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Teatro Binario 7

STAGIONE 2024/25

Io mi ribello, dunque esisto

La nuova stagione di prosa e di musica del Teatro Binario 7 offre un carnet ricco di proposte che spaziano dai grandi classici della letteratura ai drammi contemporanei, coinvolgendo artisti di grande talento e sensibilità.
Il Teatro conferma anche per quest’edizione l’impegno costante nel promuovere una cultura viva e partecipativa, capace di stimolare riflessioni profonde sulla storia, sulle dinamiche sociali attuali e sulle grandi tematiche universali. Capace di farlo anche con produzioni proprie di alto valore, che contribuiscono ad affermare il nome del nostro teatro e della città stessa nel panorama sovralocale e nazionale.
All’interno dell’indagine del rapporto tra individuo e società - filone che contraddistingue ormai da varie stagioni la proposta del Binario 7 - particolarmente significativa e degna di menzione è l’attenzione per il tema della repressione da parte del potere costituito. Un promemoria del fatto che la distopia politica non sia da relegarsi alla produzione narrativa di Orwell o di Huxley, rispettivamente portati in scena con la regia di Corrado Accordino: essa può sempre concretizzarsi nel presente come regime autoritario, o come degenerazione delle forme democratiche di governo, nel momento in cui si abusa del monopolio della forza per annichilire il dissenso, come ci ricorda “TOPI. A vent’anni dal G8 di Genova”.
Fa da contrappunto al tema della repressione il ritorno sulle questioni di genere, sulla faticosa conquista delle libertà civili e individuali, il ripensamento di ruoli e identità all’interno di istituti a loro volta oggetto di evoluzione e di critica, come quello della famiglia “tradizionale”. Nell’anno in cui ci accingiamo a celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, il pendolo entro cui muove la stagione 2024/25 del Binario 7 sembra oscillare fra due poli: quello della libertà e della sua negazione. Due poli che determinano le modalità di convivenza di ogni comunità e su cui ancora una volta il teatro può spingerci a riflettere con più lucidità.

Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a programmare la nuova stagione, con l’auspicio che il pubblico possa apprezzare ancora una volta il ricco e variegato programma.
Il teatro è un luogo di incontro e di crescita, e siamo lieti di poter offrire alla città momenti di confronto e di arricchimento culturale.

Arianna Bettin
Assessora alla Cultura del Comune di Monza

Io mi ribello, dunque esisto

“Io mi ribello, dunque esisto” è un invito a esserci, ad alzare la testa oltre l’ovvio, lo sguardo oltre lo schermo, a testimoniare con l’anima la meraviglia, a partecipare con la propria voce alla vita culturale, necessaria a questa città e a questa multipla realtà.
Noi lo facciamo a nostro modo: ci ribelliamo con il teatro e con le sue armi. Mi ribello perché uso le parole che io ho scelto, mi ribello perché penso i miei pensieri, mi ribello perché rifletto, mi ribello perché sono lo specchio degli altri; perché so che l’uomo è capace delle più atroci scelte ma anche delle più sublimi azioni, e in questo ponte o ferita, io devo trovare il luogo e il modo per diventare umanamente chi sono.
Quest’anno saremo Topi che si aggirano tra i tombini del G8, Scimmie kafkiane che hanno da dire più di quanto noi sapremmo dire di noi stessi; riapriremo le ferite di Goli Otok per non dimenticare, saremo persone che vogliono diventare sane alla maniera tragicomica di Gaber, donne del Sud alla ricerca di nuove speranze, donne Esagerate perché semplicemente e meravigliosamente Donne, saremo drag queen con la voglia di urlare la gioia della vita; saremo uomini imperfetti come Dostoevskij sa mostrarci, saremo stelle che brillano di sogni e di conoscenza, saremo un Mondo Nuovo che di nuovo ha solo la paura che dobbiamo combattere e vincere.
Avremo testimoni illustri della scena nazionale, quali Elio De Capitani, Renato Sarti, Paolo Rossi, Giuliana Musso, e tanti altri nomi del teatro contemporaneo che presteranno la loro fantasia, le loro invenzioni, le loro intuizioni per tracciare una strada attraverso i paradossi di questo tempo moderno, fatto di luci e di ombre, di pugni chiusi e di braccia aperte, di intimi spettri e di nuovi orizzonti. 

Perché è questo che fa il buon teatro, si ribella alla solitudine per renderla comunione, si ribella alla banalità per trovare l’originalità, sceglie l’assolutamente unico per renderlo universale. Il risultato, aperto il sipario, saranno serate insieme di emozioni e stupore.

Corrado Accordino
direttore artistico del teatro Binario 7

Per il Teatro Binario 7 di Monza quella in arrivo, la 2024/25, sarà la stagione numero venti. Vent’anni di impegno sul territorio e nella comunità per la diffusione di un’idea di cultura che, attraverso il teatro sociale e civile, apra gli occhi, scuota le coscienze, aiuti a interpretare i malesseri del presente, stimoli la partecipazione. Vent’anni di sperimentazioni, di nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7 (il Binario 7 è l’unico teatro anche di produzione della provincia di Monza e Brianza), di educazione al bello e allo sviluppo di un pensiero critico grazie alle decine e decine di spettacoli portati in scena, alla crescita della Scuola di Teatro con la sua carica di settecento allievi di ogni età, all’apertura degli spazi di via Turati a tutte le arti e le discipline - dalla danza all’arte contemporanea alla poesia.

“Io mi ribello, dunque esisto” il titolo scelto per una stagione che si propone di coinvolgere un numero sempre maggiore di spettatori, forte della conferma del riconoscimento, da parte di Regione Lombardia, di essere uno dei "soggetti che svolgono attività di rilevanza regionale nei settori della promozione educativa culturale e dello spettacolo". Un riconoscimento che si aggiunge a quello rappresentato dall’ingresso, da parte de La Danza Immobile (per il triennio 2022-2024) tra gli organismi di programmazione teatrale selezionati dal Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo, promosso dal Ministero della Cultura.

L’inaugurazione. A presentare la serata Corrado Accordino, direttore artistico del Teatro Binario 7. Interverranno l’assessora alla Cultura del Comune di Monza Arianna Bettin, l’assessora alle Pari opportunità Andreina Fumagalli, il co-ideatore della stagione Teatro+Tempo Presente Elio De Capitani, Roberto Porroni, direttore artistico della stagione musicale Terra. Musica, voci e paesaggi sonori, Simona Bartolena, storica dell'arte e curatrice di BinarioArte e altri protagonisti della stagione. In apertura sarà offerto al pubblico un estratto di Evoè. Follia e furore delle Baccanti, allestimento finale del laboratorio intensivo per adolescenti della Scuola di Teatro Binario 7, con regia di Maurizio Brandalese, Romina Contiero, Daniele Crasti e Michela Tilli: un’opportunità per il pubblico di conoscere da vicino le attività della Scuola di Teatro e l’alto livello di formazione e di professionalità raggiunto dagli allievi.

Il cartellone. Per la stagione 2024/25 si confermano le rassegne di prosa Teatro+Tempo Presente, costituita da sedici spettacoli, e L’Altro Binario, con le sue nuove proposte e i nuovi linguaggi, esplorati quest’anno attraverso dodici spettacoli. Dedicata ai più piccoli Teatro+Tempo Famiglie: conta otto spettacoli e arriva quest’anno alla tredicesima edizione. Spazio poi agli otto appuntamenti di Terra. Musica, voci e paesaggi sonori, la proposta musicale definita dal maestro Roberto Porroni tra grandi classici dal respiro internazionale e rivisitazioni tutte da scoprire. Si conferma anche Teatro+Tempo Eventi, dedicata al capodanno (con una doppia proposta per il pubblico tra sala Chaplin e sala Picasso) e agli appuntamenti fuori stagione, tra cui una nuova edizione di Docucomedy. Una serie di documentari semiseri di Compagnia Caterpillar. Spazio anche all’arte: sotto il cappello di BinarioArte, la rassegna a cura della storica dell’arte Simona Bartolena e dell’artista Armando Fettolini, troveranno spazio una mostra collettiva che invaderà tutti gli spazi del Binario 7, le residenze artistiche che prenderanno il via per la prima nel corso della stagione e una nuova edizione della rassegna I dialoghi dell’arte. Nel 2025 torna PoesiaPresente con Ring Rap Poetry Slam: tre appuntamenti da febbraio ad aprile in cui poesia performativa, rap e pugilato faranno ring intorno alla poesia. Diventa più strutturato anche Binario Danza, con tre appuntamenti già in cartellone, e si arricchisce il palinsesto di Radio Binario 7, che da novembre prevede una volta al mese anche appuntamenti live in sala Picasso (“Gli anarchici live show”).

I Festival. Il comparto Festival è tutto nuovo e merita uno spazio a sé. Nel mese di novembre si svolgerà Binario Donne. Sguardi al femminile sul presente per  indagare e raccontare il nostro presente dal punto di vista delle donne. Un mese di spettacoli teatrali, letture sceniche, dibattiti, installazioni artistiche e incontri con le realtà territoriali che si occupano tutti i giorni di pari opportunità e di violenza di genere. Un percorso di avvicinamento al 25 novembre - Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - che possa essere strumento di comprensione della realtà e motore di nuove prospettive praticabili e di cambiamento della società. Binario Donne è ideato e organizzato da Teatro Binario 7 in collaborazione con il Comune di Monza e con Arcodonna APS e con il contributo di Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. A maggio invece l’appuntamento è con il Festival della letteratura per ragazzi, ideato per avvicinare i più giovani al piacere che nasce dall'inseguire le parole lungo una pagina e lasciarsi trasportare alla scoperta di nuovi mondi, fuori e dentro di sé. Il festival, in calendario dall’8 all’11 maggio, prevede incursioni teatrali, tra cui il debutto di I libri non servono a sparare di Corrado Accordino, una delle nuove produzioni 2024/25 della Compagnia Teatro Binario 7 . In calendario poi incontri con autori, laboratori e attività dedicate alle scuole  (ma non solo).

La Scuola di Teatro. Binario 7 vuol dire anche Scuola di teatro, con un’offerta di corsi pronti a partire (in corso in queste settimane le Open Weeks per tutti gli interessati ad avvicinarsi al mondo del teatro o a proseguire i propri studi): il piano didattico 2024/25 prevede sei corsi per bambini e uno per i piccoli di 4 e 5 anni, sei corsi per i più grandi di 11-14 anni e altri nove corsi per ragazzi dai 14 ai 18 anni. Poi: dieci corsi di avvicinamento al teatro, di cui uno - novità - rivolto alle neomamme, cinque corsi intermedi e quattro avanzati. E ancora: sette laboratori quadrimestrali e tre lunghi l’intero anno scolastico, oltre a un progetto speciale dedicato a una delle nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7. Gli allievi della Scuola avranno l’opportunità di mettere in pratica quanto imparato in occasione dei PaeSaggi Teatrali, previsti a metà e alla fine dell’anno di corsi e, ancora, potranno partecipare ai provini per la definizione dei cast delle nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7.

La prosa di Teatro+Tempo Presente, direzione artistica di Corrado Accordino e di Elio De Capitani 

La nuova stagione di Teatro+Tempo Presente porta con sé quattro nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7: Corrado Accordino firma la regia di Il mondo nuovo (dal 27 febbraio al 2 marzo 2025), da Aldous Huxley, uno spettacolo di pura immaginazione e allegria - perché “non accadrà mai che qualche dittatore nel mondo avrà bisogno di carne da macello, o che verremo usati come strumento di ricerca scientifica, o di vivere sotto il terrore della bomba atomica con la conseguente distruzione della civiltà: non accadrà, perché noi viviamo in un mondo migliore”. Sempre di Accordino I libri non servono a sparare (dall’8 all’11 maggio 2025): un racconto semiserio sui danni che possono provocare i libri, “uno spettacolo provocatorio che inneggia alla libertà della leggerezza del pensiero”.  Terza nuova produzione Inadeguato (dall’11 al 13 aprile 2025), di Cinzia Spanò e Nicola Stravalaci: un flusso di parole ironico e divertente per riflettere insieme se sia davvero indispensabile lottare contro il senso di inadeguatezza che troppo spesso ci pervade oppure se non sia meglio accettare di essere fieramente e consapevolmente inadeguati. A firmare invece la regia di I figli dell’Iliade (il 7 febbraio 2025) sarà Valentina Paiano: uno spettacolo dedicato alla fascia young adult che, partendo dall’Iliade, invita i più giovani a riflettere sulle paure e sulle ragioni che spingono gli uomini alle armi raccontando “le attese prima della partenza e il dolore dei vuoti del ritorno”. Inserito in stagione anche 1984 (il 12 e il 13 ottobre 2024), da George Orwell, produzione 2024 della Compagnia Teatro Binario 7 con la regia e la drammaturgia di Accordino che la scorsa stagione, in occasione del debutto, ha registrato quattro sold out consecutivi: torna ora in sala Chaplin a gran richiesta. 

Il sipario di Teatro+Tempo Presente si alzerà con Goli Otok (il 5 e il 6 ottobre 2024): produzione del Teatro dell’Elfo con la regia e l’interpretazione di Elio De Capitani e di Renato Sarti per lo spettacolo dedicato ad Aldo Juretich, monzese d’adozione, e alla sua drammatica esperienza nel peggiore dei campi di internamento voluti da Tito. Topi (l’11 e il 12 gennaio 2025) farà riflettere su uno degli episodi più sconvolgenti della storia contemporanea, il G8 di Genova: regia e drammaturgia di Usine Baug per lo spettacolo che intreccia una minuziosa ricostruzione storica all’invenzione scenica per rivivere i fatti del 2001.

Stimoli a riflettere sulle dinamiche della società contemporanea arriveranno anche con L’eterno marito (il 9 e il 10 novembre 2024), da Fëdor Dostoevskij con la regia di Carlo Autelli, in cui due uomini qualsiasi si trovano a combattere con la paura di non essere all’altezza della società, del giudizio altrui e ancor di più del loro stesso giudizio nei propri confronti, e con La scimmia (il 25 e il 26 gennaio 2025), in cui Giuliana Musso, ispirandosi liberamente al racconto “Una relazione per un’accademia” di Franz Kafka, racconterà “di una strategia di sopravvivenza che prevede la perdita di sé stessi e del proprio sentire nel corpo”. 

A proposito di corpi e di società, di disparità e di discriminazioni: in Esagerate! (il 23 e il 24 novembre 2024) Cinzia Spanò punterà i riflettori sull’urgenza di un’emancipazione che purtroppo è ancora troppo lontana dall’essere realtà - “Per ottenere diritti - anticipa - bisogna lottare, chiedere, protestare, manifestare. Per farlo però bisogna conoscere, vedere le trappole degli stereotipi e dei pregiudizi, anche quelli che abbiamo introiettato, e costruire alleanze”. Anche Rosella (il 29 e il 30 marzo 2025) di Alberto Saibene ed Egidia Bruno indaga la condizione femminile: lo fa attraverso gli occhi di una ragazza del Sud che si trasferisce a Milano negli anni del boom. 

Alleanze che “sfidano i tempi e la terribile minaccia di una orwelliana polizia anti-radio” saranno portate in scena anche da Nina’s Radio Night (il 15 e il 16 febbraio 2025): produzione Nina’s Drag Queens per l’avventura “scanzonata e futuribile” di un gruppo di coraggiose dj impegnate a captare e ritrasmettere tracce sonore del passato. Musica e musiche anche al centro di ...fino alle stelle! (il 30 novembre e il primo dicembre 2024), una produzione del Teatro de Gli Incamminati ambientata, tra romanticismo e desiderio di gloria, nell’Italia degli anni Cinquanta. Musica e teatro canzone per Buonasera signor G (l’1 e il 2 febbraio 2025), produzione dell’Accademia dei Folli per lo spettacolo che porta in scena “la straordinaria, e a volte straziante, attualità dei monologhi e delle canzoni” di Giorgio Gaber. Paolo Rossi porterà in scena la sua Operaccia satirica (il 15 e il 16 marzo 2025): produzione Agidi per lo spettacolo che trasforma “in buffe composizioni” i grandi classici della letteratura: “episodi rubati“ dalla vita vissuta, poi rielaborati e trasformati in poesie comiche che, grazie all’accompagnamento musicale, si tramutano in una canzonaccia popolare.

