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Con lo spettacolo “La Chunga” dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa (recentemente scomparso), in scena al “Verga” di Catania dal 9 al 18 maggio, per la stagione 2024/2025 del Teatro Stabile etneo, si è concluso il progetto avviato dal regista

Luca De Fusco tre stagioni fa, quando nel 2023, proprio a Catania, alla presenza del Premio Nobel, fu presentato per la prima volta in Italia “I racconti della peste” - scritto nel 2015- e poi l’anno successivo andò in scena “Appuntamento a Londra” del 2008.
“La Chunga”, atto unico di circa cento minuti, con la mano registica di Carlo Sciaccaluca e la scenografia evocativa e ben delineata di Anna Varaldo, conferma, nella coproduzione Stabile di Catania, Teatro di Roma - Teatro Nazionale, alcuni dei capisaldi del pensiero di Vargas Llosa ovvero che “la verità e la menzogna, il passato e il presente coesistono come nell’animo umano”. Il testo e lo spettacolo ci riportano agli inizi letterari dello scrittore peruviano, al suo secondo romanzo, “La casa verde”, del 1966, da cui lo stesso autore fece derivare, nel 1985, il testo teatrale “La Chunga”, rappresentato per la prima volta a Lima dal gruppo Uesayo con la regia di Luis Peirano, protagonista Delfina Peredes, in assoluto, la pièce teatrale dello scrittore peruviano maggiormente rappresentata nel mondo, in una ventina di paesi diversi. 
Mario Vargas Llosa con “La Chunga”  fa i conti anche con le sue radici e il suo passato, infatti la storia narrata si svolge a Piura, città del nord del Perù circondata da distese di sabbia, dove lo scrittore abitò da bambino.
In scena una pièce forte, intensa e che vede, come centro di tutto, di bevute e scommesse, di finzioni e realtà, l’ambigua locanda-bar di Chunga, ex bambina nata nel bordello e tirata fuori dall’autore dal romanzo “La casa verde”. In questo fumoso ed allegro ambiente, bevendo, straparlando e sognando, vivono attorno ad un tavolo, giocando a dadi, un gruppo di fannulloni e reietti, gli “Inconquistabili”, che sopravvivono di espedienti e che Chunga respinge con la sua durezza, in un contesto di assoluto degrado morale. 
Con gli azzeccati costumi di Anna Verde ed il gioco luci di Gaetano La Mela,  si racconta, tra realtà, sogni e immaginazione, della sera in cui Josefino avendo perso tutto mise in pegno la sua giovane e bella Mèche per poter continuare a giocare a dadi con i suoi tre amici. La Chunga, padrona della locanda, gli propose di fargli credito chiedendo in cambio la bella Mèche per tutta la notte e Josefino accettò. Ma cosa successe nella camera da letto al piano di sopra?
Ed a distanza di anni i quattro “Inconquistabili”, nella solita locanda della Chunga, danno una versione diversa dei fatti. Mèche dopo quella notte è sparita e non può confermare né smentire cosa sia veramente successo. Resta soltanto, sulla scena, la materializzazione dei racconti dei quattro che danno una propria versione dei fatti, svelando così i propri desideri e le proprie debolezze, rivelando i loro lati più segreti, ma non si saprà mai la verità e cosa successe realmente quella notte tra Mèche e la Chunga.
La regia di Carlo Sciaccaluga concede ampio spazio agli attori che danno vita a delle interpretazioni di alto livello, dalla rigida e dura Chunga di Debora Bernardi allo spaccone e prepotente Josefino di Francesco Foti, dalla carismatica ed esuberante Mèche di Francesca Osso al concreto e timido Lituma di Valerio Santi, dal cinico Scimmia di Giovanni Arezzo al taciturno e riflessivo Josè di Pietro Ossino. 
Ed alla fine applausi a scena aperta per gli interpreti,  per la rappresentazione e per un testo impietoso, duro, sospeso fra passato e presente, ma incredibilmente reale. Un testo, uno spettacolo che sintetizza alcuni dei temi più cari allo scrittore peruviano, come il rapporto tra uomini e donne, il desiderio ed il possesso, l'asservimento al femminile, l’omofobia e la violenza sulle donne, tutti argomenti- purtroppo- ancora oggi drammaticamente attuali.

La Chunga
di Mario Vargas Llosa, 1986
Regia di Carlo Sciaccaluga
Con Debora Bernardi (Chunga), Francesco Foti (Josefino), Francesca Osso (Meche), Valerio Santi (Lituma), Giovanni Arezzo (Scimmia), Pietro Casano (Josè)
Scene di Anna Varaldo
Costumi di Anna Verde
Luci di Gaetano La Mela
Regista assistente Alice Ferranti
Produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Sala Verga – Stagione Teatro Stabile di Catania 2024/2025 - 9-18 maggio 2025
Durata 1h40’
Vista alla Sala Verga di Catania il 14 maggio 2025

Foto Antonio Parrinello