dello stesso Lorenzo Lavia e di Lucia Lavia. Uno spettacolo che si è visto a Palermo, nella Sala Strehler del Teatro Biondo dall’8 al 19 maggio 2024. Gregor è un docente universitario, un filosofo, un ideologo, un rivoluzionario che l’università ha prima allontanato per le sue teorie pericolose e dagli effetti nefasti sulla società, lei – Andrea – è una sua ex allieva che ha finito col rinunciare a tutto per seguirlo e adesso desidera con tutta sé stessa avere un figlio. Lei desidera fortissimamente concepire e si sottopone a ogni tipo di cura e di analisi, lui no, resta fermo, rifiuta pervicacemente di fare gli esami del caso. Questo rifiuto, netto, pervicace, privo di parole convincenti e rispettose del dolore della donna, rende, se possibile, ancor più velenoso e tagliente il rovello dei due e li induce (ma ovviamente lei è più motivata) a scavare ancora e ancora nel passato comune fino ad arrivare al nodo più profondo e vero della faccenda. Non diremo quale per non rendere inutile la visione dello spettacolo, ma diciamo che si tratta di un nodo ideologico, di pura follia ideologica, di fanatica coerenza, che ha condizionato il comportamento di Gregor, ha causato vittime innocenti e, soprattutto, lo ha indotto a mentire ad Andrea, la sua giovane compagna. Una realtà sconosciuta e pesante che cambia tutto nella dinamica relazionale della coppia e la devasta. Ovviamente il nodo ideologico e metaforico che provoca la catastrofe è anche, strutturalmente, politico e questo rende il tutto più interessante e ricco di pensieri ulteriori e conseguenti nella riflessione del pubblico. Tra l’altro lo spettacolo allude a fatti realmente, e tragicamente, accaduti. Si tratta, come si è detto di un lavoro, intenso e sorprendente e sembra abbastanza superfluo dire quanto bravi siano i due protagonisti. Bravi, artisticamente solidi: occorre però stare attenti a che questa bravura (per quanto positiva e rassicurante) non provochi degli automatismi che, nel dispiegarsi dello spettacolo, non rendano i dialoghi privi di quella risonanza interiore e di quella forza emotiva che, da sole, possono dare autenticità e necessità al tutto. Non del tutto convincenti sono anche le scene e i costumi che probabilmente avrebbero potuto e dovuto raccontare di più, o più esplicitamente, del mondo interiore dei personaggi.

La teoria del caos, dall’8 al 19 maggio 2024 – Teatro Biondo Palermo, Sala Strehler - prima nazionale. Testo di Arianna Mattioli. Scena e regia Lorenzo Lavia. Con Lorenzo Lavia (Gregor) e Lucia Lavia (Andrea). Musiche di Giuseppe Ricca, costumi di Dora Argento, luci di Marco Santoro. Produzione Teatro Biondo Palermo.

Foto Rosellina Garbo