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E’ un felice incontro di generi letterari, un capriccio di sostituzioni grammaticali e lessicali, un gioco enigmistico esilarante, congegnato da tre eccellenti interpreti (Francesco Foti, Emanuela Pistone e Agostino Zumbo) con una inesauribile padronanza

linguistica. Ecco in sintesi "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, nella versione italiana di Umberto Eco, con la regia di Emanuela Pistone, proposto fuori abbonamento il 22 e 23 marzo, alla Sala Futura di Catania, nell'ambito della stagione di prosa dello "Stabile" etneo. 
Lo spettacolo, finalista al premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2024” come “Migliore Spettacolo 2023-2024” e vincitore del premio per la categoria “Migliori luci” realizzate da Gaetano La Mela, è un cofanetto dalle mille sorprese, raffinato e magicamente interpretato, in cui viene raccontato, in un solo di atto di sessanta minuti, un banale episodio per 40 volte con altrettante variazioni e vari titoli, un modo esilarante, intrigante, tra retorica e comicità, per svelare le infinite possibilità dell’uso consapevole del linguaggio.
Il testo “Esercizi di stile” arriva da lontano, infatti nel capitolo 33 del Primo Libro del De copia verborum et rerum (1512), Erasmo da Rotterdam prese due frasi molto semplici e ne offrì 150 variazioni dell’una e 200 dell’altra. Dopo alcuni secoli, nel 1947, Gallimard pubblicò in Francia per la prima volta gli Exercises di Raymond Queneau che si rifacevano alle variazioni di Erasmo. Si arriva poi al 1983 quando Einaudi decise di pubblicare la versione italiana curata di Umberto Eco, una vera e propria riscrittura. A 40 anni dalla prima edizione italiana di Eco, lo “Stabile” di Catania ha riproposto questo testo realizzando uno spettacolo agile, delizioso, esilarante. Una vera e propria sfida per qualunque attore con la stessa banale storiella che viene riproposta in infinite varianti, ma da 99 si passa a 40, tra il divertimento ed il coinvolgimento del pubblico. 
Il nucleo narrativo è estremamente semplice: c’è un uomo, su un autobus, irritato perchè un altro tizio lo spinge continuamente. Così, trovato un posto libero, lo occupa. Dopo qualche ora, l’uomo rivede il molesto tizio insieme ad un amico, che lo sollecita ad attaccare un bottone sul soprabito. Tutto, come detto, molto banale, ma avviene la magia, pagina dopo pagina, nelle variazioni sul tema elaborate dall'autore Queneau.
La regista Emanuela Pistone, scatenata interprete in scena, con Agostino Zumbo e Francesco Foti, ha dato al lavoro il taglio del gioco, trasformando la fantasiosa rappresentazione in una esibizione leggera, enigmistica della parola. 
I tre abili e camaleontici attori, dopo una proiezione animata che introduce lo spettacolo, con i bianchi e stilizzati costumi di Riccardo Cappello, con le luci e l’animazione di Gaetano La Mela, si muovono in una scena luminosa - una pagina bianca - accompagnati da delle lettere che cambiano spesso posizione, rotolano, si capovolgono, diventano sedie o sgabelli, seguendo il caleidoscopico incedere della scrittura di Queneau/Eco e le precise direttive della regista e interprete Pistone.
Lo spettacolo, che si avvale della consulenza di Francesco Scimemi, Andrea Taddei e Michele Truglio, a metà tra circo e Varietà, offre allo spettatore numeri diversi tra loro, pezzi comici, canzoni, danze, qualche magia, senza alcun filo conduttore. Il pubblico, attento e divertito, non si sottrae al divertissement e viene coinvolto dagli interpreti - che mettono in campo tutta la loro professionalità, esperienza e arte affabulatoria - a giocare con loro e con le parole. Spettatori in sala entusiasti che, durante ed alla fine, tributano i meritati e  calorosi applausi al travolgente e piacevolissimo lavoro.

Esercizi di stile
di Raymond Queneau 
Versione italiana di Umberto Eco
Regia di Emanuela Pistone
Costumi di Riccardo Cappello
Luci e animazione grafica di Gaetano La Mela
con Francesco Foti, Emanuela Pistone, Agostino Zumbo
Si ringraziano per la gentile collaborazione Francesco Scimemi, Andrea Taddei, Michele Truglio
Finalista al premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2024” come “Migliore Spettacolo 2023-2024” e vincitore del premio per la categoria “Migliori luci”
Visto il 23 marzo 2025 alla Sala Futura di Catania
Produzione Teatro Stabile di Catania - Sala Futura -22 e 23 marzo 2025
Durata 60 minuti

Foto Antonio Parrinello