La storia del teatro del e sul femminile è costellata da prevalenti narrazioni di donne sfortunate o oppresse, rinnegate o escluse, e chi più ne ha più ne metta, non solo io credo per l'esigenza maschile e patriarcale di mantenerne una immagine di
sudditanza, ma anche spesso per una sorta di accettazione di ruolo necessaria alle donne stesse per meglio ribaltarlo.
Al contrario questa breve drammaturgia, scritta da Fiorenzo Baini e felicemente portata in scena dal regista Andrea Benfante e dall'attrice Anna Giarrocco (il “Teatrino di Bisanzio”), e il titolo già lo suggerisce, è la storia di una 'donna di successo', nonostante e contro tutte le avversità e i dolori, a partire dalla stupro e dal processo seguiti alla sua testarda denunzia, che come noto caratterizzarono la vita della pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi che ne è la protagonista, anzi un successo moltiplicato proprio da quelle stesse avversità.
Ne è conferma l'efficace scelta registica di far irrompere sulla scena 'in medias res', Artemisia in corpo, sangue e voce (fu anche una brava cantante barocca) liberandola così della fissità da immaginetta con cui inizia la drammaturgia mentre ne vengono vantati i meriti artistici.
È un monologo intenso e molto 'personale' quello della protagonista che, rivivendo come in flashback le principali vicende della sua intensa vita, anche quelle più dolorose, ottiene lo scopo di sottolineare come il suo successo sia stato l'esclusivo frutto del suo grande talento, tanto grande da essere universalmente riconosciuto già ai suoi tempi e che le garantì, nonostante i suoi lavori fossero pagati meno dei corrispettivi maschili, autonomia economica e soprattutto intellettuale che la portò anche, caso assai raro, a fondare una scuola.
Tutto questo a superare i secoli, mentre i suoi detrattori e persecutori con la loro presunta superiorità sono stati man mano dimenticati.
Il simbolo dunque di una donna che non chiede protezione ma bensì puro semplice riconoscimento, che non chiede cioè canali protetti come le quote rosa, ma solo la possibilità di gareggiare con le stesse regole e gli stessi parametri dei colleghi maschi, e nella parità e nell'eguaglianza 'vinca il migliore'.
La drammaturgia e soprattutto la messa in scena ci raccontano con efficacia tutto questo, mostrando non tanto una biografia quanto piuttosto un modo di essere e di esserci che la biografia e la storia supera, non solo 'exemplum' ma in fondo un 'concetto' di vita, un pensare proattivo cui sempre meno donne si negano e sempre più donne vivono concretamente.
Una 'donna di successo' dunque Artemisia Gentileschi in forza della sua vitalità e del suo prorompente talento, e non la sola, già prima dei suoi tempi storici, ricordiamo la monaca “Rosvita” la voce squillante di Gandersheim poetessa e drammaturga vissuta ai tempi degli Ottoni, nella sua stessa contemporaneità, e qui ci sovviene la grande intagliatrice di lapislazzuli Francesca Bresciani, collaboratrice di Bernini che pretese e ottenne il giusto pagamento del suo lavoro nonostante Bernini, e ancor più oggi.
E festeggiare un successo, nonostante le difficoltà, un successo di arte e di bellezza è in questi tempi fluidi e assai poco valoriali opportuno e anche, perché no e senza pudore o vergogna poiché non guasta, piuttosto educativo.
Una buona storia letteraria, una bella riduzione drammaturgica, ben messa in scena e ben recitata dalla sempre monolgante ma assai empatica e dal limpido canto Anna Giarrocco (bellissimo il suo “Lamento di Arianna”da Monteverdi), per uno spettacolo gradevolmente profondo, preceduto e preparato la settimana passata dalla interessante conferenza del critico d'arte Armando Battelli: “Le donne dell'arte dal '500 a oggi.”
Nei piccoli ma di grande condivisione spazi del Associazione APS no profit per la ricerca scientifica la cultura e l'arte “Ottavio Cirio Zanetti” di Genova, presieduta con lungimiranza da Rita Cirio il 28 maggio. Molto apprezzato e applaudito.
ARTEMISIA GENTILESCHI CUORE DI CESARE IN CORPO DI DONNA di Fiorenzo Baini. Adattamento drammaturgico Andrea Benfante e Anna Giarrocco con arie seicentesche cantate dal vivo. Con: Anna Giarrocco. Regia: Andrea Benfante. Costumi: Anna Alunno. Elementi scenografici: Anna Alunno e Bartolomeo Benfante. Elaborazioni sonore e Sound Design: Andrea Benfante. Produzione “Il Teatrino di Bisanzio”.