Pin It

Due fratelli, un “Giano bifronte”. Massimiliano Rossi e Massimo Finelli interpretano Alfredo e Giuseppe, due fratelli in contrasto, all’opposto, due vite in uno stesso sangue, due esiti e una stessa famiglia. La Cristiana Famiglia di Fortunato Calvino, autore e regista napoletano di questo spettacolo in prima assoluta, va in scena il 7 e 8 luglio in occasione del Napoli Teatro Festival Italia 2011. Il teatro Mercadante ospita il pubblico, ma stavolta il regista opta per una scelta diversa. Salire sul palcoscenico di un teatro è un’esperienza sempre sorprendente ed emozionante, salire su quello del Mercadante non è da tutti. La scelta di far sedere il pubblico in scena, poi, non se l’ aspettava nessuno. Gli spettatori avvezzi al teatro e soprattutto quelli che non hanno mai avuto l’onore di salire sul palco sono sorpresi e incuriositi. Il palco viene chiuso e la platea scompare. Le pareti nere accolgono gli spettatori sul palco chiuso da una quarta parete, materialmente vera, idealmente significativa. La Cristiana Famiglia è chiusa tra le sue quattro mura e il mondo esterno entra prepotentemente in questo ambiente serrato attraverso telefonini e televisori. La Nuova Drammaturgia Napoletana ritorna in scena ma non siamo più negli anni ’80. Oggi tradizione e post avanguardia si mescolano al teatro civile, che Calvino segue da sempre con il suo particolare stile, scenico e linguistico. Questa volta, però, qualcosa di più intimista ci colpisce. La società contemporanea è lì, prepotentemente di fronte a noi, e anche se il riferimento al microcosmo napoletano, con le sue credenze, la sua malavita, i suoi modi di fare, la sua lingua, emerge continuamente, ogni spettatore potrebbe riagganciare il contesto a qualsiasi mondo, regione, città. Il testo, scritto nel 1999, analizza una famiglia napoletana, e la sua “cristianità” è alquanto cinica. La religione c’è, S. Rita anche, materializzata in scena grazie alla grottesca fede popolare del sud Italia. Anche i nomi dei personaggi ricalcano quelli della Sacra Famiglia, in un’ironia amarissima. Ma se intendessimo “cristiana” nel senso di ingenua, indifesa, bassa, problematica, malata, propriamente umana? Le scene presentano tocchi di bianco, rosso, nero, il tutto pervaso da crepe bianche, dai mobili, ai vestiti, ai legami familiari di queste persone. Basterebbe un piccolo soffio, o un dito immaginario, e tutto crollerebbe frantumandosi. E in effetti la vita di queste persone è sull’orlo del crollo. Il fratello malavitoso si arricchisce ma rischia continuamente la vita, il fratello operaio viene licenziato ma sopporta pur di condurre una vita onesta. Il denaro può fare la felicità di una famiglia? La sorella Maria prega costantemente S.Rita, folle ormai per la perdita della figlia, un Cristo martire moderno invisibile ma femminile, uccisa per sbaglio in un agguato al fratello malavitoso. Ed è proprio Maria a costituire una sottile trama: nessuno la considera più, la emarginano, la considerano pazza. E anche quando desidera essere morta, stesa sul tavolo della cucina, immobile, la vita scorre attorno a lei. Nella sua follia e nel suo essere vittima è l’unica che conduce una vita paradossalmente sensata, dietro alla ricerca di risposte vere. L’indifferenza e il mancato dialogo delle famiglie emerge attraverso il televisore: ben due sono presenti in scena, a sinistra e a destra, prepotentemente accesi, infastidiscono i dialoghi, riempiono l’aria di brusìo ripetitivo. Ben 5 televisori verranno menzionati nella storia. La madre, interpretata da Gina Perna, li accende ripetutamente, scandendo le sue giornate tra miseria e vorace voglia di conoscere cosa succede fuori. Una guerra è imminente, ma dove? Fuori o dentro la Cristiana Famiglia? E come ogni famiglia che si rispetti il pranzo domenicale è sacro: tutti seduti insieme, compresa l’immaginaria S.Rita, per amore di Maria! Ma il soffio che fa crollare tutto, alla fine arriva. Il figlio malavitoso è il perno arrugginito di questa famiglia, non a caso non ha un nome sacro, Alfredo. Il deus ex machina di questo mondo in continuo crollo è la madre, che ordina a tutti i commensali in litigio e in odio, di sedersi: la domenica è sacra e i problemi si mantengono fuori dalle mura di casa. Una scena finale lacerante. Un plauso a tutti gli attori ma ricordiamo soprattutto l’ottima interpretazione di Massimiliano Rossi, Massimo Finelli e una sorprendente Paola Fulciniti nei panni di Maria.

CRISTIANA FAMIGLIA
Di Fortunato Calvino

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2011
7-8 luglio 2011 Teatro Mercadante Napoli

drammaturgia e regia FORTUNATO CALVINO
con
GINA PERNA                        (madre)
PAOLA FULCINITI               (Maria)
MASSIMO FINELLI            (Giuseppe)
INGRID SANSONE                 (Sara)
ANGELO BORRUTO            (I giovane)
MARIANO GALLO              (II giovane)
MASSIMILIANO ROSSI        (Alfredo)
ADELE AMATO DE SERPIS ( Sonia)
PATRIZIA EGER                    (Santa Rita)

Musiche originali           PAOLO COLETTA
Scene                              PAOLO FOTI
Costumi                          MADDALENA MARCIANO
Realizzazione costumi   A.C.C.A. SARTORIA ARTE E COSTUME
Realizzazione scena       PROSCENE FLEGREA
Luci                                 MARCO ALFANO
Assistente alla regia        IVAN IMPROTA
Direttore di scena            MASSIMILIANO PINTO
Ufficio stampa                 RAIMONDO ADAMO
Produzione                      PROSPET PROMOZIONE SPETTACOLO