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Il Teatro della Cooperativa di Milano presenta gli spettacoli in scena

EVENTO SPECIALE
11 - 12 marzo
LA MAGLIA NERA
Gesta e ingegno di Luigi Malabrocca
reading di e con Matteo Caccia
musiche Gianni Coscia
produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
distribuzione Mismaonda

In linea con il fil rouge dello sport, La maglia nera-Gesta e ingegno di Luigi Malabrocca, reading scritto e interpretato da Matteo Caccia, sarà in scena l’11 e il 12 marzo al Teatro della Cooperativa per due serate di evento speciale. 

Negli anni del secondo dopo guerra in Italia Il ciclismo è lo sport più popolare. Lo è grazie alle imprese dei due rivali più famosi di sempre, Coppi e Bartali. In quello stesso periodo, però, sullo sfondo del palcoscenico del Giro d’Italia, si muove un’altra figura. È quella di un ciclista, un gregario balzato agli onori della cronaca per aver regalato all’ultimo in classifica la stessa ribalta dei primi. È quella di un uomo di grande ingegno, che ha intuito che arrivare ultimo era preferibile ad arrivare decimi e persino quarti o sesti. In un momento storico in cui gli italiani si sentivano ultimi, era facile per la gente ai bordi delle strade affezionarsi a quel reietto che arrivava in fondo, arrivava ultimo, ma arrivava, e l’unico modo in cui potevano premiarlo era attraverso i doni che conoscevano: salami, damigiane di vino, d’olio, formaggi e animali.
Una figura che dopo aver dato prestigio al ruolo dell’ultimo, elevandolo per la prima volta al rango dei primi, si concesse il lusso di vincere 2 campionati italiani di ciclo campestre, il ciclismo di campagna, regalando agli italiani un insperato sapore di riscatto e una nuova sensazione di speranza.
Scritto ed interpretato da Matteo Caccia, nel solco del teatro di narrazione, La maglia nera è una storia di sfondo, che racconta un pezzo d’Italia, attraverso la vita sportiva e umana di un ciclista, un uomo, un italiano degli anni ’50, che con la semplice intenzione di fare la SUA storia è stato in grado di rappresentare La storia. Quella di un paese piegato, ma pieno di volontà e coraggio. La storia del nostro paese. Matteo Caccia si fa lettore e interprete di una storia scritta da lui stesso, dopo aver conosciuto e a lungo parlato con Luigi Malabrocca, prima della sua morte. La musica composta per il reading dal fisarmonicista Gianni Coscia si intreccia con la parola narrata e le fa da contrappunto.

Matteo Caccia raccoglie, scrive e racconta storie alla radio e dal vivo, per iscritto e a voce.
Lo ha fatto a Radio2 dove ha scritto e condotto Amnèsia, Una Vita e Pascal. Nel 2019 torna a Radio24, dove aveva iniziato con VendoTutto, Voi siete qui, Linee d’Ombra e ora è in onda tutti i giorni alle 15.00 con Storie di rinascita. Ha creato e conduce Don’t tell my mom, story show in scena ogni primo lunedì del mese a Milano.
È autore e voce per Audible dei podcast La Piena, Oltre il confine, L’isola di Matteo, Il Mondo Addosso.
Ha scritto quattro libri: Amnèsia e Il nostro fuoco è l’unica luce per Mondadori, Il silenzio coprì le sue tracce per Baldini&Castoldi e nel 2022 pubblica Voci che sono la mia-Come le storie ci cambiano la vita per Il Saggiatore.
È Maestro del biennio Brand new, dedicato alla comunicazione d’impresa presso la Scuola Holden di Torino.
Dal 2022 è responsabile dei progetti audio de Il Post.

