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Per circa 70 minuti da “Il Sabato del villaggio” con “la donzelletta vien dalla campagna”, vivisezionata, analizzata, sviscerata all’attento pubblico,  tutto d’un fiato, senza pause, con trasporto e grande personalità, per arrivare al finale corale col

pubblico, invogliandolo ad aiutarsi con il telefonino, proponendo l’immortale “L’infinito”. Parliamo della “Serata d’onore”, intitolata “Gabriele Lavia dice Giacomo Leopardi” di e con Gabriele Lavia, organizzata il 9 ottobre alla Sala Verga di Catania, dal direttore dello “Stabile” etneo Graziano Piazza, imperdibile antipasto della stagione 2024/2025 che partirà l’8 di novembre con “Guerra e pace” di Tolstoj. Per la Serata d’onore, mattatore indiscusso sul palco, una delle figure più rappresentative del teatro italiano degli ultimi cinquant’anni, l’attore e regista Gabriele Lavia, nato a Catania nel ’42 e che proprio nella città etnea ha ricevuto dal sindaco Enrico Trantino la pergamena della cittadinanza onoraria. 
Solo sulla scena vuota, accompagnato da una sedia sulla quale mai si siederà, Gabriele Lavia da sfoggio della sua arte, della sua professionalità, grazie alle opere del suo amato Giacomo Leopardi tanto che da giovane volle imparare a memoria le sue poesie, per averle sempre con lui e da quel momento non ha mai smesso di dirle. Lavia infatti non recita, non interpreta, le magiche liriche di Leopardi, ma le “dice” ad pubblico in sala, incantato e in religioso silenzio, trovando mille aspetti, nuove e diverse sfumature alle poesie e che hanno reso l’ascolto davvero piacevole ed emozionante.
Lavia “dice Leopardi” e cattura l’attenzione del pubblico con consumata eleganza attoriale riversando, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche dei Canti e non solo, da “A Silvia” a “Passero solitario”, dal “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” a “Le ricordanze”, da “Me stesso”  a “La sera del dì di festa”. Nel suo dialogo col pubblico fa incontrare, ricordi personali inerenti ai suoi viaggi a Recanati, nella casa del poeta, al suo incontro con il mitico “Ermo colle” e con la siepe de “L’infinito” e la serata diventa un prezioso scrigno dell’arte, del pensiero del vate di Recanati, un viaggio nella profondità dell’animo umano, a quella sua nuova voglia di sondare la parola e il suono in un momento della sua esistenza che si tramutò in esaltante creatività artistica.
Lavia, quindi, rendendo omaggio al poeta, al suo soggiorno pisano, conclude lo spettacolo recitando, o meglio “dicendo”, insieme al pubblico, l’immortale poesia “L’infinito” e raccogliendo i meritati e reiterati applausi e le ovazioni di tutti i presenti in sala.

Serata d’onore 
Gabriele Lavia dice Giacomo Leopardi
di e con Gabriele Lavia
Supervisione di Graziano Piazza
Disegno luci di Gaetano La Mela
Produzione Effimera Teatro in collaborazione con Teatro Stabile di Catania
Sala Verga - Catania - Teatro Stabile - 9 ottobre 2024