Non poteva mancare nel cartellone un omaggio al teatro e all’attualità dei suoi classici: arriverà con Un curioso accidente (il 19 e il 20 ottobre 2024) di Carlo Goldoni, regia Elena Bucci e produzione di NoveTeatro che porta in scena “un’opera che resiste al tempo” parlando di emozioni e di illusioni che riguardano tutti facendoci “ridere e sorridere delle debolezze e dei difetti nostri e altrui”.

Il cartellone completo è disponibile su binario7.org.

TEATRO + TEMPO PRESENTE
ideata da Corrado Accordino in collaborazione con Elio De Capitani

il 5 e il 6 ottobre 2024
GOLI OTOK. Isola della libertà  

un progetto di Elio De Capitani e Renato Sarti 
testo Renato Sarti
regia e interpretazione Elio De Capitani e Renato Sarti 
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro dell’Elfo 
in collaborazione con Teatro della Cooperativa
Si ringraziano Giacomo Scotti, autore del libro “Goli Otok”; Ada Juretich; Mittelfest 2011, dove il testo è stato letto per la prima volta; Michela Aiello, Nora Picetti e Riccardo Molino che hanno aiutato a raccogliere la testimonianza di Aldo.
Originario di Fiume, dove era nato negli anni Venti, Aldo Juretich, ormai anziano, abita a Monza. Viene visitato da un medico, come lui di origine croata, che riesce a convincerlo a raccontare l’esperienza terribile vissuta a Goli Otok, il peggiore tra i campi di internamento mai voluti da Tito. 
Dopo la rottura tra quelle che ancora erano la Jugoslavia e l’Urss, era a Goli Otok che venivano rinchiusi i traditori rimasti fedeli a Stalin. Fame, sete, malattie e violenze atroci che c’erano, e in abbondanza, non erano considerate sufficienti: il sistema su cui si reggeva Goli Otok era quello del "ravvedimento". Vuol dire che il prigioniero era costretto a rivedere le proprie posizioni e i propri ideali e per dimostrare di averlo davvero fatto il modo escogitato era tra i più semplici e atroci: prevedeva di fargli massacrare gli ex compagni, gli amici, a volte i fratelli, i figli e i padri. 
A chi sopravviveva a Goli Otok però toccava poi un altro inferno: quello del completo isolamento dalla società, perché “il sospetto è più forte della certezza”. E questo perché una volta che sei finito nelle grinfie della polizia segreta, quella non ti molla. 

Nonostante l’esperienza vissuta Aldo resta ancora saldamente legato a quei principi (traditi e disattesi) che lo avevano spinto ad aderire alla lotta partigiana e al Partito Comunista: l’internazionalismo, la pace, la libertà. 

il 12 e il 13 ottobre 2024
1984

da George Orwell
drammaturgia e regia Corrado Accordino
con Luigi Aquilino, Daniele Crasti, Daniele Ornatelli, Silvia Rubino e Alessia Vicardi
movimenti coreografici Romina Contiero
aiuto regia Valentina Paiano
produzione Compagnia Teatro Binario 7 
La dittatura del pensiero unico, massificato, unificato, regolamentato da leggi politiche totalitarie. Nel testo di Orwell il nemico era riconoscibile, ma oggi chi è il Grande Fratello? 
Un testo, quello di Orwell, più attuale che mai, più preveggente che mai. Oggi la limitazione della vita privata è evidente. Nessuno è mai solo. Tutti siamo monitorati, schedati, ripresi da telecamere per strada, registrati dai telefonini o dai satelliti. Viviamo nella costante minaccia di una catastrofe imminente, politica, geologica o terroristica. Il potere di controllo e di seduzione che i media esercitano sulle nostre paure e sui nostri desideri è evidente a chiunque si soffermi a rifletterci. 
Non siamo vittime solo del Grande Dittatore, sempre presente anche se con un volto e un nome differenti, ma anche dei dittatori del consumo, del gusto, delle mode, del linguaggio. Siamo manipolati da tutto ciò che vediamo e ascoltiamo. Viviamo in un mondo in cui tutti urlano contro tutti, anni di rabbia e furore, dove il nemico lo si può creare urlando invettive a cui ci si accoda, come un gregge malato e virale. Il virus dei tempi moderni è l’adeguamento al pensiero collettivo. Trovare nel nostro mondo, come in quello distopico di Orwell, lo spazio per difendere la propria voce indipendente, la propria natura, anche scomoda a volte, contraria e personale, è sempre più un’utopia. 
In scena vari personaggi, raccontati nel loro annientamento esistenziale, svuotati di coscienza, ma utili al progredire del sistema, al proliferare del consumismo e del lavoro. Personaggi privi di una vita intima e privata. E poi il senso della ribellione, il coraggio di non fare la ‘cosa giusta’.  L’occhio osservatore del Grande Fratello sarà presente ovunque come un monito onnisciente. Gli schermi, in ogni loro formato, già presenti in tutte le nostre ore del giorno, saranno sempre accesi e sempre in ascolto. In una grande orgia di immagini fuori controllo e ipnotiche, come quelle che, in maniera inconscia o ingenua, subiamo quotidianamente. Il passato è già futuro.
Note di regia a cura di Corrado Accordino
Trovo straordinario, poetico, e allo stesso tempo inquietante che l’unico luogo in cui Winston trovi la libertà di esprimersi sia su un diario cartaceo. Un’immagine dal forte significato metaforico. La carta ospita il pensiero libero di chi ha una visione del mondo diversa dalla massa. Non i social, non i media, non gli altoparlanti del mondo contemporaneo, ma la carta e la penna sono l’unica via d’uscita del pensiero libero. Nel romanzo gli uomini, privati di sogni e dignità personale, credono a tutto quello che viene loro detto. Fino a credere a quegli slogan aberranti che troneggiano ovunque: ‘la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza’. E mi chiedo, al giorno d’oggi, dal romanzo al teatro fino alla vita reale, quante di queste massime perverse non siano, in maniera più o meno evidente, adottate, volute, e strategicamente manipolate.

il 19 e il 20 ottobre 2024
UN CURIOSO ACCIDENTE 
di Carlo Goldoni
con Andrea Avanzi, Matteo Baschieri, Mattia Biasotti, Sabina Borelli, Silvia Gandolfi, Paolo Zaccaria
regia Elena Bucci
collaborazione artistica Domenico Ammendola
drammaturgia sonora Raffaele Bassetti 
scene e costumi NoveTeatro
tecnico luci Gabriele Orsini 
produzione NoveTeatro

Olanda. Monsieur Filiberto, ricco mercante, ospita presso casa sua Monsieur de la Cotterie, un giovane militare francese ferito in guerra. Il giovane si innamora, ricambiato, della figlia del mercante, Giannina. La ragazza non vuole che il padre scopra la loro relazione: ha paura di un suo divieto ed escogiterà un modo per imbrogliare Filiberto in un “curioso accidente” che le permetterà, alla fine, di sposare il suo innamorato. 

Una commedia classica, dal testo di Carlo Goldoni, portata in scena con una prospettiva innovativa e originale.
Note di regia a cura di Elena Bucci
Quando NoveTeatro mi ha invitato a collaborare alla creazione dello spettacolo Un curioso accidente dal testo di Carlo Goldoni, ho subito accettato - sull’onda della curiosità, dell’entusiasmo e della stima. Che cosa ha da dirci oggi, qui, Carlo Goldoni? Moltissimo. Come tutti coloro che chiamiamo ‘classici’, ha creato un’opera che resiste al tempo, rinnovandosi a ogni lettura, a ogni generazione. Ci parla delle illusioni e delle emozioni di tutti. Ci fa riflettere su quanto manipolazione, verità e bugia si intreccino negli affetti e nelle relazioni. Ci fa ridere e sorridere delle debolezze e dei difetti nostri e altrui. Ce ne innamora. Non è forse questa una bella capacità dell’arte e di tutto quello che chiamiamo amore?
Certo: oggi ci potrebbe sembrare del tutto superata una situazione in cui un padre si occupa del matrimonio della figlia. Ci potrebbero risultare anacronistiche alcune questioni intorno alla morale e al costume. Ci potrebbero sembrare risolte alcune domande sul comportamento decoroso o meno degli innamorati e ormai emancipati i servi, con tutte le loro trepidanti domande sul futuro, dal destino dei padroni.
Ma ne siamo proprio sicuri? Se scrutiamo nel profondo del nostro cuore, se rivolgiamo lo sguardo a ieri, se ricordiamo i nostri sospiri e stupori di adolescenti, le nostre preoccupazioni di genitori o educatori, le nostre paure da adulti, non ritroviamo le stesse emozioni? Se allarghiamo lo sguardo ad altre culture, lontane e ormai vicinissime, non ritroviamo quello che eravamo, quello che potremmo essere domani - aspetti che ci inteneriscono e che ci spaventano?
Goldoni, con la sua capacità di osservare e riportare il vero attraverso lo specchio iridescente dell’arte, ci parla come se fosse qui. Miracolo del teatro.

il 9 e il 10 novembre 2024
L’ETERNO MARITO 
da Fëdor Dostoevskij
progetto e regia di Claudio Autelli
libero adattamento di Davide Carnevali
con Ciro Masella e Francesco Villano
in video Sofija Zobina e Lia Fedetto
co-produzione LAB121/TrentoSpettacoli/Teatro Franco Parenti
con il sostegno di NEXT laboratorio per le idee, Regione Lombardia, Fondazione Caritro, Provincia autonoma di Trento, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento

San Pietroburgo. Aleksej Vel'caninov è un uomo ordinario: vive ai margini dell'alta società russa, si occupa di affari legali ed è ipocondriaco. Ha appena subito un dissesto finanziario e per orgoglio si è allontanato dalla solita cerchia di conoscenti: si è autoemarginato per evitare qualsiasi commento o giudizio. Un giorno va a trovarlo Pavel Pavlovic Trusozkij, un suo vecchio conoscente - meglio: in passato Aleksej è stato l’amante di Natalia, sua moglie. Pavel è un personaggio bizzarro, spesso in preda all'ubriachezza: si presenta ad Aleksej per annunciare la morte di Natalia e intanto gli fa conoscere Liza, che presto si scopre essere in realtà figlia di Aleksej. 
Un incipit stralunato che apre la porta a un duello tra i due: l’arma scelta è la parola, strumento capace di trasformare la realtà e di mettere in discussione le proprie certezze, la propria visione del mondo e l’immagine di sé stessi. Si sfidano: in palio la convinzione di potersi salvare o di perdersi definitivamente.

Note a cura dell’autore
Due uomini in scena. Il primo, che non ha problemi, i problemi se li inventa; il secondo, che i problemi li ha, fa come se nulla fosse. Il primo vive la propria vita come un dramma e la presenta come tragedia; il secondo vive la propria vita come una farsa e ne scaturisce una commedia. Ogni capitolo è uno sketch che vede i due personaggi configurarsi loro malgrado come una vecchia coppia da palcoscenico, antitetici eppure complementari. Da buoni farsanti che sono, Alekseij e Pavel, Francesco e Ciro, mettono in scena la propria commedia, antitetica e complementare alla tragedia della vita, rivelando come siano a loro volta antitetici eppure complementari, la vita e il teatro. Ma vita e teatro, quando entrano in relazione, finiscono sempre per rivelare, specchiandosi l’uno nell’altra, il loro aspetto più inquietante. Così, se Alekseij si presenta come l’ideale di Pavel, forse ne è invece l’anima inespressa; e se Pavel si presenta come l’incubo di Alekseij, forse è invece il riflesso di ciò che l’amico ha paura di essere. Presentarsi ed essere: nel gioco della rappresentazione di sé stessi davanti al pubblico. E in teatro, che ciò che si rivela rimanda sempre anche a ciò che resta nascosto. 

il 23 e il 24 novembre 2024
ESAGERATE! Più che un aggettivo un’esortazione

uno spettacolo di Cinzia Spanò
collaborazione al testo Paola Giglio
illustrazioni Ginevra Rapisardi
aiuto regia Valeria Perdonò
produzione Effimera Produzioni

L’Italia è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le pari opportunità. Abbiamo i tassi più bassi di occupazione femminile, tribunali in cui gli avvocati fanno alle vittime di stupro le stesse domande che si facevano nel medioevo, malattie che non vengono riconosciute dai medici perché sono solo femminili e non vengono studiate. E, nonostante alcune di queste riguardino circa il 15% della popolazione femminile del paese, non sono riconosciute dal Servizio sanitario nazionale e presentano un ritardo medio di diagnosi di almeno cinque anni.

Le donne non dovrebbero prendere gli stessi dosaggi di farmaci degli uomini perché i farmaci vengono metabolizzati in maniera diversa tra maschi e femmine, ma la mancanza di studi sulle donne fa sì che prendano tutta la vita dosi maggiori rispetto a quelle di cui avrebbero bisogno.

In tutto il mondo le donne vengono pagate meno degli uomini, tanto che nel 2018 la consigliera per il programma dello sviluppo delle Nazioni Unite Anuradha Seth ha definito questo fatto “il più grande furto della storia”. Pare incredibile che nel 2024 possa sembrare normale che, a parità di curriculum e di mansioni, una donna debba venire pagata meno di un suo collega, se non accettando implicitamente la convinzione che le femmine siano inferiori ai maschi.

In Italia in media le donne vengono pagate all’anno 8.000 euro meno degli uomini, però lavorano di più, perché una volta arrivate a casa iniziano un altro lavoro - non retribuito e non riconosciuto, ma su cui si regge tutto il welfare di questo paese. Se domani dovesse venire meno il lavoro gratuito delle donne crollerebbe tutta l’economia mondiale. In Italia una donna su tre non ha un conto corrente proprio e questo le rende fragili, dipendenti, in pericolo. La violenza economica è un fatto, e si somma a tutte le altre. A proposito di violenza: abbiamo favole, che sono tra quelle più raccontate, in cui viene riproposto, romanticizzandolo, il ciclo della violenza di cui le psicologhe dei centri antiviolenza parlano da decenni. Ma prova a toccare una favola e vedrai che succede. 

A fronte di tutto questo e molto di più, ogni donna si è sentita dare almeno una volta nella vita dell’Esagerata quando ha provato a evidenziare disparità e discriminazioni. Questa parola, usata evidentemente per smussare il nostro potenziale di protesta, ci ingabbia, ci limita, ci zittisce. Occorre però tenere in considerazione che nella storia delle donne le più grandi conquiste sono state portate avanti da Esagerate. L’appello è chiaro quindi: Esagerate di tutto il mondo, unitevi! Se vi sentite insicure sul vostro livello di Esageranza non preoccupatevi. Abbiamo preparato un vero e proprio corso di Esageranza per voi che vi fornirà di un regolare attestato che vi darà Licenza di esagerare.
il 30 novembre e il primo dicembre 2024
… FINO ALLE STELLE! Scalata in musica lungo lo Stivale  

di e con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo
regia Raffaele Latagliata
accompagnamento musicale Tiziano Caputo
movimenti coreografici Annarita Gullaci
produzione Centro di Produzione Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con ARS Creazione e Spettacolo

“E mica ti cade dal cielo, sai? La felicità te la devi conquistare!”
Così Tonino, cantastorie siciliano dall’animo poetico, musicista istrionico e affabulatore, convincerà Maria, fanciulla dal temperamento apparentemente mite e ancora ignara del suo straordinario talento, a seguirlo in un’impresa a dir poco improbabile: scalare l’intero Stivale alla ricerca di fama e gloria per arrivare Fino alle stelle!

Un sogno ardito e un po’ folle. Soprattutto negli anni Cinquanta, in Sicilia e senza un soldo in tasca. Ma alle volte è necessario avere il coraggio di sfidare la sorte per cercare di realizzare i propri sogni, anche a costo di apparire degli illusi. Così, Tonino e Maria, piombati casualmente l’uno nella vita dell’altra, decidono di intraprendere il viaggio. Un viaggio non solo lungo tutta la penisola attraverso regioni, dialetti e leggende, ma anche dentro loro stessi: un viaggio fatto di momenti privati, piccoli dissapori e comiche gelosie.

l’11 e il 12 gennaio 2025
TOPI. A 20 anni dal G8 di Genova 

con Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo 
coproduzione Usine Baug - Campo Teatrale 
con il patrocinio di Amnesty international

*premio Scenario periferie 2021

Vent’anni fa, una città sul mare, odore di basilico e lacrimogeni, in sottofondo Manu Chao e le esplosioni. Il signor Canepa abita in centro storico, ma in quei giorni di luglio ha altre cose per la testa e, se non fosse per i suoni e le grida che entrano dalle finestre, non si accorgerebbe nemmeno di quello che accade fuori. Topi, piccoli e invisibili come fantasmi hanno invaso il palazzo e ora se ne stanno lì a sgranocchiare mele e carote. Bisogna liberarsene, e in fretta, prima che arrivino gli ospiti.