TROVATA UNA SEGA! Racconto su Livorno, Modigliani e lo scherzo del secolo dell'estate 1984
dal 14 al 23 marzo

La leggenda la conoscevano tutti, a Livorno: nel 1909 Modigliani pare avesse gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture, deluso per lo scherno di amici incompetenti che lo avevano deriso per quelle opere. Ma quando nel 1984, per celebrarne i cent’anni dalla nascita, il Comune (a latere di una mostra organizzata in suo onore) ne azzarda il temerario recupero, avviene la pesca miracolosa di tre teste che porta davanti ai Fossi di Livorno le TV di tutto il mondo! E subito i maggiori critici d’arte non hanno dubbi a sancire: «Sono dei capolavori, sono di Modigliani!». Ma dopo un mese venne fuori che… non eran proprio di Modigliani…
L’invasamento collettivo nel cortocircuito vero-falso e il mistero di alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un pittore-portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: ecco gli ingredienti di quello che fu definito “lo scherzo del secolo”.
scritto, diretto e interpretato da Antonello Taurino luci e suono Ivan Garrisi

27 | 30 marzo

MATTEI
Petrolio e fango
prima milanese
di e con Giorgio Felicetti
con la partecipazione di Valentina Bonafoni
testo di Giorgio Felicetti & Francesco Niccolini
produzione EstEuropaOvest & Festival della Narrazione di Arzo - Svizzera

Scritto e interpretato da Giorgio Felicetti, Mattei-Petrolio e fango, al Teatro della Cooperativa dal 27 al 30 marzo, è frutto di una lunga ricerca, fatta di testimonianze dirette, interviste a persone che hanno conosciuto Enrico Mattei e di consultazione di libri, foto, film, documentari e, soprattutto, dei materiali prodotti dal tribunale di Pavia sulla ricostruzione degli ultimi giorni di vita e sul giorno della morte del Presidente dell’ENI. 

Mattei è storia di petrolio.
Mattei è storia di energia.
Mattei è un incidente d’occidente.
Mattei è un ragazzino nato e cresciuto nelle Marche, che giovane parte per Milano in cerca di futuro, avvia una fortunata industria chimica e inizia a frequentare gli ambienti politici, partecipa alla Resistenza come Comandante delle Formazioni Partigiane Democristiane dell’Alta Italia, nel dopoguerra fa rinascere l’Agip, fonda l’ENI, rivoluziona la politica energetica nazionale ed internazionale, fino a diventare “l’italiano più importante dopo Giulio Cesare”.
Mattei, imperatore e patriota, prefigura un’Italia nazione, che si riscatta da una guerra mondiale perduta tragicamente, dalla povertà atavica, dalle valigie di cartone dei nostri migranti e che trova identità e dignità nel lavoro.
Lo spettacolo, avvincente dall’inizio alla fine, è frutto di una lunga ricerca fatta di testimonianze dirette, interviste a persone che hanno conosciuto Mattei e di consultazione di libri, foto, film, documentari e soprattutto dei materiali prodotti dal tribunale di Pavia, sulla ricostruzione degli ultimi giorni di vita e sul giorno della morte del Presidente dell’ENI, mistero tutto italiano.
Giorgio Felicetti pone con spietata chiarezza interrogativi mai risolti e accompagna lo spettatore in un viaggio verso le zone buie della storia recente del nostro Paese alla ricerca di quella giustizia annegata nel fango.
Nella visione di un presente in piena crisi energetica, mentre economia occidentale ed orientale scendono in guerra alle porte d’Europa e nel Mediterraneo, mentre in Italia si riparla di un piano Mattei per l’Africa, questo lavoro teatrale accende un’inquietante luce sulla cronaca di una morte annunciata e diventa sconvolgente attualità.
“L’incorruttibile grande corruttore”, “il grande capitano d’impresa”, “il grande petroliere”, “il grande pericolo per l’Occidente”, “l’italiano più grande dopo Giulio Cesare”.
Per fare uno spettacolo su Enrico Mattei ci vuole una misura grande.
Mattei è il personaggio della recente storia italiana su cui si è scritto di più, ancor più che su Aldo Moro.
Ogni giorno, adesso, in ogni parte del mondo, viene fuori il nome di Enrico Mattei: geopolitica, questione araba o medio-oriente in fiamme, è Mattei che prevede la necessaria emancipazione dei paesi africani, e lui per primo mette l’Italia al centro del Mediterraneo; crisi energetica in Europa, guerra Russia-Ucraina, forniture di gas, energia alternativa, transizione ecologica, è il piano Mattei che propugna l’affrancamento energetico del nostro Paese dalle potenze occidentali; scontro tra giustizia e potere, la sua vita e la sua morte sono il centro di questo conflitto; giornalismo, editoria, architettura, comunicazione, marketing… e ancora trovi Mattei.
Tutta la nostra modernità già prefigurata da quella strana specie di italiano che è stato Enrico Mattei.
Anche se spesso circondata da un alone di ostilità e mistero, l’eredità di quest’uomo è immensa.
Enrico Mattei a suo modo, tra luci accecanti ed ombre spaventose, è la figura di un geniale patriota.
Sul palcoscenico di un teatro la vita di questo personaggio è quella di un eroe tragico, che si getta nell’impresa grandiosa fino a morirne. Questa sua grande storia diventa oggi una tragedia moderna, paradigma della vita civile di un paese chiamato Italia.

