Certo è che un cartellone così “titolato” non può che nascondere propositi assai impegnativi ma comunque è già segno di una consapevolezza in evoluzione di cosa sia il teatro 'oggi', in quanto e per quanto lo è stato ieri e probabilmente lo sarà domani
se continuiamo ad alimentarne la fiaccola, togliendola da “sotto il moggio” come sembra voler fare il direttore Davide Livermore, non esente, e non è una critica ma una percezione estetica anche positiva, da un certo e modernamente rinnovato taglio 'estetizzante' che i suoi lavori precedenti hanno evidenziato.
Un organismo, il teatro, che sembra sempre in crisi e sul punto di morire ma a cui fortunatamente non possiamo rinunciare, un organismo mentalmente e dunque esteticamente 'imprevedibile' e quindi salubremente 'folle' più di tante altre arti.
Imprevedibile in fondo come ogni stagione teatrale quando viene presentata al suo pubblico e da cui però, viste le sue stesse premesse, abbiamo per così dire il diritto di attenderci esiti creativi fecondi, ancora più fecondi viene da dire.
“Follie”, dunque, è stata presentata in Conferenza stampa, lunedì 10 giugno al Palazzo della Borsa di Genova (un luogo per lungo tempo di 'spettacoli' giornalieri) essendo la sede principale del teatro, l'Ivo Chiesa, al termine della sua ristrutturazione.
Numerosi i presenti sul palco (rimandiamo ai comunicati stampa) e numerosi gli astanti in platea, così che la consuetudine non ha tradito la tradizione di simili eventi, non rivelando assolutamente alcun vero segreto dei prossimi accadimenti teatrali.
Una stagione, ormai è una situazione quasi imposta dalle modalità di fruizione dei fondi pubblici, ricchissima di spettacoli, circa 70, per una offerta che talora rischia la sovraesposizione a discapito della fruizione piena.
Non potendo citarli tutti ovviamente, lasciamo al lettore il compito di 'spulciare' i programmi pubblicati anche sulle nostre pagine e ci limitiamo a segnalare tre situazioni che ci paiono conferme interessanti.
In primo luogo la prima produzione del Nazionale, per il testo scelto e per le modalità della sua articolazione che vedrà una rinnovata collaborazione con il teatro dell'Opera Carlo Felice, il quale contemporaneamente alla messa in scena all'Ivo Chiesa di “Giro di Vite” di Henry James per la regia di Davide Livermore, curerà l'allestimento dell'omonima opera lirica musicata da Benjamin Britten, che con la prima potrà essere vista di seguito sul medesimo palcoscenico.
Un testo complesso e talora dirompente scelto, penso non a caso, dal Direttore Livermore per inaugurare la stagione stessa, anche per portare finalmente a compimento una comunione di sensibilità iscritta, per così dire, nella lunga biografia artistica dello stesso Direttore recentemente riconfermato che entrambi dirige come regista.
La seconda è l'irrobustimento della collaborazione con una realtà importante del territorio, il “Festival dell'Eccellenza Femminile” diretto da Consuelo Barilari (il titolo ci dice subito di cosa parliamo) cresciuto molto anche nell'aspetto drammaturgico, una collaborazione che è conferma della sensibilità del Teatro Nazionale e del suo staff per temi come questo di grandissima, talvolta purtroppo, attualità e rilevanza.
La terza e ultima è la sempre maggiore apertura alla drammaturgia contemporanea e ai giovani, non solo del territorio, in grado di dare respiro sempre più internazionale ad un teatro storico (e la storia è importante quando si riesce a radicarla per poi metterla a frutto) come il Teatro Nazionale di Genova, che si conferma anche per la prossima stagione uno dei più importanti teatri pubblici italiani.