TOPI intreccia ricostruzione storica e invenzione scenica per raccontare, a vent'anni di distanza, il G8 di Genova: una delle ferite più gravi della recente storia italiana. Attraverso il gioco delle metafore, le ricostruzioni sonore, le testimonianze reali (e di personaggi inventati), lo spettacolo offre una molteplicità di prospettive diverse per rendere la complessità di quei giorni e aprire crepe nell'immaginario collettivo, “perché certe ferite, anche se ben nascoste, non si rimarginano mai”.

Note di regia
TOPI è uno spettacolo teatrale che racconta i fatti del G8 di Genova attraverso un dettagliato lavoro di ricerca che ha coinvolto chi quei giorni c’era, ma anche chi non c’era e nella testa ha solo frammenti confusi di cosa accadde. Tutti i testi e le testimonianze utilizzate provengono da interviste, archivi storici, documentari e da centinaia di racconti letti e ascoltati. In TOPI realtà e finzione procedono parallelamente, come fossero una il riflesso dell’altra, fino ad arrivare a incontrarsi, a mescolarsi e a fondersi per far riesplodere quei fatti nella loro tragica potenza narrativa, personale e collettiva.
La ricostruzione storica è affidata a due narratori che ripercorrono l’accaduto attraverso testimonianze orali, registrazioni e ricostruzioni audio. Ma la funzione dei narratori non è solo quella di dare voce alle memorie. Producono e modellano una storia tutta loro: quella della caccia al topo del Signor Canepa. Sandro Canepa è un’allegoria, una trasposizione nell’immaginario, pura invenzione per raccontare Genova in un modo altro e per risolvere l’impossibilità di rappresentare in modo credibile eventi così spropositati.
I due piani narrativi si contrappongono anche per il tipo di linguaggio adottato: da un lato il fluire della parola per ricostruire memorie e punti di vista, dall’altro il silenzio dell’azione che apre a interpretazioni e letture personali.
Perché chi è in fondo Sandro Canepa? Una rappresentazione del potere? Un uomo qualunque talmente preso dalle sue occupazioni da non rendersi conto di ciò che accade proprio sotto casa sua o un dirigente di polizia mangiato dai topi del rimorso? O forse tutto questo, insieme?

il 25 e il 26 gennaio 2025
LA SCIMMIA

di e con Giuliana Musso
testo originale di Giuliana Musso
liberamente ispirato al racconto Una relazione per un’Accademia di Franz Kafka
traduzione e consulenza drammaturgica di Monica Capuani
musiche originali composte ed eseguite da Giovanna Pezzetta
produzione La Corte Ospitale
co-produzione Operaestate Festival Veneto
con il sostegno del Teatro Comunale Città di Vicenza e di MiC e Regione Emilia-Romagna
consulenza scientifica Valeria Vianello Dri, Annamaria Rossetti, Giovanna Bestetti
un particolare ringraziamento a Tiziana De Mario, Annalisa Carrara, Anna Periz, Paolo Nicli, Compagnia Arearea, Damatrà Onlus, Comune di Premariacco

Un essere per metà scimmia e per metà uomo appare sul palcoscenico. È un vero fenomeno: un animale che parla, canta e balla. Un buffone, un mostro comico. È nato dalle ferite dell’anima di Franz Kafka nel 1917, mentre i nazionalismi facevano tremare le vene dell’Europa. Rivive oggi, dopo cent’anni, in una nuova riscrittura di Giuliana Musso, con una più forte consapevolezza politica ed esistenziale.

Si rivolge a un uditorio di illustri accademici, all’alta società del pensiero e della scienza e racconta la sua storia. Scimmia libera, unica sopravvissuta di una battuta di caccia, catturata, ingabbiata e torturata, non può fuggire e per sopravvivere alla violenza sceglie l’adattamento: imita gli umani che l’hanno catturata, impara ad agire e a ragionare come loro. Deve dimenticare la vita nella foresta, rinunciare a sé stessa, ignorare la chimica del proprio corpo e imparare. Imparare il nostro linguaggio. Imparare a ignorare l’esperienza, a pensare senza sentire.

La Scimmia è la descrizione di un’iniziazione inevitabile alle solite vecchie regole del gioco del patriarcato, che impone la rinuncia all’intelligenza del corpo, al sapere dell’esperienza e dell’emozione. Una rinuncia drammatica: senza quella voce interiore, integra e autentica, come si può esprimere l’intelligenza empatica così indispensabile alla sopravvivenza del vivente? La scimmia è il corpo che vive, sente e quindi pensa. È l’animale pienamente umano. Siamo noi.

Note a cura Giuliana Musso
Quando ho iniziato il percorso di sovrascrittura mi sono sempre più allontanata da Kafka e avvicinata a una proposta di riflessione di stampo antropologico. Una delle autrici che più mi ha ispirato per questo lavoro drammaturgico è stata Carol Gilligan, psicologa dell’evoluzione e studiosa di etica. Il tema principale che ho voluto sviluppare è l’adattamento dell’individuo a un sistema culturale violento, dominante, pericoloso. Violento perché normalizza la violenza, dominante perché gerarchizza tutti gli esseri viventi, pericoloso perché ci spinge a una razionalità disumanizzante. In questa mia scrittura la trasformazione della scimmia in umano diviene chiara metafora dell’iniziazione dell’individuo al sistema culturale patriarcale. La conquista della razionalità è descritta come perdita di sé, di autenticità, di coerenza, perché è una razionalità che essenzialmente reprime i bisogni primari degli individui. 

il primo e il 2 febbraio 2025
BUONASERA SIGNOR G. Il teatro canzone di Giorgio Gaber

con Carlo Roncaglia
e con Max Altieri chitarre | Enrico De Lotto basso | Matteo Pagliardi batteria
testi e musiche Giorgio Gaber, Sandro Luporini 
arrangiamenti Accademia dei Folli
regia Carlo Roncaglia
produzione Accademia dei Folli Compagnia di musica-teatro

“Il signor G è un signor Gaber, che sono io, è Luporini, noi, insomma, che tentiamo una specie di spersonalizzazione per identificarci in tanta gente”.  Giorgio Gaber

Più che un omaggio al papà del teatro canzone, lo spettacolo è un viaggio che segue un impulso, un istinto. Di fronte all'immensa opera di Gaber e Luporini ci si sente un po' persi e disorientati e, soprattutto, folgorati dalla straordinaria, a volte straziante, attualità dei monologhi e delle canzoni. Gaber si affacciava sul ciglio di un baratro. Oggi ci troviamo in quel baratro e siamo in caduta libera.

E allora ci siamo davvero abbandonati anche noi in questa caduta libera, con tutta l'incoscienza a disposizione, senza aver paura di sbagliare, di mostrare il fianco, di risultare inadeguati, inadatti. E lo siamo senz'altro, in tutti i sensi. In fondo è tutta una questione di fragilità: saper accettare il disequilibrio, non aver troppo timore di guardarsi davvero. Il fatto è che il Sig. G non è un personaggio. Il Sig. G siamo proprio noi.

Da un marciapiede di una città semi-deserta e buia alla penombra di una camera da letto, dallo spazio soffocante di un ascensore allo specchio del bagno: eccoci a fare i conti con la nostra meschinità, con le nostre più profonde contraddizioni, con le nevrosi e le frustrazioni quotidiane. Ma non è solamente una questione di sopravvivenza: Buonasera Signor G parla anche di speranza, di un sogno che, per quanto rattrappito, è ancora lì, nutrito artificialmente e tenuto in vita con un accanimento terapeutico disperato. Ha il polso debole e respira a fatica ma, nonostante tutto, è ancora vivo, l'uomo.

Abbiamo scelto accuratamente i testi e le canzoni ascoltando prima di tutto la pancia, come avrebbe detto Gaber stesso, e poi cercando il senso, il disegno finale. A ogni replica questa ricerca continua: ogni volta troviamo un senso differente e il disegno ci appare diverso.

Cinico, scanzonato, violento, ironico, Gaber è ancora lì, sul palco, che oscilla dinoccolato cantando le paure e le speranze, le frustrazioni e l'incertezza del vivere, aspettando il momento giusto per spiegare le ali e spiccare il volo.

il 15 e il 16 febbraio 2025
NINA’S RADIO NIGHT

uno spettacolo di Nina’s Drag Queens
di e con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
costumi Federica Ponissi e Giada Masi
produzione Aparte Società Cooperativa

Siamo nel 2222 e da secoli le radio non esistono più: la comunicazione passa attraverso altri canali e la dittatura dell’immagine ha ridotto al silenzio tutte le frequenze. Un gruppo di coraggiose dj, innamorate di quello strumento dimenticato, sfida i tempi e la terribile minaccia di una orwelliana polizia anti-radio captando e ritrasmettendo tracce sonore del passato che ancora navigano nell’etere. Ma per non farsi scoprire serve un’idea: quella di travestire la trasmissione clandestina da spettacolo teatrale.

Sostenute dalla generosità di un filantropo senza volto, il misterioso Aristide Priscilla, fra reperti di ogni genere e moderne reinterpretazioni dei vecchi classici di quella che un tempo fu la radio, le nostre nostalgiche e ribelli conduttrici guidano il pubblico alla riscoperta del fascino antico dell’immaginazione.

Desirée, Demetra, Donata e Dora sono alle prese con la più romantica delle avventure Nina’s. Avvolte da un’atmosfera in bianco e nero, saranno voce e corpo delle divine del passato, sapienti narratrici di mondi perduti, interpreti di capolavori dimenticati, in un susseguirsi di colpi di scena e colpi di sole, battiti del cuore e battiti di ciglia, fino a un finale a sorpresa.

il 7 febbraio 2025
I FIGLI DELL’ILIADE

testo e regia Valentina Paiano
cast in via di definizione
nuova produzione Compagnia Teatro Binario 7 

*debutto
L’Iliade raccontata attraverso le attese prima della partenza e il dolore dei vuoti al ritorno.
Nel mezzo, dieci anni di un conflitto che logora, uccide, fa paura. Un conflitto che vede uomini, donne, dèi e fato alternarsi sul campo di battaglia, in cui eroismi, stupidità, vendetta, onore e disperazione alimentano destini fatti di polvere e condannati a restare nella storia come specchio dell’umanità.
“Perché fate la guerra? Che poi ci tocca studiarla”.
Una riflessione che nasce dall’incontro con alcuni gruppi di giovani adolescenti che si interrogano sulle ragioni del perpetuarsi di lotte e genocidi. La storia, infatti, ci racconta che gli uomini non sono in grado di sradicare questi cicli di violenza e odio, che sfociano in guerre e massacri.
Ma cosa succede agli uomini e alle donne prima e dopo un conflitto? Quali sono le paure e i meccanismi che spingono gli esseri umani a combattere per una terra, un ideale, una presa di posizione o anche per una donna?
Partendo dall’Iliade, lo spettacolo vuole portare alla luce riflessioni, paure e ragioni che spingono gli uomini alle armi, vuole guardare la miseria che resta su un campo di battaglia e nei cuori delle persone, in conseguenza di tanto dolore.
Il prima e il dopo la grande epopea che studiamo da sempre, perché da sempre è simbolo e immagine dell’umano davanti al terribile gioco della guerra.

dal 27 febbraio al 2 marzo 2025
IL MONDO NUOVO

dal romanzo di Aldous Huxley 
drammaturgia e regia Corrado Accordino 
con Daniele Ornatelli, Alessia Vicardi, Silvia Rubino, Valentina Paiano, Dario Marvulli, Daniele Crasti, Sebastiano Tamburrini
nuova produzione Compagnia Teatro Binario 7

*debutto

Distopia quale Realtà. L’idea. Perché rappresentarla. Sono sempre stato affascinato dalla visione profetica e affatto paradossale del Mondo Nuovo.
Un libro che è un monito e un segnale d’allarme: scritto quasi cento anni fa proprio nel nostro presente, mostra tutta la sua inquietante potenza visionaria. Huxley parlava di modifiche del corpo umano basate su esperimenti biologici: oggi si legge di ingegneria genetica e di sperimentazione sul DNA come di un dato di fatto. Huxley ipotizza una società dove la fecondazione vivipara viene sostituita da quella artificiale e gli individui sono fecondati e allevati in incubatori. Una società in cui le menti sono preventivamente condizionate con tecniche ipnotiche. Una società suddivisa in caste, dall’Alfa Plus alla Epsilon, e privata del nucleo familiare: una società in cui sono aboliti i concetti di monogamia, di religione, di cultura. Con il fine ultimo di plasmare una società pronta a realizzare la Felicità Universale.
Un gioco intellettuale, certo: una provocazione sociale. Ma quando oggi si parla di ingegneria genetica e di sperimentazione sul DNA, le modifiche al corpo umano, basate su esperimenti genetici che Huxley descrive, perdono tutto il loro significato provocatorio per diventare riflessioni sul futuro che possiamo desiderare. 
La realtà che Huxley ha creato si pone davanti a problemi che oggi sono comuni a ogni latitudine: sovrappopolazione, propaganda, super organizzazione sociale. Descrive una realtà in cui l’umanità è sotto l’influsso di un’ipnosi collettiva, priva di emozioni autentiche e schiava di droghe che controllano gli umori e allontanano la tristezza. Distopia o realtà?
Huxley immagina una società profondamente diversa da quella teorizzata da George Orwell. Nella Londra orwelliana il regime totalitario è esercitato e imposto con la paura e l’inganno. Per Huxley, invece, la guerra sul controllo delle menti si applica con il condizionamento mentale fin dalla nascita. Nel mondo del Grande Fratello si vive nel sospetto, nell’ansia costante di essere spiati e osservati: nel Mondo Nuovo di Huxley si vive nell’illusione di essere tutti solidali e felici. Due prospettive agghiaccianti che hanno come fine comune l’annullamento delle diversità e il controllo delle masse. In una realtà come la nostra, anche se molto distante da quella descritta nel Mondo Nuovo, sta per avvicinarsi una rivoluzione biologica senza precedenti. Una buona parte dell’umanità è già fortemente manipolabile attraverso gli attuali strumenti di persuasione e di seduzione. Forse siamo già condizionati più di quanto immaginiamo di essere. Prima di diventare completamente “programmabili”, sollevare un’osservazione critica sull’argomento è un impegno artistico necessario.
Corrado Accordino

il 15 e il 16 marzo 2025
OPERACCIA SATIRICA. La guerra dei sogni

di e con Paolo Rossi
musiche dal vivo Emanuele dell’Aquila, Alex Orciari e ospiti improvvisi
collaboratrice alla messa in scena Caterina Gabanella
produzione Agidi

Chi è capace di narrare storie ha il potere di governare il mondo - che sia una nazione, un condominio, una famiglia o una coppia.

Le operacce satiriche sono creazioni stravaganti che nascono da diverse ispirazioni: la lettura dei grandi classici letterari che vengono trasformati in buffe composizioni, episodi “rubati“ dalla vita vissuta e dal mio personale repertorio poi rielaborati e trasformati in poesie comiche che, grazie all’accompagnamento musicale, si tramutano in una canzonaccia popolare.

Il linguaggio è scorretto, variegato, ricco di storpiature, parole e suggestioni strane, ma facilmente comprensibili per tutti. Rimangono fondamentalmente delle storie: noi ci sforziamo di raccontarle al meglio per combattere il senso di disorientamento e smarrimento che proviamo pensando a come è governato il mondo che viviamo. 

Se si smarrisce la strada, l’unica direzione è perdersi nelle nostre storie. Cantando, ridendo, ballando e ridendo ancora, e sarà proprio così che ci ritroveremo. Ad ogni modo, si ride. Tanto.
Paolo Rossi

il 29 e il 30 marzo 2025
ROSELLA

di Alberto Saibene e Egidia Bruno 
con Egidia Bruno
luci e suoni di Vincenzo Vecchione

La storia è quella di una ragazza di un paese del sud Italia che si trasferisce a Milano negli anni del boom economico. Come milioni di persone è attratta dalle possibilità di lavoro, dal mito della grande città e, nel suo caso, anche dalla volontà di sottrarsi a una condizione femminile che si perpetua da secoli. In fondo parte perché partono tutti e ad attenderla ci sono parenti emigrati prima di lei. 

