Ci accoglie sul grande portone una donna alta, con lunghi capelli ricci, gentile e premurosa: “Abbiate pazienza so che fa caldo, fra breve potrete entrare, meno male siete all’ombra …quasi, quasi aspetto insieme a voi, qui, all’ombra” «All’ombra de’ cipressi
e dentro l’urne…» accenna qualcuno. La citazione cade a pennello, siamo nel cuore di Milano, tra le suggestive architetture a cielo aperto del Cimitero Monumentale. Nel “giardino segreto”, è andato in scena il racconto, “Mia mamma sparava”, una produzione congiunta del Monumentale e di Campo Teatrale. La drammaturgia di Angela Dematté, diretta da Francesca Merli, ha offerto al pubblico un vibrante ritratto della Resistenza al femminile, mettendo in luce il contributo, spesso sottovalutato, delle donne nella lotta per la libertà. Il Monumentale, palcoscenico storico, inaugurato nel lontano 1866, è molto più di un semplice luogo di sepoltura. È un vero e proprio museo, un monumento alla milanesità e alle sue memorie civiche, come testimoniato dall’impegno e dalla dedizione della direttrice Giovanna Colace (la donna che ci ha accolto all’ingresso) e dalle numerose iniziative culturali promosse in sinergia con il Comune di Milano. In questo contesto intriso di storia e memoria, la drammaturgia di Angela Dematté, ha trovato il suo ambiente ideale, trasformando il verde intenso del giardino, tra alberi sempreverdi e mura antiche, in un palcoscenico naturale. Il racconto scenico, affidato all’intensa interpretazione di Laura Serena, Samantha Silvestri e Sofia Foti, con le evocative musiche di Federica Furlani, ha dipinto un quadro vivido di donne che, nell'ombra, hanno percorso chilometri, a piedi o in bicicletta, cucito calze, preparato pasti e, soprattutto, lottato per la propria vita e quella dei propri cari. Il testo vivace e dinamico, insieme ai movimenti scenici chiari ed efficaci di Francesca Merli, ha saputo restituire la capillarità della mobilitazione femminile nelle fabbriche e nei quartieri di Milano. Le protagoniste di questa narrazione sono le partigiane, spesso relegate a un ruolo marginale nella storia ufficiale, ma in realtà numericamente molto più presenti di quanto si creda. Attive per lo più nei GDD (Gruppi di Difesa della Donna), queste donne – operaie, casalinghe, intellettuali, borghesi, appartenenti a diverse correnti politiche – erano unite da un unico, insopprimibile desiderio di libertà e democrazia. Per loro, queste parole significavano non solo la liberazione dal nazifascismo, ma anche il diritto a un giusto salario, a condizioni di lavoro dignitose, a pari trattamento tra uomo e donna, e alla piena partecipazione alla vita politica. "Mia Mamma Sparava" ha saputo andare oltre la cronaca storica, immergendosi nelle battaglie interiori di queste donne. Al centro della narrazione, il dilemma di due figure femminili chiamate a dirigere il nascente movimento di liberazione a Milano, tra la costante paura, il dolore per le perdite subite e la necessità di procacciare cibo. Emerge, in particolare, la straziante scelta di una madre, divisa tra il desiderio di proteggere la figlia e la consapevolezza di doverle permettere di rischiare la vita per una causa giusta. La performance si ispira alle storie vere di figure come Francesca "Vera" Ciceri, Maria Brugnoli, Nori Brambilla e delle innumerevoli donne dei Gruppi di Difesa della Donna di Milano, rendendo omaggio al loro coraggio e alla loro resilienza. Le attrici, tra cui la giovane e promettente Sofia Foti, con voci intense e commoventi, hanno saputo trasportare il pubblico indietro nel tempo, ricordandoci un’amara verità: la libertà di cui godiamo oggi è frutto del sacrificio e della determinazione di queste donne che, di fronte a un bivio, hanno scelto la strada in salita. "Mia Mamma Sparava" non è solo una rappresentazione teatrale, ma un monito potente a non dimenticare il contributo essenziale di coloro che, lottando nel buio, hanno acceso la scintilla di un mondo nuovo. Una serata speciale, che ha reso più vivo il ricordo, invitando tutti alla riflessione, consolidando il Monumentale non solo come luogo di riposo eterno, ma anche come vibrante custode della storia e della coscienza civica.
Milano, Cimitero Monumentale 22 giugno 2025