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Erwin Schrödiger, lo scienziato noto per il famoso paradosso del “gatto”, dimostrò l’esistenza di un fenomeno di fisica quantistica, detto entanglement, secondo il quale due particelle, venute a contatto anche solo per un brevissimo tempo,

mantengono un legame essenzialmente eterno benché si allontanino poi l’una dall’altra fino e a distanze sconfinate. Un “intreccio” – questa la traduzione del termine inglese – indissolubile e misterioso, frutto dell’inedita coesistenza di scienza e trascendenza, fisica e metafisica – e, d’altronde, la fisica quantistica non è forse la più “filosofica” delle cosiddette scienze “esatte”? Da qui parte il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Oscar De Summa che, come avveniva in altri suoi lavori precedenti, attinge alla propria biografia per condividere con gli spettatori riflessioni ed emozioni di valore intimamente universale. 
L’autore/attore pugliese spiega al pubblico come avesse deciso di raccontare la storia d’amore, impossibile da tanti punti di vista, fra due ragazzi – Mariarosaria e Peppino – che vivevano nel suo stesso paese ed erano all’incirca suoi coetanei. Una sorta di divertissement dopo spettacoli con tematiche assai più impegnate – l’eroina, la mafia… Ma, due giorni aver iniziato a scrivere di Mariarosaria – bella e intelligente, studentessa modello al liceo e rigorosa pianista – e di Peppino – piccolo di statura e ben poco scolarizzato, appassionato della sua moto e di David Bowie – Oscar De Summa riceve l’inattesa notizia della morte della sua protagonista. Scomparsa avvenuta esattamente due giorni prima, proprio quando l’artista si era messo al pc a buttare giù quella storia di tanti anni prima. Ecco l’”intreccio”, quella corrispondenza di sensi, non necessariamente amorosi, che invisibilmente ma saldamente collega la nostra esistenza a quella di coloro che anche solo brevemente ovvero furtivamente la sfiorano, tramutandoci così in inconsapevoli vertici di una fitta rete di relazioni costruita su assi che ci illudiamo paralleli ma in verità fermamente perpendicolari. 
Non la fisica quantistica né la geometria sono, nondimeno, il nucleo pulsante dello spettacolo di De Summa che dalla scienza trae un principio, un’immagine che funzioni quale leva razionale cui appoggiare un serrato e appassionato interrogarsi ad alta voce non soltanto su quelle che superficialmente - e in maniera rassicurante - definiamo “coincidenze”, ma in primo luogo sulla non predicibilità della vita, sull’impossibilità di governare ciò che per la sua stessa essenza è imprevedibile ovvero di ignorare costantemente il vero e proprio demone -  a un tratto fumi e luci rosse incupiscono la scena altrimenti spoglia – del dubbio. Il dubbio, per Mariarosaria, che esista una vita oltre alle aspettative della propria famiglia; e, per Peppino, che almeno per un breve intervallo, sia possibile emergere dalla propria piatta mediocrità; o, ancora, per la rigida madre della ragazza, che la figlia possa desiderare altro che non un’esistenza irreprensibile; e, per il padre, che quello stesso altro possa essere già stato provato. Il dubbio, per l’artista in scena, che ispirazione e talento non siano solamente frutto di un casuale mescolarsi di geni… 
Oscar De Summa alterna apparente leggerezza ad anti-retorica e sincera meditazione ad alta voce, instaura un rapporto affabile e tutt’altro che di maniera con gli spettatori, crea una tangibile comunità di particelle umane con cui sceglie di condividere con generosità un pezzo della sua vita e dell’intimità dei suoi pensieri. Un artista capace di riempire la scena tanto con il proprio potente talento attoriale quanto con la propria passionale umanità, arrivando a incagliare il pubblico in una pulsante rete di emozioni: le risa, la commozione, la malinconia, il ricordo, frutti spontanei del racconto della vita di Mariarosaria, di una canzone di David Bowie, di una spiegazione scientifica, di una poesia…

Testo, regia e interpretazione di Oscar De Summa. Progetto luci e scene di Matteo Gozzi. Progetto sonoro di Oscar De Summa. Produzione: Atto Due – Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale; con il contributo di Giallo Mare Minimal Teatro, Fondazione Armunia, Pimoff Milano, Ater Fondazione. 
Visto a San Pietro in Vincoli, Torino, nell’ambito della stagione Fertili Terreni Teatro, il 9 gennaio 2025.

Foto da romaeuropa.net