I periodici ritorni di Rosella al paese mettono in evidenza una continua contrapposizione tra Nord e Sud. E la sua storia personale si intreccia con la storia di una nazione, nel periodo che va dagli anni Sessanta agli inizi degli anni Novanta: piazza Fontana, la legge sul divorzio, il terremoto in Irpinia. Un’epoca in cui la nostra società è davvero cambiata. 

dall’11 al 13 aprile 2025
INADEGUATO

scritto da Cinzia Spanò e Nicola Stravalaci
con Nicola Stravalaci
regia Cinzia Spanò
nuova produzione Compagnia Teatro Binario 7


Dal primo giorno di scuola alle prime esperienze di lavoro. Dal rapporto con la propria fisicità a quello complicato con “il divino”, passando per la relazione con il resto del mondo.
Quante volte nella vita ci siamo sentiti inadeguati rispetto a qualcosa o rispetto a qualcuno? 
Chissà se un attore prova lo stesso sentimento? Chissà se, sotto la maschera del personaggio, giù dal palcoscenico, terminati gli applausi, anche gli attori fanno i conti con le proprie paure, le ansie, le aspettative e cedono arrendevolmente anche loro a una sensazione di inadeguatezza?

Uno spettacolo che inizia dalla fine per raccontare quello che sarebbe stato se solo il sentirsi inappropriato non avesse avuto la meglio sul protagonista proprio al “chi è di scena”. Un flusso di parole ironico e divertente per raccontare quella sensazione di non essere mai veramente all’altezza per arrivare alla fine a porsi la domanda più importante: è davvero indispensabile lottare contro questa sensazione o c’è una forza (e una bellezza) anche nel non rispondere a determinati standard, nel non adeguarsi a qualcosa o qualcuno, nell’accettare di essere fieramente e consapevolmente inadeguati? Al pubblico l’ardua sentenza.

dall’8 all’11 maggio 2025
I LIBRI NON SERVONO A SPARARE

scritto e diretto da Corrado Accordino
cast in definizione
nuova produzione Compagnia Teatro Binario 7

*debutto

Un racconto semiserio sui danni psicologici e fisici che possono provocare i libri. Dai problemi posturali all’abbassamento della vista, dalla scoliosi al tunnel carpale, fino alle questioni più delicate della percezione personale della realtà. In questa storia lunga una vita e milioni di pagine accompagneremo il nostro eroe nel suo viaggio dall’infanzia all’età matura. Affronteremo la manipolazione che le mamme di tutto il mondo adottano sulla psiche dei neonati presentando un mondo pericolosamente illusorio fatto di favole e nuvole rosa; indagheremo i tranelli dei libri di formazione che hanno indotto il nostro eroe, e centinaia di altri ingenui lettori, a camminare scalzo nel deserto e a cercare il lume della verità in un tempio buddista ai piedi dell’Himalaya o in qualche centro milanese dietro piazza San Babila; cadremo nella seduzione dei grandi scrittori che vogliono mostrarci le allegorie esistenziali che permeano la realtà vista con gli occhi di uno scarafaggio o di una faina. Mentre, fondamentalmente, gli scarafaggi fanno schifo e le faine possono mordere se minacciate. Uno spettacolo provocatorio che inneggia alla libertà della leggerezza del pensiero.

L’ALTRO BINARIO

l’11 ottobre 2024
LA MADRE DEL MARITO DI MIO FIGLIO

di Giulia Lombezzi 
con Marisa Miritello e Elisabetta Torlasco 
regia Patrizio Luigi Belloli 
produzione Compagnia Miritello-Torlasco 

Luisa e Alba sono due signore milanesi molto diverse per educazione, stile di vita e carattere che si trovano a dover organizzare insieme la festa per l'unione civile dei loro figli. 
Durante i mesi che precedono la cerimonia si trovano costrette a collaborare nonostante l'evidente insofferenza reciproca: devono mettersi in discussione, sopportarsi e soccorrersi - finendo per sviluppare un rapporto tanto complicato quanto esilarante - e scoprendo che a volte l’amicizia può celarsi nei luoghi più impensati.

La madre del marito di mio figlio è un crescendo di situazioni dissacranti, conflittuali e tenere, che ribaltano continuamente il punto di vista sulla realtà e sfidano apertamente la dittatura del politically correct. In fondo alle risate, sotto alla linea comica, si materializza un mondo sfaccettato e contraddittorio: quanto è moderno il nostro paese oggi rispetto alle unioni civili, e in generale nei confronti del mondo Lgbtq+? Quanto è retrogrado?  Cosa significa, in questi anni, in Italia, essere il genitore di un figlio o di una figlia omosessuale? Le cronache spesso ci restituiscono episodi di violenza psichica e fisica nei confronti delle persone Lgbtq+, ma dietro a questo acronimo ci sono realtà genitoriali e parentali che vivono la paura per i loro figli di far parte di in una società ancora per certi aspetti omofoba.

il 25 ottobre 2024
POLMONI

di Duncan Macmillan
traduzione di Matteo Colombro 
con Michele de Paola, Marisa Grimaldo
con la supervisione di Giovanni Malafronte
produzione Compagnia Mar Giomitch 

U (uomo) e D (donna) sono una giovane coppia che contempla la possibilità di avere un figlio. L’intero atto unico racconta la loro storia d’amore dai trent’anni fino alla loro vecchiaia: D rimane incinta, ha un aborto spontaneo, i due si separano. U ha un’altra ed è in procinto di sposarsi ma D bussa alla sua porta pochi giorni prima dell’evento: è incinta, lui è il padre.
D e U si sposano, hanno un figlio. Assistiamo al suo primo giorno di scuola, alla sua laurea al suo matrimonio per proseguire con l’operazione al cuore di U e la sua morte.
Nell’ultima scena D, rimasta sola, visita la tomba del marito.

Note di regia
Ogni fase della vita ha le proprie tappe e i propri traguardi. A trent’anni i nostri genitori erano sposati, avevano già due figli, un lavoro stabile. Anche loro avranno avuto paura delle proprie scelte e delle responsabilità che esse comportavano, ma si sono mossi su dei binari sicuri, su cui era difficile deragliare.
Da quando abbiamo superato i trenta, anche noi, avendo tutti e tre una relazione stabile, ci siamo chiesti, a più riprese, se era il caso di fare un figlio e, se sì, quando. A queste domande non riusciamo a dare una risposta ferma. Da un lato ci sembra di avere mille obiettivi personali da perseguire, di avere ancora così tanto da capire, che insegnare ad un altro essere umano come si sta al mondo, ci sembra un’impresa titanica.
Polmoni quindi ci ha molto colpiti: non solo perché perfettamente in linea con il nostro sentire, ma anche per il suo rapporto con il tempo, che potremmo definire il terzo protagonista. In un’ora e mezzo di spettacolo si assiste al susseguirsi di almeno quarant’anni di vita di una coppia, puntando la lente d’ingrandimento soprattutto in quella fase in cui c’è il difficilissimo passaggio da “figli” a "genitori". Nel testo vediamo susseguirsi le ambientazioni più disparate: U e D sono prima all’Ikea, poi all’interno di una macchina, di un soggiorno, al parco, in un bagno pubblico, al bar e così via. Nella nostra messa in scena il palco è vuoto, come consigliato dall’autore. Però l’uso di alcune musiche e di pochi elementi scenici trascina lo spettatore in una dimensione più astratta e immaginifica, in contrapposizione con la recitazione serrata e concreta dei due interpreti.
Lo spettatore si trova in uno spazio neutro, in cui tutto può essere qualsiasi cosa e in cui il tempo non è assoluto e progressivo ma asseconda il sentire dei due protagonisti nella loro ricerca del profondo senso dell’essere genitore e della vita in generale. Data la natura del nostro impulso comune nella scelta di questo testo e la natura dello stesso, nell’ essere sorretto unicamente dal rapporto e dal gioco dei due attori in scena, abbiamo deciso che la regia fosse condivisa.

l’8 novembre 2024
LA FORNARINA. LA SPOSA SEGRETA DI RAFFAELLO 

regia Giacomo Ferraù
con Giulia Bellucci
drammaturgia Simone Faloppa e Giulia Viana 
musiche originali Diego Guarnieri
produzione Eco di fondo
si ringraziano AMAT, Comune di Urbino, Tindaro Granata, Lorenzo Crippa

"Come possono le mani di un uomo dipingere il divino?".
Se lo chiede la giovane Margherita, figlia di un fornaio di Trastevere, ammirando le tele del “divin pittore”. Il maestro Raffaello Sanzio l'ha scelta come modella e la ritrae in uno dei dipinti più famosi e controversi di tutti i tempi: la Fornarina.

Arte e amore, sacro e profano si fondono in questa tela e nell'incredibile storia della sua modella, Margherita Luti, prima chiamata con nome di ragazzo per volere del padre, poi rapita per amore, accusata di stregoneria e infine rinchiusa in un convento di clausura per nasconderla agli occhi del mondo.

Uno spettacolo che contrappone alla drammatica storia d'amore tra Raffaello e Margherita una girandola di personaggi divertenti e pieni di vita, visti attraverso gli occhi della protagonista. Riaffiorano nel ricordo e nelle storie dando vita ai vari Agostino Chigi, papa Giulio II, Leone X, Giulio Romano, alle suore - ma anche a panettieri, garzoni, levatrici e prostitute: un ecosistema delicato e raffinato di creature disegnate come una caricatura in chiaroscuro, secondo un gioco teatrale che non scade mai nella parodia. 

Tutti quelli che Margherita ha incontrato arrivano evocati da oggetti, indumenti, cadenze. Avvicinano il pubblico al riconoscersi nella vita di ogni giorno e popolano lo spazio vuoto della scena come i fantasmi di un tempo che fu e che forse ha ancora molto da dirci.

Raffaello e Margherita, una delle storie d'amore più belle di tutti i tempi. 
Dalla farina alla tela, dalla bellezza all'amore, dalla morte all'eternità.
"Chi l'avrebbe mai detto che anche una Fornarina si meritasse tanta bellezza?".

il 15 novembre 2024
I GRECI, GENTE SERIA! COME I DANZATORI 

ideazione, drammaturgia e messa in opera Roberto Scappin e Paola Vannoni
coproduzione quotidianacom, Tuttoteatro.com, Kronoteatro
con il sostegno di Regione Emilia Romagna

*spettacolo vincitore del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2022

Danza come prova di resistenza? 
O, forse, pensiero prova di resistenza.

Quando si viene sorpresi a non far nulla e ci si giustifica dicendo "Stavo pensando", non si viene forse derisi, in qualche modo silenziosamente sbeffeggiati?

Pensiero e danza hanno un ulteriore elemento in comune: il rigore.
Il rigore conduce a degli esiti, e le risultanze rappresentano il compimento, l'approdo, la fine. 
Senza la quale manchiamo di senso. 
Lo sapevano i greci, definendosi "mortali". 
       
Cosa succede se un danzatore e un filosofo si incontrano?
Cosa succede se a “incarnare” il filosofo e il danzatore è una sola figura?
Chi dei due si confonderà? 
Sono complementari?
L’obbedienza filosofica del corpo.
La disobbedienza ballerina della mente.

La mente del filosofo si svuota.
La mente del danzatore si anima.
La mente del filosofo danza.
Il corpo del danzatore pensa. 
Ora sono entrambi interessati a una nuova attività. 
Stavo danzando.
Stavo pensando.                        

Una prova di resistenza.

il 6 dicembre 2024
CASSANDRA 

da uno studio su Eschilo, Christa Wolf e Wisława Szymborska
testo e regia Silvia Priori
con Silvia Priori e Arianna Rolandi
musiche e testo canzoni Marcello Franzoso
produzione Teatro Blu
in collaborazione con l’Università degli studi dell’Insubria di Varese

In quanti di noi c’è una Cassandra?
Una donna che vuole parlare con la sua voce, liberamente, apertamente, lucidamente, senza voler sottostare ai ricatti di chi vuole zittirla. Cassandra, figlia di Ecuba e Priamo, re di Troia, è la profetessa inascoltata che non viene creduta nonostante la sua capacità di predire il futuro e che per questo sarà considerata pazza e condannata alla solitudine.

Nello spettacolo si racconta la guerra di Troia attraverso le gesta degli eroi - Achille, Ulisse, Ettore - accompagnate dai moniti e dai lamenti delle donne - Ecuba, Andromaca, Cassandra. Si raccontano il rapimento di Elena da parte di Paride e la vendetta di Menelao che, insieme al fratello Agamennone, conquisterà Troia. 

Note a cura di Silvia Priori
È da lungo tempo che penso a Cassandra: che mangio, bevo e dormo con lei, che leggo, studio, ricerco e seguo le sue tracce. Omero, Euripide, Eschilo ma, soprattutto, Christa Wolf e Wisława Szymborska hanno dato forma e vita alla mia Cassandra. Un personaggio femminile così controverso e così attuale. Cassandra dice ciò che vede e che dovrà accadere: vede la guerra, la distruzione, lo scorrere del sangue, il lamento delle madri e dei padri, lo sbriciolarsi delle mura e il vento che spazza via tutto. Sente il lamento provenire dal futuro, sente gridare la Terra, la nostra Madre Terra che piange e trema. Perché ancora stermineremo intere foreste, avveleneremo la sua aria e le sue viscere. Semineremo guerra e discordia, estingueremo le altre specie. Gli elementi ci avviseranno: sole, vento, mari, terre si rivolteranno. Ma noi resteremo ciechi e sordi finché il più lieve dei suoi lamenti devasterà tutto. Cassandra cerca di portare una striscia di futuro nell' oscuro presente. Cerca e trova possibili soluzioni all' apparente inesorabilità degli eventi e invita gli uomini alla prudenza. La maledizione di Cassandra sta soprattutto nel non poter comunicare e nel non poter interagire con l’altro. Non è semplice mutismo: è privazione dell’interrelazione, della capacità di relazionarsi con gli altri e con il mondo esterno. 
Cassandra è un invito a promuovere la parità di genere. A oggi le donne continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni decisionali della vita politica, sociale ed economica in molte nazioni. Lo spettacolo vuole essere un invito, soprattutto rivolto ai giovani, a promuovere il pieno godimento dei diritti delle donne. Ma Cassandra è anche un invito alla prudenza. Prudenza nelle relazioni verso i nostri simili e prudenza verso la Madre Terra. La prudenza è una delle quattro virtù cardinali sin dall'antichità greca e romana: è il saper agire rettamente, valutando ciò che è bene e ciò che è male.

il 13 dicembre 2024
CARNAGE A TROIS

di e con Nicola Lorusso, Sara Pagani e Alberto Viscardi
con il sostegno di Teatro Erbamil


La classica storia di una moglie che tradisce il marito, di un marito che non vuole essere lasciato e di un amante che desidera uscire dal ruolo di terzo incomodo. La classica storia insomma, fino a che non balza nella mente dei due amanti l’idea di ammazzare il marito. 

Ma è veramente questo quello che desiderano? È veramente lui quello che deve soccombere, o spetterebbe a un altro all’interno di questo triangolo? Non è forse rassicurante così com’è, questo equilibrio trino? 

Un testo scoppiettante che, attraverso ironia, surrealismo, grottesco, humour nero e comicità, sfida i cliché di una classe sociale, quella borghese, per scardinarla dal profondo e mostrare quanto siano stretti e interdipendenti i rapporti di amore e odio al suo interno. 

il 24 gennaio 2025
AMLETO, TUTTO QUELLO CHE NON SO

di Matteo Ippolito e Luca Spadaro
con Matteo Ippolito
regia di Luca Spadaro
produzione Teatro d’Emergenza

Amleto, tutto quello che non so nasce da una domanda ben precisa: come si fa a diventare grandi? Da qui si apre il vaso di Pandora, che diventa la testa di Amleto. È da questa domanda che nasce la necessità di esplorare l'universo di Amleto fuso con il processo di crescita ed esplorazione di un normale individuo dei giorni nostri. 

Il punto di partenza dell’Amleto sono le domande solite e irrisolte che attanagliano tutti. Domande vaghe e fondamentali sulla vita, la morte, le relazioni, la realtà e la finzione. Per fare di queste domande il centro della propria esistenza, senza stancarsi e metterle da parte, per esplorarle senza fermarsi ci vuole un’energia formidabile, quella che anima i bambini e gli eroi. E così dovrebbe essere Amleto, e l’attore che lo interpreta: un bambino, un eroe. 