1 | 6 aprile

MAI MORTI
testo e regia Renato Sarti
con Gabriele Falsetta
luci Nando Frigerio
video Mirko Locatelli
produzione Teatro della Cooperativa
in collaborazione con Teatro dell’Elfo, Teatri 90 Progetti/Maratona di Milano
INSERITO IN INVITO A TEATRO

In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione, il Teatro della Cooperativa ripropone una storica creazione firmata e diretta da Renato Sarti, Mai Morti, che in questa versione vedrà in scena dal 1° al 6 aprile ancora una volta un giovane protagonista, Gabriele Falsetta.
Mai Morti è un’affabulazione nera, che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove.
Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È affidato a Gabriele Falsetta il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle belle imprese del ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.
Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas. A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana e al magma inquietante del pianeta fascista, il personaggio guarda con delirante nostalgia.
Durante una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le gloriose azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano. Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili. 
Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969, fino al G8 di Genova. 
Un monologo, che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso, che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.


11 | 13 aprile
VENI VICI DOMINI 25
prima nazionale
scritto, diretto e interpretato da Nicola Vicidomini
produzione Laprimamericana e Baracca Vicidomini

Nicola Vicidomini torna al Teatro Cooperativa dall’11 al 13 aprile con Veni Vivi Domini 25, il nuovo recital, concerto, show, distillato di una comicità feroce e visionaria. L’artista dà vita a uno stile senza precedenti, che individua in una visionarietà di intonazione mistica, triviale e grottesca, il suo elemento fondante.
 
Le sue performance, di indubbio interesse filosofico, rappresentano un puro, quanto esilarante, attentato all’antropocentrismo. Il suo teatro – luogo del più inesorabile fallimento, collasso del senso – disegna universi sospesi, a tinte forti, totalmente affrancati da narrazioni, immaginari e linguaggi comuni. Vicidomini ha registrato negli ultimi anni con gli spettacoli Scapezzo, Veni Vici Domini e Fauno, continui sold out. 

Di recente è uscita la monografia intitolata Il più Grande Comico Morente di Mimesis Edizioni, a cura di Enrico Bernard, con la prefazione di Cochi Ponzoni e Nino Frassica, in cui 23 autori, attraverso articolati contributi, hanno voluto omaggiarlo. 

La sua opera è oggetto di studio sia in Italia sia all’estero. Il Middlebury College del Vermont ha dedicato più lezioni all’approfondimento della sua maschera e della relativa drammaturgia. 

15 | 17 aprile
LEIBNIZ
Uno spettacolo barocco
prima nazionale
ideazione Eleonora Paris e Irene Serini
regia Irene Serini
drammaturgia Eleonora Paris
con Alessandro Balestrieri, Eleonora Paris, Irene Serini
direzione tecnica Alessandro Balestrieri
video e suono Andrea Centonza
assistente alla regia Francesca Repetti 
sguardo esterno Virginia Landi
consulenza filosofica Raffaella Colombo 
una co-produzione Teatro della Caduta - Z.I.A. - Zona Indipendente Artistica 
con il sostegno di IF Prana e Qui e Ora Residenza Teatrale

Ideato da Eleonora Paris e Irene Serini, anche interpreti insieme ad Alessandro Balestrieri, scritto da Eleonora Paris e diretto da Irene Serini, Leibniz-Uno spettacolo barocco dal 15 al 17 aprile in prima nazionale al Teatro della Cooperativa, è un lavoro sul crollo della ragione, un invito ad entrare in contatto con l’irrazionalità presente in noi. In scena due persone dialogano. La parola, strumento d'eccellenza della razionalità, guida loro verso ragionamenti logici, che toccano i confini del paradosso. 

LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco nasce dal tentativo di fare luce su quella parte oscura e misteriosa che abita in noi anche se l'abbiamo tagliata fuori “prima ancora di averla capita” (C.G. Jung). Riappropriarsi della parte irrazionale di sé significa non esserne succubi e non subirne le conseguenze indirette, perché è su questa mancanza che fanno leva il capitalismo e i populismi vari. 
Gottfried Wilhelm Leibniz, è stato un filosofo e un matematico razionalista e uno dei massimi esponenti del pensiero barocco. Ma Leibniz è anche uno di noi. Un uomo del suo tempo che credeva fermamente nella ragione tanto da scrivere un trattato di logica, in cui illustrava la teoria di un linguaggio artificiale basato su assiomi (come i moderni algoritmi), che avrebbero risolto ogni conflitto, grazie al calcolo scientifico (una sorta di intelligenza artificiale ante litteram). In lui abbiamo rivisto la nostra fede nei confronti del progresso e della ragione. E in lui abbiamo visto anche il nostro fallimento.
Leibniz, è uno spettacolo barocco perché il barocco era un tempo di crisi e di passaggio. Un tempo che non procedeva lineare e dritto, come i nostri grattacieli, ma che si piegava e dispiegava come un mostro marino, evidenziando i lati luminosi, come quelli oscuri di una stessa materia. Leibniz è uno spettacolo barocco perché è scomposto e ci invita a scomporci e ricomporci e, infine, a scoprire – se non il migliore dei mondi possibili – almeno che di mondi possibili ce ne sono a migliaia e che aspettano solo di essere svelati.

NOTE DI DRAMMATURGIA
LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco inizia con un omicidio: l'omicidio di Ippaso da Metaponto, filosofo e matematico vicino alla setta dei Pitagorici. Fu colpevole di aver diffuso la scoperta dei numeri irrazionali, di numeri, cioè, che non si possono quantificare, perché non finiscono mai. È forte notare come nella culla della civiltà occidentale, la Grecia al momento del suo massimo splendore, sia stato compiuto un tale assassino. Mi sembrava un inizio emblematico per sondare il nostro complicato rapporto con la ragione e con l'irrazionalità. Per tutta la prima parte il testo procede per brevi quadri che si susseguono per associazioni logiche e analogiche, attraversando il tempo e giungendo fino ai giorni nostri. Leibniz entra in scena nella seconda parte, insieme alla principessa Sofia del Palatino, personaggi storici entrambi, ma qui visti da un punto di vista umano. Così, da un interno barocco si arriva direttamente a un appartamento di oggi, dove agiscono le pressioni di un'epoca, la nostra, che ha molti più rimandi al '600 di quanto ci si aspetti. Nella terza e ultima parte i/le performer cercano nuove narrazioni possibili potenzialmente infinite, come infiniti sono i numeri irrazionali e i mondi che potremmo costruire, se smettessimo tutti insieme di credere che il fondale su cui agiamo sia irremovibile.
Eleonora Paris

TEATRO DELLA COOPERATIVA
via privata Hermada 8 – Milano – info e prenotazioni - Tel. 02 6420761 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrodellacooperativa.it

BIGLIETTERIA
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato 18.00 – 20.00 (nei giorni di replica)
domenica 15.00 – 16.30 (nei giorni di replica)
Il ritiro dei biglietti potrà essere effettuato fino a 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
I biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket.

ORARI SPETTACOLI
(salvo diverse indicazioni)
martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 20:00
giovedì ore 19:30
domenica ore 17:00 (a giugno ore 20:00)
lunedì riposo

BIGLIETTI
intero 18 € - riduzioni convenzionati 15 € - under 27 10 € - over 65 9 €
giovedì biglietto unico 10 €
diritto di prenotazione 1 € (non applicato agli abbonamenti e ai biglietti acquistati online)