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Anche se può sembrare contrario all’evidenza è il presente il luogo della sapienza umana. Il presente e il suo necessario attingere senso, consegnare l’attimo presente al senso. L’alternativa è autocondannarsi alla disperazione, morire essendo in

vita. Non è un caso che la sapienza venga comunemente associata alla vecchiaia: è infatti l’età dell’uomo in cui è il futuro (col suo carico di aspettative e timori) a venir meno, mentre il passato si alleggerisce e stempera. Va così, va necessariamente così e le uniche oscillazioni possibili a questa evidenza sono date dalla tipologia della sapienza che consapevolmente si può cercare e praticare. Annette e Bernadette sono due sorelle sole, anziane, hanno da poco perso la madre e il padre se ne è andato venticinque anni prima. Due vecchiette, arzille quanto basta: potrebbero fermarsi, godersi una serena e noiosa esistenza periferica e sostanzialmente star ferme lì ad aspettare la morte; al contrario decidono di vivere attivamente, sensatamente, spericolatamente. Decidono di mettersi in viaggio, andare al nord, nel nord della Francia: da quelle parti, verso Amiens, in un cimitero di cui ricordano appena qualche vago particolare, dovrebbe esserci la tomba del padre. Ma si tratta di un pretesto, solo un pretesto per andare via, per vivere spericolatamente, per vivere. Correre via, ballare, fumare ancora, ubriacarsi, litigare e fare pace, mettersi a nudo e non nascondere le fragilità, anzi giocarci sopra, conoscere nuove persone, sedurre e farsi sedurre, guidare un bus che non si sa guidare, vivere con sfrontata trepidazione la tragicommedia della vita, immergersi con gioia nel flusso della vita e dell’essere. Ne sono totalmente consapevoli e. in quel loro vitalissimo andare, si divertono e sanno divertire tantissimo. Ogni segmento è adesso carico di senso e nulla può essere lasciato andare senza averne. Ecco, se questo è il plot teatrale, costruito a partire dal testo di Pierre Notte nella traduzione di Anna D’Elia, appare evidente che per ricavarne uno spettacolo all’altezza ci vogliono anzitutto due attrici di sostanza e di solidissima esperienza. Ed è così che accade in “Due vecchiotte vanno al nord”, con Francesca Mazza (Annette) e Angela Malfitano (Bernadette) che maneggiano con consumata perizia attorale ogni parola e ogni gesto, silenzio, accelerazione. Il resto dell’allestimento è semplice, elegante e francese quanto basta per sembrare vero e autentico, senza apparire stucchevole. Visto ad Albenga, il primo di Agosto, nel contesto del Festival “Terreni creativi” 2025.

Albenga, Festival “Terreni Creativi” 2025, 1 agosto 2025, Azienda Agricola Bio/Vio. Due vecchiette vanno al Nord Compagnia: Tra un atto e l’altro Aps. Testo di Pierre Notte, traduzione di Anna D’Elia. Con Francesca Mazza (Annette) e Angela Malfitano (Bernadette). Alessandro Saviozzi (Suoni), Paolo Falasca (scenotecnica), Nina Righi (tecnica), Guido Sodo (basi musicali), Alberto Sarti (grafica), Maurizio Cardillo (voce). Si ringrazia Fabrizio Arcuri. Produzione “Tra un atto e l’altro Aps” con il contributo di Regione Emilia Romagna.

Foto Luca Del Pia