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Harold Pinter è per i teatranti una certezza, una specie di porto sicuro. È talmente interessante, profondo e tagliente il suo sguardo sul mondo contemporaneo e sulla società occidentale che difficilmente ci si sbaglia a portarlo in scena. Così non è

certo andata male al pubblico de “Il Calapranzi” lo spettacolo prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e realizzato da Roberto Rustioni avvalendosi della traduzione di Alessandra Serra e dell’interpretazione di Dario Aita e di Giuseppe Scoditti. Due killer di professione, Ben e Gus, aspettano la loro vittima in un piccolo appartamento, oscuro, dimesso, spartanamente arredato, di un sotterraneo qualunque di una qualunque città occidentale (scene e costumi sono firmati da Valentina Console). Al loro provvisorio sostentamento risponde, per quanto misteriosamente e anonimamente, un silenzioso boss che, per mezzo di un piccolo montacarichi (“il calapranzi” appunto), fa arrivare il necessario e gli ordini del caso, ma non risponde ai sospetti e alle domande di senso che attraversano il tempo e la condizione dei due. Ne scaturisce una situazione di attesa velenosa, per quanto ridicola, di tensione crescente, d’insopportabile ansia, di violenza trattenuta che non potrà portare che a una inevitabile catastrofe. Appare evidente che un plot drammaturgico del genere non possa che giocarsi sul filo di una regia consapevole e rigorosa e, soprattutto, del lavoro degli attori: dare a ogni gesto, parola e silenzio un peso che ecceda la lettera e spinga lo spettatore a andare oltre e affacciarsi a quel baratro di riflessione sul potere, sul male e sul dolore che è sempre implicito nello sguardo che Pinter ha sul mondo. Così se appare giusto e apprezzabile il lavoro sul ritmo e sui silenzi che devono pesare e comunicare quanto, e forse più, delle parole, occorre dire invece che la recitazione (soprattutto quella di Scoditti) andrebbe ulteriormente curata, asciugata, ripulita di ogni (inappropriata) inflessione regionalistica e di ogni elemento comico che non sia necessario e realmente richiesto dal testo pinteriano. Visto a Palermo, sabato 8 febbraio 2025, nella Sala Strehelr del Teatro Biondo. 

Il Calapranzi.
Dal 29 gennaio al 9 febbraio 2025. Palermo, Teatro Biondo, Sala Strehler - prima nazionale.
Di Harold Pinter, traduzione Alessandra Serra. Regia di Roberto Rustioni, con Dario Aita e Giuseppe Scoditti. Scene e costumi di Valentina Console, con la collaborazione degli allievi e delle allieve del Corso di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo: Maura Cattano, Tullio Di Prazza, Sarah Radicello, Francesco Troia, Luana Trupiano, Giulia Vaccaro. Luci di Antonio Sposito. Assistente alla regia Giuseppe Bongiorno, assistente alla scenografia Felicetta Giordano. Coordinamento dei servizi tecnici Giuseppe Baiamonte. Fonico Manfredi Di Giovanni. Macchinista Giuseppe Macaluso. Sarta Maria Gerbino. Amministratore di compagnia Andrea Sofia Produzione Teatro Biondo Palermo.

Foto Rosellina Garbo.