Come si fa a gestire tutto quello che stiamo diventando? Non abbiamo le istruzioni per diventare grandi, per crescere, non sappiamo cosa ci aspetta domani, o tra un' ora o tra un minuto: eppure siamo in moto e non ci fermiamo. Siamo una pallina su un piano inclinato. Esattamente come Amleto nell'opera di Shakespeare. Cosa accade nel fare incontrare e collidere una persona reale con un personaggio archetipico? Un personaggio da solo in scena che, nella invincibile solitudine che è il destino di tutti noi, si fonde perfettamente con uno dei racconti più tragici e potenti della storia del teatro mondiale. Da qui, dalle domande, inizia il personalissimo punto di vista di Amleto rispetto a ciò che accade nella sua storia, punto di vista che si fonde con quello di un attore, di una persona normale, che centinaia di anni dopo incontra le stesse densità, gli stessi scogli, le stesse paure.

C'è anche un altro punto.
Amleto è un eroe atipico. Amleto è un ragazzo normale catapultato nell'impossibile, preso e lanciato nelle responsabilità, nelle conseguenze delle azioni. Amleto, come molti di noi, è un ingranaggio non perfetto inserito quasi per caso in qualcosa di più grande di lui: la vita.

Note
In questo spettacolo il teatro viene usato tutto: palco, platea e ogni anfratto che possa essere condiviso da chi recita e chi guarda. Ma anche le forme teatrali vengono usate tutte: stand up, poesia, racconto, teatro fisico, commedia, tragedia. Tutto quello che serve. Tutto questo caos creativo ha un obiettivo semplice: provare a creare per un’ora una relazione concreta tra attore e spettatore. 

il 21 e il 22 febbraio 2025
SECONDO RICCARDO

liberamente ispirato al Riccardo II di Shakespeare
regia Alejandro Bonn
progetto drammaturgico Davide Rossi
con Alejandro Bonn, Romina Colbasso, Veronica Dariol, Davide Rossi
uno spettacolo Artifragili
produzione Bonawentura

Un assassinio. Due persone si accusano davanti al Re. Non sanno che è proprio il Re a essere colpevole. Un abuso di potere, un esilio, una guerra persa in partenza. Un colpo di stato.
Il cugino esiliato è tornato in patria con un esercito.
Il Re non può fare nulla se non cedergli la sua corona. 
Cosa rimane sotto quella corona dorata?
Un uomo una volta convinto di essere un dio. Ora disilluso, distrutto. Solo.
Un complotto, un assassinio. Il vecchio Re è morto. Il nuovo Re l’ha ucciso.
Gli attori al centro del teatro, gli spettatori attorno, pronti a partecipare a questa storia. 
Alla fine, un dj set.

Una pedana all’inizio della platea: gli spettatori possono mettersi tutt’attorno, sulle sedie disposte sul palco e sulle poltrone rimanenti in platea. Gli attori accolgono il pubblico in un’atmosfera rilassata, accompagnandoli alle sedie dopo aver fatto qualche passo di danza insieme. Poi si comincia e si percorre la storia di Riccardo e di Bolimbroke, passando attraverso quelle storie di Gaunt, di York, di Mowbray e di Merlo. Tutto ruota attorno a una presa di potere, a una svolta epocale: la fine del potere concepito come di attribuzione divina e l’inizio di un potere sostenuto dal popolo. Il contesto è quello di un dj set, per cui il pubblico è invitato a ballare durante lo spettacolo: lo fa ascoltando le parole di Gaunt in veste di vocalist, che ha deciso di togliersi la vita e che ci concede il suo ultimo avvertimento. La musica diventa parte fondamentale della drammaturgia e accompagna gli spettatori tra una scena e l’altra, da un contesto ad un altro, spesso in contrasto con quello che accade.

Note sul progetto
William Shakespeare scrisse le sue opere in un’epoca in cui la partecipazione agli eventi teatrali era fondamentale, in quanto riconosciuti come momenti di riflessione politica per immaginare insieme in che direzione potesse andare la società. Nei teatri inglesi elisabettiani era normale vedere aristocratici, commercianti, manovali e contadini assistere allo stesso spettacolo. Shakespeare raccontava di personaggi e situazioni note alla gran parte dei suoi concittadini, così da avere a disposizione un terreno di riferimento comune per far accedere ai suoi contenuti chiunque.
Con il progetto Secondo Riccardo la compagnia Artifragili vuole rilanciare una partecipazione attiva all’arte teatrale propria dell’epoca di Shakespeare, intesa cioè come momento di riflessione comunitaria sulla società in cui viviamo oggi. Abbiamo quindi deciso di riscrivere il Riccardo II (testo poco conosciuto, ma con una trama molto avvincente e forti tematiche politiche), a partire dall’incontro con la nostra comunità, incontrandola nei bar cittadini per discutere delle tematiche presenti nel testo attraverso attività e giochi ogni volta diversi.

il 7 marzo 2025
LA MORTE TI STA ACCANTO

da L’uomo dal fiore in bocca e La Patente di Luigi Pirandello
di e con Enrico Roveris

Due novelle, due atti unici di Luigi Pirandello in cui i temi della morte intimata e della morte subita si alternano tra umorismo e tragedia, relativismo e condanna. Rosario Chiarchiaro e L’uomo dal Fiore in bocca potrebbero essere lo stesso uomo, un uomo come tanti che per amore di famiglia e della Vita si destreggia tra pregiudizio e casualità. Unico imprevisto: lo sguardo del prossimo.

il 21 marzo 2025
PUSKÁS CHI?

scritto da Gianfelice Facchetti e Fabio Zulli
drammaturgia Gianfelice Facchetti e Fabio Zulli
regia Gianfelice Facchetti
coaching Paolo Antonio Simion
musiche Andrea Inchierchia
primo spettatore Pablo Solari
produzione Teatro degli Incamminati

Una storia vera? “Non so, io tendenzialmente dimentico tutto”. A partire dai ricordi di Ferenc Puskás ecco un racconto che parla di memoria e rinascita.

Negli anni Cinquanta il fuoriclasse ungherese diventa una leggenda: non solo per i tifosi di calcio, ma per l’intera nazione. Quando i russi reprimono la rivoluzione ungherese dell'ottobre ’56, Puskás sceglie di non tornare in patria: per il governo diventa un traditore, ma non per il suo popolo - e questo nonostante le autorità ungheresi facciano il possibile per cancellarne la memoria, spacciandolo addirittura per morto.

Ma la storia di Puskás è solo all’inizio: nella sua “seconda” vita in Spagna al Real Madrid vince tre Coppe dei Campioni e un Intercontinentale. Ma il morbo di Alzheimer lo emargina nuovamente, portandolo alla morte povero e dimentico di sé. Dal suo ricovero all'ospedale di Budapest inizia il monologo: un viaggio nei ricordi della vita di Puskas e del suo medico curante Gabriel Tulipan.  Una patologia che il dottor Tulipan ipotizza essere una “strategia messa in atto dall'organismo che sceglie di dimenticare per conservarsi più a lungo”.

Una riflessione esistenziale: cosa rimane di un uomo che non ha ricordi? 
I racconti di Puskás restituiscono lo spaccato sociale dell’Ungheria del dopoguerra e la forza di un uomo che voleva solo essere libero.

il 28 marzo 2025
TUTTI BENE MA NON BENISSIMO

di e con Daniele Vagnozzi
regia Daniele Vagnozzi
in collaborazione con Compagnia Caterpillar
con il sostegno di Teatro Panettone di Ancona
con il contributo di Banca BCC di Ancona e Falconara Marittima

si ringraziano REC106 Studios, Giuliani Occhiali, Gigolé Abbigliamento

Hai mai pensato di voler risolvere i tuoi problemi psicologici da solo/a?
E se ti trovassi in terapia da te stesso/a, che cosa ti diresti?

Un monologo comico e poetico sul rocambolesco rapporto tra giovani e psicoterapia.

Tutti i terapeuti della città sono momentaneamente al completo e Amedeo, un ragazzo di trent'anni alla disperata ricerca di un aiuto, non sa proprio cosa fare. Decide così di iniziare a seguire gli strampalati consigli dello psicologo più famoso d’Italia, il dottor Onesto, che nella sua celebre trasmissione insegna come auto-aiutarsi attraverso il pensiero positivo. 

Ce la farà Amedeo ad arrivare in fondo a questo duro percorso? Tra psicoanalisi auto-somministrata e assurdi sogni da auto-interpretare, compirà un viaggio nel proprio subconscio fino a comparire di fronte al più temibile terapeuta di tutti i tempi, sé stesso.

l’11 aprile 2025
THE LEMON FAMILY

di e con Rossana Carretto e Mico Pugliares
movimenti coreografici Romina Contiero

Annamaria e Franco sono una coppia di ultra cinquantenni, sposati da circa 25 anni, istruiti - colti, potremmo dire - benestanti, progressisti. Una coppia sempre pronta a comprendere, a immaginare le necessità del mondo. 
Ma come tutti i cinquantenni anche loro devono fare i conti con il nuovo che, questa volta, li tocca direttamente. Ed è qui che la fatica si mostra: ed è qui che viene fuori la differenza tra l’apertura ipotetica e l’affanno del dover gestire un mondo che va più veloce di loro.
“La loro generazione ha perso?” (cit. Gaber): forse sì, forse no. Eppure hanno seguito le regole: studi, ti laurei, trovi un lavoro e loro lo hanno trovato. Ma adesso uno non basta, ne devi trovare un altro, anche mezzo, fai la giravolta, falla un’altra volta.
Travolti dai figli, dal lavoro, dalle gomme quattro stagioni, dal politicamente scorretto e corretto sambuca, dai sensi di colpa, dall’olio di palma - ah no, adesso questo si può usare. Insomma: travolti da tutto e da niente sono diventati aspri, molto acidi, proprio come i limoni.
Un’attrice, un attore e tanti personaggi in un esperimento, almeno per loro, di scrittura e di regia a quattro mani.

TERRA
Musica, voci e paesaggi sonori

Buona Musica! 
Con lo stesso augurio dello scorso anno mi accingo a questa quarta stagione di direzione artistica di concerti al teatro Binario 7: lo faccio con con un rinnovato impegno e con l’entusiasmo che derivano dalla fiducia della direzione del teatro e dal successo di pubblico delle scorse edizioni, con un numerosi spettatori ormai quasi “fidelizzati”, che hanno premiato le nostre scelte con un’assidua frequentazione delle serate musicali.
I concerti saranno otto a scadenza mensile e manterranno l’impostazione tematica che li ha sempre contraddistinti. Caratteristiche peculiari saranno sempre la particolarità dei repertori, la presenza di grandi solisti internazionali, la curiosità delle scoperte o delle riscoperte musicali, come nel concerto di apertura dedicato al mondo delle colonne sonore italiane con Nino Rota, Piero Piccioni e un Morricone “nascosto”, cantato in portoghese sui testi della grande Dulce Pontes.
Il concerto successivo, proposto da Cuartet allargato anche alle percussioni, ci farà scoprire pagine deliziose e quasi inedite di Ellington, il Duke della musica americana del Novecento. I Caledonian Companion, emanazione dei celebri Birkin Tree, ci porteranno nelle atmosfere natalizie con le musiche di area celtica, mentre il 2025 si aprirà con i solisti dell’Orchestra Tipica Marcucci, grandi protagonisti del tango nel nostro paese.
Verrà rinnovata la felice collaborazione con le istituzioni austriache con l’invito di uno dei più importanti quartetti d’archi della scena europea, il Chaos String Quartet. Tornerà a grande richiesta il mio singolare trio Classic&Jazz, che porterà sul palco del Binario 7 un programma dedicato alle grandi canzoni italiane del Novecento, rivisitate con il tipico spirito e la sonorità di questo gruppo.
Recupereremo il 22 marzo 2025 il concerto dedicato alla musica etnica europea di qualità, che lo scorso anno abbiamo dovuto sostituire, riproponendo l’affascinante strumento handpan, una percussione “melodica”, che tanto gradimento ha avuto presso il nostro pubblico. La chiusura mi vedrà protagonista con la violoncellista Marcella Schiavelli e un ballerino di tip tap in un programma davvero originale dedicato ai ruggenti anni Trenta americani.
Una stagione ricca di emozioni in musica che spero nuovamente di condividere con molti di voi.

Roberto Porroni
direttore artistico della stagione musicale Terra

TERRA

il 26 ottobre 2024
LA MUSICA ITALIANA NEL CINEMA
Rota-Fellini, Morricone “Portoghese”, Piccioni-Sordi

con Ensemble Duomo
Roberto Porroni, chitarra
Roberto Ficili, violino
Pier Filippo Barbano, flauto
Antonio Leofreddi, viola
Marcella Schiavelli, violoncello
e con Priscila Ribas, canto

La musica italiana per il cinema ha originato capolavori indimenticabili creando straordinari connubi tra registi e compositori. Tra questi, quello tra Federico Fellini e Nino Rota che ha dato veste musicale ai capolavori felliniani qui proposti: dai più famosi La strada e La dolce vita ai meno frequentati Il bidone e Casanova. Stretto anche il legame tra Alberto Sordi e Piero Piccioni, musicista spesso sottovalutato. Il programma comprende poi un Morricone molto particolare, “cantato” in portoghese su testi scritti appositamente dalla grande interprete Dulce Pontes.

il 16 novembre 2024
ELLINGTON: THE DUKE

con Cuartet
Roberto Porroni, chitarra
Adalberto Ferrari, clarinetto e C-melody
Marija Drincic, violoncello
Mario Ricci, contrabbasso
e con Tommy Bradascio, batteria

Protagonista assoluto del panorama musicale del XX secolo, Duke Ellington propone un jazz caratterizzato da un’eleganza estrema e da una ricerca continua. Accanto ai capolavori più noti, il concerto propone l’esecuzione di una produzione poco frequentata ma di alto valore artistico e di recente riscoperta, come il brano A turquoise cloud e i Sacred Concerts (Concerti Sacri) con cui Ellington, che li definì la sua creazione più importante, voleva portare il jazz nelle chiese.

il 21 dicembre 2024
NATALE…RACCONTI DI CORNAMUSE
Fabio Rinaudo, cornamuse
Laura Torterolo, voce e chitarra
Luca Rapazzini, violino

Natale: presepi, pastori e cornamuse.
Una narrazione musicale per raccontare l’antica storia del presepe e della cornamusa nella tradizione del Santo Natale, con musiche da Irlanda, Francia e Italia, con il trio di Fabio Rinaudo, parte dei Birkin Tree, il gruppo di punta italiano nell’ambito della musica celtica, unico ensemble straniero a essere stato invitato in festival in Irlanda.

il 18 gennaio 2025
TANGO DA CONCERTO
con Quartetto dell’Orchestra Tipica di Alfredo Marcucci
Ezio Borghese, bandoneon
Ciro Cirri, contrabbasso
Marco Fringuellino, pianoforte
Enrico Luxardo, violino

L’Orchestra Tipica di Alfredo Marcucci ha segnato un passaggio importante per la diffusione del tango in Italia. Quattro dei suoi solisti ci invitano a un viaggio immaginario nel Caminito de la Boca di Buenos Aires, dove si balla il tango tutto il giorno, con brani che percorrono l’intera parabola evolutiva del tango - da Pugliese, Troilo e Villoldo sino alle ultime creazioni di Piazzolla.

l’8 febbraio 2025
HAYDN, LIGETI, MENDELSSOHN
con Chaos String Quartett
Susanne Schäffer,  violino
Eszter Kruchió, violino
Sara Marzadori, viola
Bas Jongen, violoncello
* Concerto in collaborazione con il Forum Austriaco di cultura a Milano e il Ministero degli Affari Esteri Austriaco

Questo straordinario quartetto d’archi si sta esibendo in tutte le maggiori istituzioni musicali europee: ha vinto alcuni dei più importanti concorsi internazionali per quartetto e i suoi musicisti sono stati scelti dalla BBC come “Artisti di Nuove Generazioni” per il triennio 2023-25.

l’8 marzo 2025
LE GRANDI STAGIONI DELLA CANZONE ITALIANA
CLASSIC & JAZZ

Max De Aloe, armonica cromatica
Roberto Porroni, chitarra
Tommy Bradascio, batteria

Torna a grande richiesta il gruppo che unisce una dimensione classica e jazz della musica con un programma che esplora in modo raffinato i grandi momenti della canzone italiana del ‘900, da Giovanni D’Anzi a Gorni Kramer, da Sergio Endrigo a Gino Paoli e Pino Donaggio.

il 22 marzo 2025
STORIE DI DONNE… MUSICHE DAL MONDO
Eliana Zunino, voce e bodhran, harmonium
Katia Zunino, arpa, voce
Loris Lombardo, percussioni etniche, handpan/hang

Musiche da Irlanda, Scozia, Svezia, Francia, Italia e Turchia
Dalla Bretagna, all’Irlanda, dalla Turchia alla Svezia: ogni brano è una storia, una figura mitologica, un dipinto, una leggenda, un archetipo universale. Arpa, voci e la magia dell’handpan, strumento a percussione “melodico” di cui Loris Lombardo è tra i massimi virtuosi a livello mondiale.

il 5 aprile 2025
IL SOGNO AMERICANO. Da George Gershwin a Cole Porter e Nat King Cole
Roberto Porroni, chitarra
Marcella Schiavelli, violoncello

Un singolare abbinamento tra violoncello e chitarra rilegge le musiche americane partendo dai ruggenti anni Venti con i più bei song di Gershwin e Porter, specchio musicale di un periodo di grandi speranze, estrema creatività e sperimentazione artistica, per arrivare alle memorabili interpretazioni di Nat King Cole. In più: un ballerino di tip tap.

