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Questo Festival, organizzato dalla “Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse” di Genova e giunto felicemente alla sua decima edizione, continua il suo viaggio che per meta ha il non avere una 'meta', poiché ogni anno ciò che sarà scoperto è una

'sorpresa' e soprattutto è sempre una partenza mai un punto di arrivo.
Così, sotto la Direzione Artistica di Linda Kapetanea e di Jozef Fucek, insieme ad una Marina Petrillo che conferma la sua straordinaria apertura al nuovo e al diverso che si affaccia sulla scena nazionale e internazionale (ma anche a ciò che di più interessante in esse permane e produce nuove florescenze), in questa intensa e piena coda d'Autunno, da ottobre a dicembre, propone una serie di spettacoli non solo di Danza, come tradizionalmente intesa, ma in un certo senso anche 'oltre' la Danza, mostrando riverberi e contaminazioni che provengono e insieme ricadono sul teatro di Figura e il Circo/Teatro, sulla performance meno consueta, e anche sulla drammaturgia trasfigurata e quasi trapiantanta sul fusto fecondo della coreografia.
Impossibile qui e ora, per questioni di tempo e spazio, dare ragione di tutti gli spettacoli in rassegna molti dei quali spesso premiati, per i quali invitiamo il nostro lettore a consultare gli esaurienti comunicati stampa ed il sito del festival, tra gli altri a titolo di esempio Claudia Castellucci (Leone d'Argento per la Danza 2020) con “Verso la specie”, nonché Marco D'Agostin e Marta Ciappina (insieme Hystrio 2024, lei UBU 2023) con “Gli anni” (UBU 2023 quale miglior spettacolo di Danza).
Tra le anticipazioni, invece, ci piace segnalare l'atteso ritorno su questo palcoscenico, nell'aprile 2025, della Compagnia di Carolyn Carlson con il suo spettacolo “Island”.
Ma, come di consueto, l'evento non è solo spettacoli, ma anche incontri, dibattiti, attività di formazione e didattica per danzatori professionali e per appassionati, con workshop diffusi e seminari curati dalle compagnie ospiti, per consentire una fruizione della danza, e di quello che la danza è diventata e sta diventando, il più allargata e profonda possibile, coinvolgendo luoghi e generazioni della città e non solo.
In particolare, a conferma della poliedrica e polifonica dinamica attivata dal  Festival, citiamo tra questi il progetto “Danzare Oltre” curato da Claudia Monti e Nicoletta Bernardini, un percorso rivolto agli over 50, “per promuovere l'agire creativo attraverso il movimento”, e “Corpo Teatro” un laboratorio di Piera Pavanello “che approfondisce la relazione tra corpo e teatro attraverso la ricerca e il consolidamento della presenza scenica”.
In fondo questo Festival è dunque una sorta di “pianeta della danza” ma non in orbita isolata nell'universo dello spettacolo italiano, bensì che di questo, e del teatro in genere, ambisce essere un satellite quanto più luminoso.
E, augurandocelo, glielo auguriamo volentieri.