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«Sì, ma io volevo fare l’attore»: è la storia di un sogno non realizzato e tuttavia non certo di un fallimento quella portata in scena da Mario Perrotta, autore, regista e interprete di un lavoro che vuole raccontare prima di tutto come la vita possa sorprenderci rivelandoci talenti e possibilità di cui eravamo più o meno volontariamente

inconsapevoli. 
Domenico Modugno, pugliese come lo stesso Perrotta, esordì a Sanremo nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, scritta con il paroliere-amico Franco Migliacci; contro ogni pronostico vinse e la sua canzone divenne una sorta di inno, tanto conosciuto a livello internazionale da soppiantare forse anche il tradizionalissimo O sole mio… Ma Modugno, Mimì, non s’immaginava cantante bensì attore: per inseguire quel sogno aveva abbondonato il Salento per il Nord, prima Torino e poi Roma, dove, insieme a una “certa” Giulia Lazzarini, ottenne una borsa di studio per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ma fin dall’esordio della propria avventura artistica non è come attore che Modugno si guadagna da vivere bensì come cantante, inizialmente in dialetto salentino spacciato per siciliano… Un’esistenza guascona e passionale, in cui convivono schiettezza e arguzia, vocazione alla vita e desiderio di affetti certi: il temerario addio alla Puglia – quell’amara terra mia con cui significativamente Perrotta apre il suo spettacolo – compiuto all’insaputa di quel padre con cui, nondimeno, Modugno mantiene costantemente un dialogo franco; la capacità di mantenersi e, allo stesso tempo, coltivare il proprio talento, cantando e, poi, lavorando in radio; la relazione con Franca, ognora messa in discussione e tuttavia imprescindibile. 
Mario Perrotta ricostruisce in scena l’apprendistato alla vita e all’arte di Domenico Modugno, accompagnandolo dal momento dell’abbandono della propria regione fino all’inaspettato successo a Sanremo nel 1958, intrecciando vita privata e lavorativa, punteggiata quest’ultima da incontri e rincorse spericolate – emblematico l’episodio legato alla visita in Italia di Frank Sinatra… Una parabola in certa misura esemplare e paradigmatica di un’età della storia italiana – il secondo dopoguerra, la tragedia e la miseria post fascismo e post conflitto gettate nell’oblio dalla fiduciosa e un po’ sconsiderata spensieratezza del boom economico – in cui sembrava che ogni sogno potesse tramutarsi in realtà, ogni speranza conquistare reale concretezza. La vicenda di Modugno, tuttavia, ci dice anche quanto l’esistenza rimanga, pur nella positività del contesto in cui una benevola sorte ci ha gettati, intrinsecamente non prevedibile, tanto nel male quanto, com’è nel caso del cantante salentino, nel bene, consegnandoci a un destino – privato e professionale – che, pur non corrispondendo a quanto sognato – la carriera come attore, una vita sentimentale disinvolta e senza legami – ci regala una solida e sostanziale felicità. 
Una parabola che Mario Perrotta rievoca sul palcoscenico spoglio affidandosi all’essenziale ma solida potenza della parola e della musica: un microfono d’antan e un poliedrico talento di narratore e cantante ben supportato dai tre valenti musicisti in scena - Vanni Crociani (pianoforte, fisarmonica), Giuseppe Franchellucci (violoncello) e Massimo Marches (chitarra e mandolino). L’autore-interprete, però, non “imita” Modugno – ecco, allora, i riarrangiamenti delle sue canzoni, più o meno note – bensì ne modella un ritratto universale, in cui Mimì convive sicuramente con Mario e con tutti quei giovani, pugliesi e non, che, allora come oggi, scelgono temerariamente di inseguire un sogno. Una ricerca di auto-realizzazione che, come nel caso di Domenico Modugno, può non condurre al risultato sperato – un Oscar magari – eppure donare un’imprevista e duratura felicità.  

Di e con Mario Perrotta. Collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Musiche di Domenico Modugno. Arrangiamenti ed ensemble Vanni Crociani, Giuseppe Franchellucci, Massimo Marches, Mario Perrotta. Prod.: Permar, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale; con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Medicina; in collaborazione con Teatro Ruggeri di Guastalla, Teatro Asioli di Correggio, Duel. Spettacolo presentato in collaborazione con Coop Alleanza 3.0

Visto al Teatro Arena del Sole - Sala Thierry Salmon di Bologna il 6 marzo 2025

Foto di Luigi Burroni