TEATRO + TEMPO FAMIGLIE

Benvenuti a teatro, luogo di magia: siete pronti a volare con la fantasia?

Si spengono le luci e si apre il sipario sulla nuova stagione del Binario 7 dedicata alle famiglie. Inizia un nuovo spettacolo e sul palco il gioco della vita si trasforma: c’è chi ride, chi piange, chi si fa una bella dormita! 

E i bambini e le bambine? Possono entrare in mondi mai visti dove attori, cantanti, ballerini e musicisti creano mille e più storie. E anche i grandi a teatro hanno la possibilità di lasciarsi andare e ridere, emozionarsi e scherzare.

Lo sanno tutti che a teatro si torna tutti piccini. 
La cosa più bella è l’attesa di un finale che ci tiene incollati alle poltrone, dopo che ci si è lasciati trasportare dalle avventure dei personaggi in scena - ognuno con il proprio carattere e i propri sogni - e dai loro dialoghi e racconti, dal canto e dal mimo, dalla danza e dalla clownerie.

Quello che provano in scena è quello che sentiamo nella nostra vita e, allora, è quasi come guardarsi allo specchio e conoscerci un po’ meglio.

Quest’anno non ci faremo scappare Halloween con la storia di Mortina e Carletto che ci accompagnerà in un’avventura divertente da paura. E chi non conosce Alice? Sì, proprio quella delle meraviglie: questa volta ci accompagnerà in un percorso alla conoscenza dei diritti dei bambini e delle bambine. Del Natale sappiamo proprio tutto? Il bue e l’asinello faranno da maestri a chi non ne conosce l’ABC. Attenti invece alle sorellastre di Cenerentola: a quanto pare son delle vere e proprie pesti! Le fiabe classiche non potranno mancare: portate in scena, però, con idee nuove e bizzarre. Così i tre porcellini diventeranno i 3 PIGS e il Gatto con gli Stivali si trasformerà in un nuovo racconto divertente ed entusiasmante con una fantastica e inaspettata storia d’amore. Sulle bugie e sulle verità ci racconterà qualcosa Naso d’Argento e, infine, sul nostro palco della Sala Chaplin torneranno le bolle di sapone con Man in Bubble. 

Cosa aspetti? Il tuo posto a Binario 7 ti sta aspettando. 
Non vorrai lasciarlo vuoto? Non si fa! Ci resterebbe male e nessuno lo potrebbe consolare. Lascia spazio al teatro, che accompagnerà la tua immaginazione lontano lontano.

TEATRO + TEMPO FAMIGLIE

il 27 ottobre 2024
MORTINA E CARLETTO

testo di Maurizio Brandalese e Alberto Viscardi 
con Alberto Viscardi, Maurizio Brandalese, Sara Pagani 
regia di Maurizio Brandalese 
produzione Dedalus

età consigliata dai 3 ai 10 anni

È la notte di Halloween e Mortina e Carletto stanno gironzolando per la città con il loro cestino delle caramelle. Suonano i campanelli delle case che costeggiano i grandi marciapiedi, illuminati per l’occasione dagli occhi gialli e sbrilluccicanti delle zucche decorative. Tra un dolcetto e uno scherzetto Mortina e Carletto non si accorgono di essere arrivati alle ultime case della città, proprio davanti al cancello di un cimitero abbandonato.
Per Mortina è l’occasione di vivere una nuova, elettrizzante avventura: lei infatti non ha mai paura di nulla, al contrario di Carletto che si spaventa persino della propria ombra. 
All’improvviso dall’altra parte del cancello una voce si alza stridula: è quella della strega Drusilla, pronta rubare le caramelle ai due malcapitati e a rinchiuderli con un incantesimo nella terra di Samhain, la casa degli spiriti, un posto senza dolci né colori. Solo il coraggio di Mortina, l’innocenza di Carletto e l’incontro con alcuni personaggi stravaganti aiuteranno i due bambini a trovare la strada di casa.

Note
“Dolcetto o scherzetto?”: non è solo una filastrocca per bambini, ma un vero e proprio mantra per esorcizzare la paura dei mostri, della morte e del buio. Durante la ricorrenza di Halloween spettri spaventosi, streghe cattive, vampiri affamati, mummie e zombie tornano in vita ma la paura lascia spazio al gioco e al divertimento. L'emozione della paura è fondamentale per l’essere umano: protegge dai pericoli che possono nuocere alla nostra vita o quella degli altri. Ciò che è estraneo ci può cogliere alla sprovvista facendoci sentire indifesi. I bambini lo sanno benissimo. Di solito da piccoli si tende a sentirsi minacciati da elementi animati e inanimati: buio, mostri, vuoto, ombre. Nella cultura popolare tutto questo prende un significato differente e aiuta a ritualizzare e a prendere le distanze dalle proprie paure. Nel gioco della finzione i bambini scoprono come anche questi personaggi non siano poi così pericolosi e possono percepire il fatto che facciano parte di un mondo immaginario. Scherzare sugli elementi legati alla morte può essere un modo per esorcizzare l'angoscia della fine e della perdita della vita.

il 17 novembre 2024
ALICE E I DIRITTI DELLE MERAVIGLIE

ispirato a Il grande libro dei diritti dei bambini di Amnesty International
con Benedetta Conte e Rossella Terragnoli
drammaturgia e regia Nicoletta Vicentini
illustrazioni Raffaella Dolci
pupazzi Marco Scacchetti
costumi Antonia Munaretti
produzione Fondazione Aida

età consigliata dai 6 anni

Chi non conosce Alice? In molti la ricordano come la protagonista del capolavoro di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie (1865), il classico della letteratura inglese che ha incantato milioni di ragazzi grazie all’atmosfera magica e stravagante e che ha appassionato moltissimi adulti con i giochi e i paradossi logici e verbali. Ispirandosi all’Alice di Carroll e al testo edito da Amnesty International Il grande libro dei bambini, Fondazione Aida propone questa versione a metà in cui Alice è di ritorno da un viaggio dal Pianeta Terra: un viaggio che ha intrapreso per scoprire usi e costumi di queste “cose meravigliose”, come lei stessa definisce i bambini. Una volta tornata, pungolata dalla Regina di Cuori, Alice estrae dalla valigia, uno per volta, gli oggetti che ha raccolto durante il viaggio. A ogni oggetto è legato un ricordo, a ogni ricordo un episodio, a ogni episodio una storia e un bambino: a ogni bambino un diritto negato. Alice ripercorre così i diritti fondamentali dell’infanzia, attraversando più volte, in un senso o nell’altro, il confine che separa il Paese delle Meraviglie dalla realtà, raccontando, con leggerezza, storie di infanzia negata. 

Note
Un testo dalla struttura semplice che non nasconde un intento pedagogico: rendere consapevoli i bambini dei diritti di cui troppo spesso sono privati, a cominciare dai bambini del cosiddetto primo mondo. Uno spettacolo che trae spunto da Il Grande libro dei Diritti dei bambini di Amnesty International e che lo rielabora per farne un racconto avvincente dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie. Un racconto che culmina nella celebrazione dei diritti dei bambini, e nella trasmissione di un messaggio importante: la salvaguardia dell’infanzia.

il 22 dicembre 2024
ABC DEL NATALE

con Alessandro Calabrese e Antonio Panice
drammaturgia e regia Angelo Facchetti
produzione Teatro Telaio 
età consigliata dai 4 anni

Siamo in una stalla, una stalla famosa, e quei due animali sono proprio loro: l'Asino e il Bue, con tanto di coda e orecchie. Da più di duemila anni tengono aperte le porte della loro casa e scaldano esseri umani grandi e piccini raccontando loro storie, belle e antiche.
Racconto dopo racconto, Asino e Bue si accorgono che ogni parola detta, ogni personaggio evocato, pur così antico e famoso, non sempre viene riconosciuto dai piccoli spettatori che li circondano: è l'occasione allora per tornare alle basi e per spiegare tutto daccapo, giocando con le parole e trovando modi originali e divertenti per far conoscere tutto, o quasi, di quel gran mistero. Partendo dalle cose più semplici, dall'ABC appunto, per costruire insieme un alfabeto del Natale.

il 19 gennaio 2025
LE SORELLASTRE DI CENERENTOLA

testo Claudia Bellemo
con Irene Silvestri, Rossana Mantese e Matteo Campagnol
regia Claudia Bellemo e Nicola Perin
produzione FEBO Teatro

età consigliata dai 4 anni

Tre artisti di strada si trovano di passaggio a Monza, scoprendo che proprio Monza è il luogo in cui si è svolta la vicenda che stanno raccontando: quella delle sorellastre. Decidono di raccontarla una volta ancora al pubblico presente. La storia è questa: dopo l’incoronazione di Cenerentola a regina, le due sorellastre sono state allontanate e hanno iniziato a vivere di elemosina, covando invidia e sognando di vendicarsi. A interrompere queste visioni di vendetta una carrozza reale: è Cenerentola con la figlia appena appena nata, arrivata per le feste estive.

Le sorellastre decidono di approfittare della situazione per mettere in atto un piano malvagio: rapire la neonata per far provare a Cenerentola quello che hanno patito loro rinunciando al grande sogno di diventare principesse. Nonostante qualche difficoltà, le due riescono nell’intento: portano la bambina a casa con loro. Facendo a gara su chi tra le due ne sappia di più di neonati, scoprono che gestirne una non è così semplice - tanto che la principessina inizia a piangere senza più fermarsi. Le provano tutte ma, dopo ore e ore, stramazzano al suolo: l’ultimo tentativo è canticchiare e, con grande stupore, funziona. 

In quel momento arrivano le guardie, ma con una scusa riescono a farle tornare il giorno dopo. Le due devono sbarazzarsi in qualche modo della neonata, così ipotizzando piani paradossali (affidarla all’Uomo Nero? Alla Befana? Al lupo?) ma si scoprono affezionate a lei e decidono di riportarla da Cenerentola. Il tutto termina con un epilogo da parte dei narratori: raccontano che le sorellastre, mettendo da parte una volta per tutte la loro invidia nei confronti di Cenerentola, si concentrano sui loro veri talenti, diventando delle musiciste affermate e apprezzate.

il 9 febbraio 2025
3 PIGS. Cosa è casa

da un’idea di Anna Fascendini 
drammaturgia Sofia Bolognini 
con Barbara Mattavelli, Benedetta Brambilla, Sara Milani 
regia Anna Fascendini
produzione Campsirago Residenza

età consigliata: dai 3 anni

Tre attrici raccontano: senza parole, danno vita a una nuova versione della favola classica attraverso il gioco con la paglia, il legno e la terra e animando tre piccoli maialini, una scrofa e il lupo. I tre porcellini non sono tre fratelli ma tre sorelle, non costruiscono da sole per difendersi ma condividono le loro case per arrivare a inventarne insieme una imbattibile, in una “bioedilizia” fantastica. Di fronte a una casa del genere il lupo non potrà fare altro che essere invitato a entrare.

Note di regia
I tre porcellini appare per la prima volta nel 1843 in una raccolta inglese. È una di quelle storie che resta in testa facilmente rispetto a favole più antiche. Ha un andamento lineare, che cavalca lo schema di struttura “a tre” così efficace nel racconto per l’infanzia. Il porcellino diligente, quello che si salva dal lupo, è un gran lavoratore e, al contrario dei suoi
fratelli che suonano e ballano tutto il giorno e costruiscono le loro case in quattro e quattr’otto, pensa solo a faticare. Ottimo modo di pensare per chi puntava allo sviluppo industriale di fine Ottocento, la borghesia nascente. Poi ho letto I tre porcellini di Giusi Quarenghi. Nel bellissimo albo illustrato da Chiara Carrer, la storia porta una rivoluzione alla trama: la casa del terzo porcellino, anzi della terza porcellina, è un cerchio di fuoco, un cerchio che permette di stare insieme al sicuro senza chiudersi dentro quattro mura. Scopro anche che lo spazio dedicato al combattimento di Sumo, il dohyo, è costruito con paglia, terra e legno. Conosco pochissimo il Sumo ma questa coincidenza mi apre a nuove associazioni con il mondo orientale dove la paglia è il triangolo, il legno il quadrato e la terra il cerchio, come il disegno shintoista del monaco Sengai Gibon (1750-1837). Da tutto questo nasce l’idea dello spettacolo. C’è un lavoro sui materiali, così fortemente evocativi di mondi antichi: la paglia della raccolta del grano, il gioco del costruire capanne di legna nel bosco, il profumo della terra. Poi c’è il lavoro con il teatro di figura che ci permette di aprire al mondo onirico.

il 9 marzo 2025
IL GATTO CON GLI STIVALI

regia e testo Livio Valenti
con Alessandra Bracciali e Iacopo Dicembrini

età consigliata: dai 4 ai 10 anni

“Il Gatto con gli stivali. Ma...? Che storia è! Un gatto con gli stivali? È strano!”
“L’ippopotamo con le ciabatte infradito sarebbe ancora più strano!”

Dalla fiaba di Charles Perrault nasce un nuovo racconto divertente ed entusiasmante con una fantastica e inaspettata storia d’amore. Il Gatto con gli stivali è il campione dell’inganno, per questo la storia è un po’ strana: un eroe ingannatore? Qualcuno dice che lo fa a fin di bene. Sì: però, quando c’è un inganno, c’è anche qualcuno che ne paga le conseguenze. È, in effetti, una storia un po’ strana. Però i personaggi della fiaba ci sono tutti: il figlio del mugnaio che diventerà il Marchese di Carabas, il gatto, la principessa, il re, l’orco e tutti gli abitanti del reame.

Come uscire da questo imbarazzante inghippo? Ne vedrete di cotte e di crude. Raccontare le fiabe classiche è sempre una bella impresa, un incontro con i nostri sentimenti più ancestrali. Cosa vuol dire ancestrali? Chissà chi lo sa.
Buona avventura.

il 23 marzo 2025
NASO D’ARGENTO

di e con Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti
produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri

età consigliata dai 3 anni

La ricerca poggia sulla figura del cattivo, e dal cattivo arriva alla meraviglia della bugia: lo fa attraverso la storia di Naso d’Argento, una fiaba della tradizione popolare, raccolta da Italo Calvino in Fiabe Italiane.

