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E’ un dramma a tinte forti e dai ritmi elevati l’atto unico “Il leone d’inverno” (The Lion in Winter) di James Goldman, diretto da Nicasio Anzelmo e che, con la traduzione di Roberta Conti, è stato proposto, in prima nazionale, dal 4 al 9 marzo scorso al

Teatro Vitaliano Brancati di Catania, con la produzione del Teatro della Città - Centro di Produzione Teatrale. L’opera di James Goldman, che  risale al 1966, ha ispirato il celebre adattamento cinematografico omonimo di Harvey del 1968, con Peter O’Toole e Katharine Hepburn e la miniserie televisiva “Nel regno del crimine” del 2003 di Andrej Končalovskij, con Patrick Stewart e Glenn Close. Elementi cardine del testo sono i conflitti familiari irrisolti, i problemi patrimoniali e la sete di potere.
Sulla scena di Vincenzo La Mendola (che cura anche i semplici e delicati costumi) con un grande specchio obliquo che riflette un tavolo girevole ed una cartina geografica nella corte di Enrico II, Re d'Inghilterra, si muovono i sette protagonisti alla vigilia di Natale dell’anno 1183. Allo spietato e freddo Enrico II non restano molti anni da vivere e la successione del trono nutre improvvise alleanze tra i figli del  sovrano. Iniziano quindi le diatribe, gli aspri scontri tra Eleonora di Aquitania, moglie di Enrico II e lo stesso re d’Inghilterra con Riccardo il figlio maggiore,  Giovanni il figlio più giovane ed il figlio di mezzo Goffredo. In questo continuo susseguirsi di diatribe, complotti, accordi segreti, si aggiungono anche il giovane Filippo, Re di Francia e la sorella Alais, amante fanciulla di Enrico II.
La pièce, diretta in modo lineare da Nicasio Anzelmo, con le musiche originali di Giovanni Zappalorto e Andrea Nicolini, in circa novanta minuti, si ispira a fonti storiche ed il testo è incentrato soprattutto tra i dissidi, le ripicche ed il rapporto di amore-odio tra la bella e passionale Eleonora ed il marito Enrico ed il loro continuo scontro coinvolge tutti coloro che li circondano. Quel continuo gioco di parole tra i protagonisti, gli scontri tra marito e moglie, padre e figli, tra Re di Francia e Re d’Inghilterra non sono altro che un gioco, un pretesto per mettere a nudo i rapporti, le passioni e la sproporzionata sete di potere che emergono in una famiglia nevrotica ed anaffettiva soprattutto nell’affrontare problemi patrimoniali e di successione al trono.
Il Re d'Inghilterra più che con i figli si fronteggia in scena con Eleonora, che tiene prigioniera e che assiste al tradimento del re con la giovane Alais. E la lotta per la successione al trono scatena odio e cattiveria, con padri contro figli, figli contro padri, fratelli contro fratelli, marito contro moglie e tutti giocano una partita senza esclusione di colpi. 
A parte la figura arida, spigolosa, virile del re Enrico II, resa con grande vigore da Maximilian Nisi, sulla scena spicca la manipolatrice, seducente Eleonora, amante, sposa, madre, interpretata da una frivola e glaciale, elegante e sensuale Viola Graziosi, sempre in competizione, per amore e rivalsa,  con il regale consorte che minaccia, alla fine, di ripudiarla. Re e regina guidano un intreccio di piani per la successione al trono, Eleonora trama nell’ombra e favorisce il cuor di Leone Riccardo, mentre il Re Enrico vuole insediare l’indeciso e pavido Giovanni, ma alla fine Eleonora, con la solita astuzia, avrà maggior peso nella nuova distribuzione dei poteri all’interno del regno. 
Sulla scena si disimpegnano con altrettanta abilità, nei panni dei tre figli aspiranti al trono Riccardo, Goffredo e Giovanni, i promettenti Davide Pandolfo, Francesco Di Cesare e Davide Ingannamorte, mentre Sofia Graiani è la giovane e bella Alais e Giulio Tropea è il determinato Re di Francia.
Il regista Nicasio Anzelmo ha proposto uno spettacolo raffinato, godibile, snellendo il testo di James Goldman e puntando sulla forza, sulla passione di dialoghi taglienti tra i protagonisti. Il lavoro, alla fine lungamente applaudito dal pubblico in sala, è risultato un autentico monito sul disfacimento e l’aridità dei rapporti familiari e sulla crudeltà e la sempre attuale smania del potere, con delle frasi pronunciate da Eleonora di Acquitania durante lo spettacolo che fanno venire sicuramente riflettere, come ad esempio: “Noi siano l’origine delle guerre. Gli assassini siamo noi. Noi alimentiamo la guerra. La portiamo dentro di noi, come la sifilide. Ma, non possiamo semplicemente amarci un poco? È così che comincia la pace. Abbiamo tante ragioni per amarci. Abbiamo tante possibilità, figli miei, potremmo cambiare il mondo”. E parole come queste, in un momento, come quello attuale, mentre nel mondo tirano forti venti di guerra, fanno pensare e rabbrividire.

Il leone d’inverno
di James Goldman
Traduzione di Roberta Conti
Regia di Nicasio Anzelmo
con Viola Graziosi, Maximilian Nisi e con Francesco Di Cesare, Sofia Graiani, Davide Ingannamorte, Davide Pandolfo, Giulio Tropea
Scene e costumi Vincenzo La Mendola
Musiche originali di Giovanni Zappalorto e Andrea Nicolini
Produzione Teatro della Città-Centro di produzione teatrale
Teatro Brancati di Catania - Stagione 2024/2025 - 4-9 marzo 2025
Visto al Teatro Brancati di Catania il 9 marzo 2025

Foto Dino Stornello