"Benvenuti al Valle occupato". Con queste parole martedì 14 giugno è cominciata l'occupazione del Teatro Valle di Roma da parte dei lavoratori dello spettacolo, noti e meno noti ma con un unico obiettivo: «come l'acqua e l'aria adesso riprendiamoci la cultura». Dopo l'eliminazione dell'Ente Teatrale Italiano, considerato dalla classe politica un ente inutile, e dopo un anno di gestione inefficiente
da parte del Mibac del più antico teatro di Roma, il Valle appunto, ora l'edificio romano si ritrova in una situazione precaria a rischio di chiusura. La mobilitazione è stata considerevole: sono stati invitati a partecipare tutti i cittadini amanti della cultura e del teatro insieme a giornalisti e oltre 100 celebrità tra cui Mario Martone, Moni Ovadia, Gigi Proietti, Fabrizio Gifuni, Andrea Camilleri, Franca Valeri, Sabina Guzzanti, Maddalena Crippa, Silvio Orlando e tanti altri che si succederanno nei tre giorni di occupazione pianificati. «Molti di noi sono disoccupati e senza tutele – dice la regista Manuela Cherubini – chiediamo quote per gli under30, luoghi fisici per fare sperimentare i giovani, trasparenza nella distribuzione dei finanziamenti», insomma come ben riassume l'attore Proietti «quello che serve veramente è una legge per il teatro. Ma forse non la vuole nessuno». In quetso clima rivoluzionario nuove proposte sono state ideate tra le quali emerge quella dell'attore Silvio Orlando che consiglia: «Per il Valle facciamo così: la prossima stagione ogni attore conosciuto offre il suo spettacolo e dà spazione a un giovane. Sarà la più bella stagione teatrale». Nonostante ci siano già dei precedenti e la proposta sia stata accolta con un largo consenso, l'idea di una stagione autogestita rimane per il momento sospesa fino a nuovo ordine. Un primo risultato però i lavoratori ribelli lo hanno ottenuto. E' di oggi, infatti, la notizia dell'avvenuto passaggio di proprietà della sala teatrale dal Mibac al Comune di Roma che ha già dato l'affidamento del teatro per un anno al Teatro di Roma. Allo scadere dell'anno verrà poi istituito un bando alla cui commissione dovranno prendere parte anche gli artisti per creare una sorta di bando partecipato. Alla luce di questi eventi l'assessore alla cultura del Campidoglio, Dino Gasperini, ha subito rassicurato gli insorti: «manterremo questo spazio pubblico. [...] Metterò insieme un gruppo di manifestanti, professionisti dello spettacolo, per seguire da vicino questa operazione. Più siamo a lavorarci meglio è. Non ci sarà alcun smantellamento del Valle: la mia è una garanzia evidente». Nonostante lo sforzo dell'assessore, le sue parole non hanno avuto il potere confortante che si sperava e il suo appello è stato accolto solo da uno scettico brusio. Soltanto il tempo confermerà le parole di Gasperini o sosterrà la sfiducia della folla, per il momento una sola cosa è certa: l'eventuale chiusura di questo teatro non passerà sotto quel silenzio che ha segnato il destino e la fine di molti altri teatri.
Benvenuti al Valle occupato
- Scritto da Selene Venticinque
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