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Lo spettacolo visto attraverso il prima dello spettacolo, è questa l'idea guida della drammaturgia, dal lunghissimo titolo wertmulleriano che ci risparmiamo di ripetere, del giovane Alessandro Paschitto, ultima della Rassegna “De Gustibus” a cura

di Elisabetta Pozzi, rassegna che rappresenta il nuovo 'format' della tradizionale scelta di drammaturgie contemporanee che da tempo chiude la stagione del “Teatro Nazionale di Genova”.
Un 'prima' della rappresentazione costruito come una guida di oceani sconosciuti per lo spettatore/navigatore, una sorta di elenco di avvertenze (“hic sunt leones”) che devono o dovrebbero prepararci al risucchiante “Maelstrom” del palcoscenico.
Un elenco di 'prescrizioni' dunque, che sono ciò su cui è costruito lo spettacolo 'a venire' appunto, un  preavviso di ciò che è e avviene sul palcoscenico, per dirci in fondo quello che è da sempre il teatro, quel teatro che alla fine siamo 'noi'.
Organizzato secondo la sintassi ormai tradizionale della 'provocazione' scenica, a partire da “Insulti allo Spettatore “ di Peter Handke fino a tanto teatro di e alla Carmelo Bene, vuole dimostrare infatti che tutto ciò che succede sul palcoscenico è ciò che succede dentro di noi, costituendo la scena una sorta di 'terra di nessuno' o meglio di “zona smilitarizzata” in cui tutto può essere detto perchè tutto lì può essere elaborato e cauterizzato, tra sacrificio rituale e capro espiatorio fin dalla tragedia classica.
Una aristotelica 'mimesi' della realtà, intesa non tanto come 'imitazione' quanto come 'immaginazione' e dunque 'rappresentazione rituale'.
Ma tutto questo è teatro, come lo conosciamo, però ciò che colpisce di questa drammaturgia è lo svelamento, forse inconsapevole o non del tutto percepito anche da parte del drammaturgo stesso, del rapporto tra teatro e realtà (sociale ed esistenziale) quale si è modificato e deformato nell'oggi, fin quasi ad annullare l'effetto liberatorio e catarticamente elaborativo che quelle provocazioni sceniche citate comunque cercavano nel rapporto con il pubblico.
Un cambio d'epoca, per così dire in cui le regole e le norme, linguistiche nel significato più ampio che trascende ma coinvolge il teatro stesso, si sono traformate in 'prescrizioni', sempre più numerose e sempre più rigide ivi comprendendo il cosiddetto 'politically correct', mentre contemporaneamente i 'i valori', estetici, etici, sociali ed esistenziali, anch'essi nel senso più ampio possibile, che fornivano giustificazione e legittimazione alle norme e alle regole, si liquefacevano quasi sparendo all'orizzonte anche del 'procelloso' oceano del teatro.
Sarà l'influsso del mondo dei “social” ma se la libertà espressiva, un valore da preservare sempre, rischia di trasformarsi in semplice 'licenza' che non ha finalità, allora anche la provocazione scenica si incunea nel vicolo cieco dalla sostanziale irrilevanza.
Questo interessante spettacolo credo sia su questo che ci interroga, senza predisporci una risposta ma dandoci un preavviso sulla necessità di questa risposta.
La lettura scenica è stata organizzata con intelligenza da Elisabetta Pozzi che ha avuto l'intuizione molto teatrale di farla interpretare da finte maschere di sala che, per meglio essere apprezzate dal pubblico, si sono mescolate con le maschere vere accogliendo gli spettatori che convenivano nella teatro.
Una lettura nel complesso godibile e stimolante, come il testo drammaturgico che è riuscito a provocare reazioni diverse, nei suoi diversi tempi e nei diversi spettatori, guidate però tutte dal prevalere del grottesco e dell'ironia, canali privilegiati per una corretta percezione.
Bravi tutti i giovani interpreti che hanno saputo trascendere la sola lettura del testo in una vera e propria interpretazione drammatica.
Alla Sala Mercato di Genova Sampierdarena. Unica rappresentazione il 29 maggio. Applaudita.

ALCUNE SEMPLICISSIME AVVERTENZE PER UNA FRUIZIONE GODIBILE E SICURA DELLO SPETTACOLO A VENIRE
di Alessandro Paschitto. Lettura scenica a cura di Elisabetta Pozzi. Interpreti: Anna Bodnarchuk, Bianca Mei, Davide Niccolini, Adriano Paschitto, Alfonso Pedone, Dalila Toscanelli, Federica Trovato.