Note di regia
Abbiamo lavorato con i bambini dai 3 ai 10 anni sul tema del cattivo e della bugia. Parlare del cattivo ha voluto dire guardare a chi si nasconde, a chi non si fa riconoscere. A chi si traveste per essere tale. A chi non dice la verità. Perché il cattivo non lo diresti mai che è cattivo. Il cattivo è una cosa bella. È una cosa che brucia, come il fuoco. E se lo tocchi ti fai male. Ma anche se brucia continui a toccarlo. Perché non lo riconosci mai. Il cattivo ha la bocca perfetta per dire bugie. La bugia è qualcosa che luccica. Che genera meraviglia. Qualcosa che ti vuoi sentire dire, che ci credi che è vero. La bugia è un attimo. Inganna e scappa via. È una cosa invisibile, che nasconde qualcosa. Per poterla raccontare bisogna fare finta che sia la verità. Bisogna incantare e creare un’illusione. Una magia. Bisogna essere bravi per dire una bugia. Anche per non dire un segreto. Bisogna saper nascondere la verità.
La storia prende corpo attraverso gli occhi di Lucia, eroina della fiaba di Calvino, che - proprio come le sue sorelle - cade nell’inganno del cattivo, ma che, a differenza delle sorelle, riesce a svelarlo nelle sue bugie, a scoprirlo nelle sue verità, e così a mettersi nei suoi panni, raccontandogli a sua volta ciò che lui vorrebbe credere. Lucia gioca con la sua bugia per lasciare che il cattivo resti solo con il suo inganno e per potersi infine salvare. Lucia diventa grande. Da sola impara e capisce, e mette ciò che sperimenta e vive nel “suo posto sicuro”, dove vanno messe le cose importanti, quelle che servono per diventare grandi. 
Il progetto guarda alla bugia creando un incantamento. Guarda le due facce della bugia. La bugia fine a sé stessa, che è la menzogna adoperata da Naso d’Argento. E la bugia strumento e scopo, elaborata da Lucia per mettersi in salvo. 
Il progetto usa la storia di Naso d’Argento per indagare il tema della bugia e per guardare a ciò che i piccoli devono fare per diventare grandi. Anche incontrare il cattivo e le sue bugie, e
saper cosa fare. Indaga il tema del segreto, inteso come “preziosa verità nascosta”: ciò di quanto più positivo c’è rispetto alla menzogna, costruito con le esperienze vissute sulla propria pelle. È quello che non si può e non si deve rivelare per non essere più trasparenti, creare una separazione con l’altro da sé e costruire la propria identità. La propria unicità. E diventare grandi. L’obiettivo del progetto è raccontare. Per poi permettere di raccontare ancora. E per non caderci più. Forse. Ma per poterlo fare, c’è bisogno di crederci per davvero. Almeno per un po’. E per farlo abbiamo scelto di raccontare una fiaba popolare, “perché le fiabe sono vere, sono una spiegazione generale della vita” (Calvino).

il 6 aprile 2025
MAN IN BUBBLE

di e con Mariano Guz 
produzione Bubble On Circus

Scoppiare o non scoppiare? Ecco a voi la questione che si pone una bolla di sapone.
Eleganza e commedia distinguono questo meraviglioso spettacolo dove la poesia delle bolle crea una magica ed emozionante atmosfera.

Un divertente gentleman sorprenderà il pubblico attraverso esilaranti gag e incredibili trucchi con le bolle di sapone.

L’artista Mariano Guz possiede dal 2018 due World Record Guinness.

TEATRO + TEMPO RAGAZZI

Crediamo che il teatro sia una finestra sul mondo: un frammento del "tutto" che aiuta i ragazzi e le ragazze a diventare cittadini e cittadine più consapevoli. 
È il luogo della creatività in cui lo spettatore può immedesimarsi in altre vite e conoscere altri punti di vista: un modo di  “guardare” che veicola emozioni differenti e che consente di identificarle nella loro complessità.

“Andare a teatro” è concedersi alla conoscenza di sé stessi attraverso le storie degli altri e delle altre e implementare la nostra comunicazione: ascoltare monologhi e dialoghi aiuta ad ampliare il vocabolario, migliorare la comprensione verbale e affinare le abilità di ascolto.  Non può e non deve essere pensato solo come intrattenimento perché permette di arricchire la qualità del tempo e perchè crea una distanza con il mondo “social” (che di socialità ha ben poco), senza dimenticare di mantenere e descrivere un sano rapporto con la moltitudine. Gli spettacoli sono la vera rete immaginaria che apre a domande profonde raccontando una  complessità che in molti intorno a noi tentano ogni giorno di appiattire. 

Dal potenziamento della creatività e dell’immaginazione alla crescita emotiva e all’educazione culturale, i benefici sono innumerevoli.

La proposta che vi presentiamo  quest’anno è articolata: abbiamo voluto creare un legame speciale tra la tradizione di fiabe popolari e la necessità di raccontare una quotidianità in continua trasformazione.

Ringraziandovi per la vostra calorosa presenza nella stagione precedente non vediamo l’ora di incontrare i vostri “sguardi” durante le rappresentazioni programmate per la stagione teatrale 2024/2025 dedicata alle scuole di ogni ordine e grado.

TEATRO + TEMPO RAGAZZI

14 ottobre 2024 e 23 gennaio 2025
1984
Temi: distopia e manipolazione culturale e sociale
Consigliato per le scuole secondarie di secondo grado

5 novembre 2024
D.A.S. Dai forma al tuo futuro
Temi: scoperte emotive, droga, alcool
Consigliato per le scuole secondarie di primo grado

18 novembre 2024
Alice e i diritti delle meraviglie
Temi: diritti fondamentali dell’infanzia
Consigliato per le scuole primarie (primo e secondo ciclo)

12 dicembre 2024
ABC del Natale
Temi: tradizione e natività
Consigliato per le scuole primarie (primo e secondo ciclo)

13 gennaio 2025
TOPI.
Temi: G8 e impegno sociale
Consigliato per le scuole secondarie di secondo grado

29 gennaio 2025
Ogni bambino ha un nome
Temi: Giornata della Memoria
Consigliato per le scuole primarie (secondo ciclo) e secondarie (primo grado)

7 febbraio 2025
I figli dell’Iliade
Temi: guerre, ripartenze e ritorni
Consigliato per le scuole secondarie di secondo grado

10 febbraio 2025
Il seme magico
Temi: l’importanza di essere sinceri
Consigliato per le scuole dell’infanzia e per le primarie (primo ciclo)

5 marzo 2025
Piena come un uovo
Temi: disturbi alimentari
Consigliato per le scuole secondarie di secondo grado

20 marzo 2025
Il canto di Ulisse
Temi: l’Odissea e il viaggio di Ulisse
Consigliato per le scuole secondarie di primo e di secondo grado

24 marzo 2025
Naso d’argento
Temi: bugie e inganni. Come svelare i personaggi cattivi
Consigliato per le scuole dell’infanzia e per le primarie (primo ciclo)

26 marzo 2025
US. The game
Temi: videogiochi e isolamento sociale
Consigliato per le scuole secondarie di primo e di secondo grado

27 marzo 2025
Amare, dolci acque
Temi: l’importanza dell’acqua e della tutela dell’ambiente
Consigliato per le scuole primarie (secondo ciclo)

8 aprile 2025
Facciamo finta che
Temi: l’amore verso noi stessi e il nostro corpo
Consigliato per le scuole primarie (secondo ciclo)

Le schede di dettaglio dei singoli spettacoli sono disponibili su binario7.org.

TEATRO+TEMPO EVENTI

SPECIALE CAPODANNO
31 dicembre 2024

BENTORNATA FRANCESCA
sala Chaplin

di Valentina Ferrari
con Valentina Ferrari, Silvia Pietta, Sarah Paoletti
e con Laura Carroccio e Alessandro Smorlesi
regia Arturo Di Tullio

Lidia e Marina sono una coppia sposata da molti anni. Lidia è una chef stellata, estrosa e stravagante e Marina è una manager affermata e dal carattere deciso. Vivono il loro tranquillo e rodato menage fra lavoro, viaggi e un amore consolidato. Marina è molto legata alla sorella minore, Francesca, femme fatale e cantante dalla vita turbolenta che spesso sparisce per mesi e riappare con guai cui rimediare e uomini da consolare.
Fra Lidia e Marina gli unici veri screzi nascono proprio per le richieste d’aiuto di Francesca, alla quale la sorella non sa dire di no. Si tratta di denaro, ma non solo e vista la differenza d’età, Marina non riesce ad evitare un atteggiamento protettivo.

Un giorno, dopo mesi di lontananza e qualche breve messaggio, Francesca si presenta a casa delle due donne con un bambino in fasce e chiede di essere ospitata. Inizia una convivenza difficile in cui le donne si affrontano fra pannolini, biberon, fidanzati, spasimanti, amiche folli, pianti e risate. All’ennesimo colpo di scena, vincerà l’amore, anche se in modo molto particolare.

Note
È un mondo difficile per essere madri, per stare insieme, per volersi bene e per accettarsi reciprocamente con rispetto. Questa accettazione non ha nulla a che vedere con la coppia sposata formata dalle due protagoniste, né con la maternità da single, né con l’amore per figli non solo propri, né con la vita libertina. Tutte queste cornici sono naturali all’interno della storia. Sono cornici per l’appunto. La vera difficoltà, quella che fa scattare il meccanismo comico perché la spinta è in quella direzione, è di parlarsi e di rispettarsi davvero. Non per la categoria alla quale si appartiene e per le protagoniste è impossibile da trovare perché sono donne piene di interessi e sfaccettature, ma per l’identità, la personalità di ciascuna di loro. La loro personalità è ricca, i caratteri decisi, anche se con sfumature diverse. Sono lontane anni luce dagli stereotipi di genere. Sono attive. Sono realizzate come persone e come donne. Se proprio vogliamo dirla tutta, anche l’unico uomo della commedia è tutte queste cose. Le storie abituano le persone a credere che ciò che viene raccontato sia verosimile. Tra verosimile e vero il passo è brevissimo.
È vero che potrebbero esistere donne come Lidia, Marina, Francesca e Yvette? Assolutamente sì. Dobbiamo solo abituarci a loro e a ridere con loro.

SPECIALE CAPODANNO
31 dicembre 2024

XANAX
sala Picasso

di Angelo Longoni
adattamento e regia di Arturo di Tullio
con Arturo di Tullio e Stefania Santececca

Lo spettacolo ha un tono prevalentemente comico: si potrebbe definire una commedia
amara per la profonda umana fragilità che i due protagonisti svelano nel corso
della storia.

Un edificio di una grande città che raccoglie diverse divisioni di uffici. Daniele e Laura sono due colleghi che si conoscono solo di vista in quanto impiegati su due piani diversi e che un venerdì tardo pomeriggio, al termine della giornata lavorativa, rimangono accidentalmente bloccati nell’ascensore della società dopo che tutto il personale di servizio se n’è già andato. Dovranno rimanerci, quindi, fino al lunedì mattina all’arrivo del personale delle pulizie.

Sarà possibile mantenere la calma costretti in uno spazio così angusto, senza che nessuno sappia della loro presenza all’interno e con il telefono completamente senza ricezione? I due entrano nell’ascensore con un atteggiamento professionale, abbigliamento distinto, controllo della situazione dettato da anni di problem solving aziendali, ma con il trascorrere delle ore, minati da una estenuante permanenza in quella claustrofobica prigione meccanica, mettono in luce un progressivo sgretolamento delle personalità, orientandoli, così, a seguire gli istinti più primordiali dell’essere umano. Ridotti a una lotta con i loro bisogni primari, i due protagonisti manifestano le loro più nascoste debolezze e realizzano la loro tragicomica dipendenza da ansiolitici, antidepressivi e medicinali vari.
Due vite inaspettatamente costrette a fermarsi per riflettere, per ricordare, per ascoltarsi,
riconoscersi e perché no comprendersi come mai nessuno prima.

Note di regia
Uno spazio scenico trapezoidale definito da pareti fredde metalliche. Pochi elementi che compongono la scena all’interno dello spazio deputato: una pulsantiera e una targhetta metallica. In alto un grande orologio proiettato mostra al pubblico lo scorrere del tempo.

DANZA

il 31 gennaio e primo febbraio 2025
LEI - il podcast danzato

di e con Romina Contiero, Alice Carrino, Laura Quadri
produzione N.hU.DA | Naked Human Dance


Dopo l'esperienza inedita di sLEGATE - il podcast danzato, N.hU.DA continua ad approfondire la sua ricerca e propone un'altra messa in scena danzata di un podcast.

Come sbirciare da un buco della serratura.
Una donna, tre donne. Una storia, tre storie. 
Tre sguardi. Tre corpi. O forse uno solo, che li comprende tutti.
Un movimento unico, un vortice di immagini, gesti, parole dette, urlate o sublimate e compresse in uno sguardo che non ha voce ma ha la potenza di un lampo.

il 14 marzo 2025
ZERO

con Compagnia Carnematta
coreografie di Cristina Bucci
‘Zero’ è il nostro punto di partenza e anche il nostro arrivo. 
Non rappresenta il ‘niente’ ma l’equilibrio che nasce dalla dissoluzione delle tensioni non necessarie.
‘Zero’ è nello sguardo della tigre appena prima dell’attacco, garanzia di un’azione veloce ed efficace. ‘Zero’ è nell’abbraccio perfetto, quando non c’è né attacco né difesa. ‘Zero’ è negli occhi chiusi del monaco immerso nella meditazione. ’Zero’ è nel gesto dell’atleta che dopo la fatica si libera senza sforzo.  ‘Zero’ è nel silenzio denso che prepara alla melodia.
Come il simbolo del cerchio che insieme unisce e separa lo spazio interiore da quello esterno, così la danza unisce e insieme separa corpo e spirito, visibile e invisibile. Cerchiamo quel punto sospeso e vibrante. Camminiamo come funamboli su quella linea sottile, che disegna lo ‘zero’, e dalla quale possiamo contemplare un panorama straordinario. 

DOCUCOMEDY
Una serie di documentari semiseri

da un'idea di Luigi Aquilino
con (a rotazione) Luigi Aquilino, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Eugenio Fea Bosia, Ilaria Longo, Valentina Sichetti, Daniele Vagnozzi
produzione Compagnia Caterpillar 

il 7 novembre 2024
Il prestigioso college di Docucomedy risale in cattedra dopo il successo dell’anno scolastico
2023/24. Ancora tanti misteri da svelare che lasceranno a bocca aperta gli spettatori. Non
cercare su chat gpt “consigli su prossime conversazioni” perché con i divertenti documentari
in pillole di Docucomedy saprai tutto quello che serve non sapere per fare bella figura
davanti ad uno spritz!

il 5 dicembre 2024
Mancano solo 20 giorni a Natale e non siete ancora pronti per sostenere quelle tavolate
piene di discorsi noiosi che cavalcate per evitare quella domanda “E il fidanzato?”, “Quando
fate un figlio?”, “E tu quanto fatturi?”. Regalatevi il cabaret divulgativo in cui vengono parodiati tutti i cliché dei documentari tradizionali per affrontare serenamente il mese più temuto dell’anno.

il 9 gennaio 2025
Questo nuovo 2025 disagio è arrivato! Se sei triste perché l'Epifania tutte le feste si porta
via, non temere perché Compagnia Caterpillar ha aggiunto un'altra festività al calendario: il
terzo appuntamento di Docucomedy. Compagnia Caterpillar torna sempre con “la sua divisa” ma con nuovi divertenti documentari in pillole che ti racconteranno tutto ciò che non ti serve sapere per sfuggire alla domanda "cosa hai fatto a Capodanno" e rispondere a tono con una curiosità di Docucomedy!

il 13 febbraio 2025
Segnatevi l’ultimo appuntamento di Docucomedy per apprendere in modo esilarante!
Nella settimana più calda dell’anno dove tutto il popolo italiano è attaccato al televisore per
criticare il livello di abbronzatura di Carlo Conti e i cantanti di Sanremo ricordando i tempi
nostalgici di Albano e Romina: venite a Docucomedy! Non state sul divano come l’italiano medio, venite in sala con noi per cantare a squarciagola. Che ti piaccia o no Sanremo è l’appuntamento che fa per te - a chi dice no crescerà il naso come Amadeus.

BINARIOARTE

Binario 7 come residenza d’artista: è questa la novità dell’edizione 2024/25 di BinarioArte, il progetto ideato e curato dalla storica dell’arte Simona Bartolena e dall’artista Armando Fettolini che negli anni ha trasformato gli spazi di via Turati in una casa anche per le arti visive. Da febbraio a giugno 2025 la vasca espositiva ospiterà artisti all’opera, impegnati in un processo creativo che coinvolgerà direttamente anche il pubblico - protagonista in prima persona delle loro azioni. La vasca, vera e propria “casa-studio”, accoglierà ogni artista per un periodo di alcune settimane. 
Nel calendario di BinarioArte ci sarà anche (molto) altro: intanto “I dialoghi dell’arte”, il fortunato format che esplora il rapporto tra pittura e letteratura accostando la lettura di brani tratti delle più celebri opere di tutti i tempi a percorsi iconografici altrettanto significativi, e poi, come ormai da tradizione, una nuova mostra collettiva diffusa in tutti gli spazi del teatro che quest’anno prenderà ispirazione da “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, in un gioco di rimandi alla nuova produzione della Compagnia Teatro Binario 7 tratta dal testo stesso di Huxley e che debutterà alla fine di febbraio per la regia di Corrado Accordino. 

