Ecco il nuovo spettacolo di Caroline Baglioni. Intitolato Play, ha debuttato il 30 maggio nel Teatro Sybaris nel contesto di “Primavera dei Teatri ‘24”. In scena ci sono la stessa Baglioni (che di questo lavoro è anche drammaturga) e Annibale Pavone,
la regia è di Michelangelo Bellani. L’azione teatrale si sviluppa dall’incontro/scontro tra una giovane attrice, che vorrebbe avere una parte in un film, e un regista affermato. Un provino a casa del regista, un provino che non tarda a trasformarsi, quasi con un volgare automatismo, in un tentativo di seduzione e manipolazione della giovane. Seduzione e manipolazione di cui la giovane attrice percepisce subito il torbido fondamento di potere che copre una profonda inadeguatezza umana, e a cui si ribella, efficacemente, proponendo al regista di svolgere il provino con una improvvisazione. L’efficacia è data dal cambio del consueto tavolo di gioco, cosicché entrambi i protagonisti mutano ruoli e solite posizioni di potere. Il riferimento di realtà è la serie terribile di comportamenti osceni e criminali ai danni delle attrici. Comportamenti violenti, machisti, venuti alla luce grazie alla rivolta del movimento del “me too”. Una serie infinita di minacce, ricatti, violenze, sopraffazioni, umiliazioni, complicità vergognose che in America, qui in Europa e un po’ in tutto il mondo la rivolta delle donne ha denunciato, messo fuori gioco, fortemente limitato se non del tutto sconfitto. Questo è il sostrato tematico dello spettacolo, ma certo solo su un sostrato tematico, per quanto d’urgente attualità, non si costruisce un lavoro che possa funzionare. Drammaturga e regista hanno piuttosto lavorato di testa e di cesello e l’elegante lingua teatrale di questo ensemble è riconoscibilissima. Anzitutto l’azione: la rivolta di una giovane donna contro la manipolazione maschile. L’incontro tra i due personaggi si apre in un continuo ribaltarsi di prospettive e ogni presa di parola della giovane attrice non è soltanto dialogo, ma è superamento della paura (anche solo quella di essere banali), lucida consapevolezza delle trappole della manipolazione e della violenza, tensione politica viva. Il tutto per tramite della scelta (o meglio della mimesi della scelta) della forma dell’improvvisazione che tenta di (tende a) rendere azione ciò che vien detto a parole. Forse sono un po’ troppi, o troppo rapidi, i cambi di prospettiva e forse troppe le parole eccedenti i limiti dell’azione, della rivolta in atto, il rischio è una verbosità che si ripiega su sé stessa e indebolisce l’azione. Dal canto suo Pavone interpreta il personaggio con intelligenza seppur talvolta sembra smarrirsi nella sua complessità. Uno spettacolo interessante, ma probabilmente ancora non del tutto definito. Come si è detto questo lavoro ha debuttato a Castrovillari nel contesto di Primavera dei teatri ’24 e non è inutile ribadire quanto questo Festival, giunto alla sua ventiquattresima edizione e come sempre diretto da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano, sia prezioso per la scena teatrale e la cultura contemporanea del nostro Paese.
Play. 30 maggio 24, Teatro Sybaris, Castrovillari. Di Caroline Baglioni. Con Caroline Baglioni, Annibale Pavone. Regia di Michelangelo Bellani. Luce e spazio di Gianni Staropoli
Suono e musiche originali di Francesco Federici. Scenografia di Loris Giancola. Costumi di Aurora Damanti. Assistente alla regia Barbara Pinchi. Cura del movimento di Lucia Guarino
Foto e video di Elisa Brufani e Eris Curo. Produzione: La Corte Ospitale.
Foto Angelo Maggio.