I DIALOGHI DELL’ARTE

Pittura e letteratura: due modi espressivi che spesso si sono incontrati, in una vicendevole seduzione e contaminazione. In una conduzione a due voci le serate propongono un modo nuovo e interessante di indagare la storia dell’arte e della letteratura di tutti i tempi.

con Simona Bartolena, storica dell’arte, e Alessandro Pazzi, attore

il 16 gennaio 2025
JEAN COCTEAU
Poeta, pittore, cineasta, intellettuale: Jean Cocteau si è cimentato in tutte le forme espressive, diventando un punto di riferimento nella scena culturale di uno dei momenti storico-artistici più effervescenti e dinamici della storia. 

il 6 febbraio 2025
IL DIAVOLO E L'ACQUA SANTA
Una serata che coinvolgerà il pubblico nella scelta dei brani e delle opere d'arte. Diavolo o acquasanta? Saranno proprio i presenti a decidere come si dipanerà il filo di questo dialogo tra arte e letteratura.

il 12 marzo 2025
LE DUE EMILY
Emily Dickinson e Emily Brontë, due grandi letterate a confronto: le loro parole e l'arte del loro tempo, tra Stati Uniti e Inghilterra.

il 10 aprile 2025
THOMAS MANN
Uno dei principali scrittori del Novecento e i suoi testi straordinari in un dialogo con le arti visive, tra suggestioni letterarie, testi critici e periodo storico.

RING RAP POETRY SLAM
Edizione 2025: CHORUS
Torneo individuale e a squadre di poesia improvvisata e freestyle

giovedì 20 febbraio: round 1 in Sala Picasso, start alle 20.30
giovedì 20 marzo: round 2 in Sala Picasso, start alle 20.30
giovedì 17 aprile: round finale in Sala Chaplin, start alle 20.30

a cura di Mille Gru APS / PoesiaPresente – Scuola di Poesia
in collaborazione con Teatro Binario 7
partner LIPS – Lega Italiana Poetry Slam, Poetry Slam Lombardia, I Colpitori

ideazione e direzione artistica Dome Bulfaro
regia Enrico Roveris
suono e dj set Mattia Marangi
coordinamento Simona Cesana
grafica Marta SOS
foto/video Vincenzo Albano
consulente Boxe Federica Guglielmini dei Colpitori

In nessun poetry slam fatto al mondo il pubblico è protagonista all’ennesima potenza, come nel Ring Rap Poetry Slam! La poesia improvvisata del Ring Rap Poetry Slam è poesia interattiva portata alla creatività più estrema, alla co-creazione più corale possibile. CHORUS è la parola ossessiva di questa edizione, è il suo tormentone, è il suo battito del cuore, il suo spirito guida. 
L’edizione 2025 si preannuncia più folle che mai, con un crescendo di sfide individuali, di squadra, del pubblico e corali, il tutto condito da continui colpi di scena, campioni di boxe, poeti performativi di fama internazionale e altre creature a sorpresa.
Entusiasmo, energia e divertimento all’ennesima potenza. Profondità di pensiero, talento allo stato puro e follia, follia, follia, tanta sana follia, da condividere con un pubblico di tutte le età. 
Ring Rap Poetry Slam quest’anno sarà contemporaneamente un torneo individuale, un torneo a squadre e un anti torneo. Tre spettacoli unici nel loro genere dove poeti-slammer, rapper e altri creativi d’ogni specie si sfidano a suon di versi e barre improvvisate, su parole chiave, temi e generi, proposti dal pubblico, chiamato a sua volta a mettersi in gioco non solo votando le performance migliori, ma anche creando una poesia estemporanea corale.
Lo spettacolo del Ring Rap Poetry Slam è un mix di sperimentazione, sfida, musica, sorrisi, amicizia, riflessioni, adrenalina, sport, arte… per esplorare affinità, differenze e stereotipi da sconfiggere facendo comunità sul ring della poesia.

RADIO BINARIO 7

Nuove collaborazioni portano con sé nuove trasmissioni: si arricchisce ulteriormente il palinsesto di Radio Binario 7, la web radio del polo culturale di via Turati nata nel 2010 per raccontare a tutto tondo il mondo del teatro, e non solo. Affondi sugli spettacoli della stagione e sui progetti che gravitano attorno al Binario 7, approfondimenti dedicati al sociale, al mondo del Terzo settore del territorio e a quello delle scuole, attività di (in)formazione e di sensibilizzazione su cronaca, attualità, diritti, sport e tempo libero: con serietà quando c’è da stare seri, con piglio scanzonato e ironico in tutti gli altri casi.

da novembre 2024
GLI ANARCHICI LIVE SHOW

Un appuntamento live al mese in sala Picasso per il format che porta Radio Binario 7 a teatro e il teatro in onda su Radio Binario 7. "Gli anarchici" nascono nel 2010 " per dare fastidio": attualità, comicità e un piglio tanto sfrontato quanto stuzzicante per parlare senza retorica di tutto quello che succede in un mondo sempre più folle. In scena e in diretta streaming Gregory Bonalumi, Corrado Accordino, Barbara Bertato e una schiera di ospiti (a sorpresa) per una serie di serate scandite da letture, interventi, esibizioni artistiche e (imprevedibili) improvvisate. 

FESTIVAL

novembre 2024
BINARIO DONNE. Sguardi al femminile sul presente

ideato e organizzato da Teatro Binario 7
in collaborazione con il Comune di Monza e con Arcodonna APS
con il contributo di Fondazione della Comunità di Monza e Brianza

Il primo festival organizzato da Binario 7 indaga e racconta il nostro presente dal punto di vista delle donne. Un mese di spettacoli teatrali, letture sceniche, dibattiti, installazioni artistiche e incontri con le realtà territoriali che si occupano tutti i giorni di pari opportunità e di violenza di genere. Un percorso di avvicinamento al 25 novembre - Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - che sia strumento di comprensione della realtà e motore di nuove prospettive praticabili e di cambiamento della società.

Tra gli eventi:
ALFONSINA CON LA A, di e con Monica Faggiani
RISCATTI, a cura dell’associazione ArcoDonna APS
VEDERE È POTERE, talk e reading a cura di Amleta
ESAGERATE! di e con Cinzia Spanò, spettacolo inserito nella stagione Teatro+Tempo Presente

Il programma completo sarà presto disponibile su binario7.org.

dall’8 all’11 maggio 2025
FESTIVAL DELLA LETTERATURA PER RAGAZZI

*programma in via di definizione

"Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura.” - Pier Paolo Pasolini

Quattro giorni dedicati ai libri, alla lettura e alla letteratura per ragazzi: un festival tutto nuovo per il Binario 7 ideato per avvicinare i più giovani al piacere che nasce dall'inseguire le parole lungo una pagina e lasciarsi trasportare alla scoperta di nuovi mondi, fuori e dentro di sé. Il festival prevede incursioni teatrali, tra cui il debutto di "I libri non servono a sparare" di Corrado Accordino, una delle nuove produzioni 2024/25 della Compagnia Teatro Binario 7 . In calendario poi incontri con autori, laboratori e attività dedicate alle scuole  (ma non solo).

ORARI, BIGLIETTI E ABBONAMENTI

Stagione di prosa TEATRO + TEMPO PRESENTE - SALA CHAPLIN
da lunedì a sabato ore 21; domenica ore 16
    • INTERO: € 20
    • RIDOTTO*: € 15
    • TITOLARI CARTA EFFE FELTRINELLI: € 17 per gli spettacoli Teatro + Tempo Presente; € 10 per le produzioni Compagnia Teatro Binario 7
    • TITOLARI TESSERA LIBRACCIO: € 15 per gli spettacoli Teatro + Tempo Presente; € 12 per gli spettacoli L’Altro Binario e Terra
    • ALLIEVI SCUOLA DI TEATRO BINARIO 7: € 10
    • UNDER 18: € 6

Stagione L’ALTRO BINARIO -  SALA PICASSO
da lunedì a domenica ore 20.30
    • INTERO: € 15
    • RIDOTTO*: € 12
    • ALLIEVI SCUOLA DI TEATRO BINARIO 7: € 10
    • UNDER 18: € 6

Stagione musicale TERRA. MUSICA, VOCI E PAESAGGI SONORI – SALA CHAPLIN
sabato ore 21
    • INTERO: € 15
    • RIDOTTO*: € 12
    • ALLIEVI SCUOLA TEATRO BINARIO 7: € 10
    • UNDER 18: € 6

Stagione TEATRO + TEMPO FAMIGLIE - SALA CHAPLIN: domenica ore 16; SALA PICASSO
sabato e domenica ore 16
    • INTERO: € 8
    • UNDER 14: € 4

Stagione TEATRO + TEMPO EVENTI
DOCUCOMEDY. Una serie di documentari semiseri - SALA PICASSO: giovedì ore 20.30
    • BIGLIETTO UNICO: € 10
RING RAP POETRY SLAM - SALA PICASSO e SALA CHAPLIN: giovedì ore 20.30
    • BIGLIETTO UNICO: € 10
DANZA - SALA PICASSO: venerdì e sabato ore 20.30
    • INTERO: € 15
    • RIDOTTO*: € 10
I DIALOGHI DELL’ARTE - SALA PICASSO: giovedì ore 20.30
INGRESSO GRATUITO SENZA PRENOTAZIONE
*Riduzione valida per minori di 25 anni, maggiori di 65 anni e abbonati a posto fisso

ABBONAMENTI

TEATRO + TEMPO PRESENTE abbonamento a 14 SPETTACOLI A POSTO FISSO
    • SABATO sera INTERO: € 168; RIDOTTO*: € 140
    • DOMENICA pomeriggio: UNICO € 140
    • UNDER 18: € 70
[rinnovo abbonamenti a posto fisso: sabato sera € 140; domenica pomeriggio € 112]

TERRA. MUSICA, VOCI E PAESAGGI SONORI 
abbonamento a 8 CONCERTI A POSTO FISSO
    • INTERO: € 64
    • RIDOTTO*: € 56
    • UNDER 18: € 40

CARNET A 5 CONCERTI A POSTO LIBERO
    • UNICO: € 45
CARNET PASSEPARTOUT: abbonamento a 5 INGRESSI A POSTI LIBERO 
    • INTERO: € 65
    • RIDOTTO*: € 50
Valido per: rassegne di Teatro Binario 7: Teatro + Tempo Presente, L’altro Binario, Terra. Musica, viaggi e Paesaggi sonori; rassegna Binario Nova al teatro comunale di Nova Milanese; rassegna di prosa del cineteatro La Campanella di Bovisio Masciago.
CARNET POETRY SLAM: abbonamento alle 3 SERATE A POSTO LIBERO (prenotazione obbligatoria degli spettacoli)
    • UNICO: € 24 
CARNET DOCUCOMEDY: abbonamento alle 4 SERATE A POSTO FISSO 
    • UNICO: € 34 

*Riduzione valida per minori di 25 anni, maggiori di 65 anni e abbonati a posto fisso

Scuola di Teatro Binario 7

Teatro per passione, per crescere, per conoscere e per conoscersi. Per aggiungere pensieri poetici, per guardare il mondo da un palco, per relazionarsi, per esplorare il proprio corpo. Per sprigionare l’immaginazione, per giocare alla follia: per scoprire mille facce di sé, mille mondi degli altri, mille parole magiche da liberare. 

Questo è quello che facciamo alla Scuola di Teatro del Binario 7. E lo facciamo con consapevolezza e amore. Una Scuola che è diventata un punto di riferimento per la vita culturale della città. Una Scuola abitata da bambini, da ragazzi, da adulti, da allievi di ogni età che abbiano voglia di mettersi in gioco con le drammaturgie dei grandi autori classici e contemporanei della storia, ma che abbiano anche voglia di usare il palco per dire qualcosa di sé, con le proprie parole e i propri pensieri, indossando i vestiti e le maschere che preferiscono. 

La Scuola è cresciuta sempre di più in questi anni sia da un punto di vista numerico, sia da un punto di vista qualitativo. Molti sono gli allievi che giovanissimi hanno conosciuto il teatro al Binario 7 e oggi sono attori professionisti nei teatri nazionali e nelle migliori produzioni di film e di serie tv. E tanti altri sono gli allievi attori che frequentano la Scuola per puro amore del teatro, per condividere questa meravigliosa esperienza e per passare insieme una o due sere a settimana insieme a Shakespeare, a Beckett, a Pirandello o Euripide.

Le lezioni sono tenute da insegnanti altamente qualificati al fine di offrire agli allievi l’opportunità di vivere un’esperienza formativa esaustiva. Nel corpo docenti attori e registi provenienti da importanti accademie teatrali come l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, il Piccolo Teatro, perfettamente aggiornati con lo sviluppo delle moderne tecniche di insegnamento.

Il piano didattico prevede corsi dai 3 anni in su. Fino ai 18 anni, il percorso didattico è quello degli anni precedenti. Per gli over 18, invece, aumentando  il livello degli allievi, è diventata più forte anche la necessità di un ampliamento didattico: per offrire maggiori strumenti di approfondimento, di studio e di divertimento, la Scuola si è strutturata in tre anni di studio, avvicinamento - intermedio - avanzato, che consentiranno di accedere ai percorsi laboratoriali tematici. Inoltre, aperti a tutti, saranno proposti nei weekend seminari intensivi con professionisti di alto livello per migliorare la formazione e la crescita artistica. E per tutti i ragazzi dai 18 ai 25 anni che vogliono preparare gli esami per le più importanti accademie nazionali di teatro sono previsti percorsi personalizzati.

Per finire, dopo gli entusiasmanti risultati di questi anni, prosegue il progetto della Compagnia della Scuola che prevede, dopo una selezione su provino, l’allestimento di una nuova produzione anche per questa nuova stagione. Tante idee e tanta passione per proseguire insieme questo viaggio di vita e di sogni sul palcoscenico del nostro teatro.

Corrado Accordino

Piano didattico 2024/25

Corsi sette giorni su sette in tre sedi - Monza, Vimercate e Nova Milanese - condotti da insegnanti attori professionisti e altamente qualificati. Il piano didattico 2024/25 della Scuola di Teatro Binario 7 si conferma più ricco che mai, con un’offerta che prevede sei corsi per bambini e uno per i piccoli di 4 e 5 anni, sei corsi per i più grandi di 11-14 anni e altri nove corsi per ragazzi dai 14 ai 18 anni. Poi: dieci corsi di avvicinamento al teatro, di cui uno - novità - rivolto alle mamme, cinque corsi intermedi e quattro avanzati. E ancora: sette laboratori quadrimestrali e tre lunghi l’intero anno scolastico, oltre a un progetto speciale dedicato a una delle nuove produzioni della Compagnia Teatro Binario 7. Il piano didattico sarà disponibile online da martedì 9 luglio sul sito binario7.org e l’occasione per avvicinarsi alle attività della Scuola sarà l'open week in calendario a settembre.

CORSO BAMBINI. Un percorso di scoperta e crescita attraverso il gioco. Un gioco consapevole, basato sull’imparare a esprimere sé stessi con fantasia, immaginazione e creatività.
CORSO ADOLESCENTI 11/14 anni. Il teatro si propone come uno strumento educativo prezioso, capace di fornire un supporto significativo al miglioramento delle capacità espressive e relazionali attraverso il gioco e l’ascolto reciproco.
CORSO ADOLESCENTI 14/18 anni. In questa fase delicata della vita, il teatro è un luogo dove esprimersi è possibile, dove il giudizio è annullato, dove si impara a stare insieme potenziando la propria creatività e la propria personalità.
ADOLESCENTI INTENSIVO. Un percorso dedicato a chi tra gli adolescenti sente forte il desiderio di approfondire il proprio percorso teatrale mettendosi alla prova con più intensità e passione. Rivolto agli adolescenti dai 16 ai 18 anni con almeno due anni di esperienza teatrale. 
AVVICINAMENTO AL TEATRO. Per tutti gli allievi over 18 che si affacciano al mondo del teatro per la prima volta o che arrivano da almeno un anno di recitazione nei percorsi adolescenti.
CORSO INTERMEDIO. Per chi ha almeno un anno di esperienza nel teatro adulti o per chi ha frequentato almeno due anni nei vari corsi adolescenti.
CORSO AVANZATO. Corso di approfondimento per chi ha almeno due anni di esperienza e vuole continuare ad arricchire il proprio bagaglio attorale lasciando aperto il campo di indagine.
LABORATORI TEMATICI BREVI E ANNUALI. Indirizzati a tutti coloro che hanno almeno tre anni di esperienza e che vogliono mettersi in gioco su opere edite o tematiche sempre nuove.
CORSI TECNICI DI VOCE, DIZIONE E CANTO. Percorsi specifici brevi o annuali per l’arricchimento delle potenzialità vocali, respiratorie ed espressive su palco e non solo.
SEMINARI. Percorsi di uno o più weekend che permetteranno di scoprire o approfondire artisti, discipline e metodi di approccio attorale in un lavoro intensivo e arricchente.