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La prima parte del Napoli Teatro Festival Italia 2011 si è conclusa e in attesa della ripresa autunnale,  un bel piatto di ragù non poteva mancare. Il famoso teatro Sannazaro di Napoli ospita il 15 e 16 luglio la terza puntata di una trilogia culinaria. RAGÙ è la “pietanza teatrale” che viene offerta agli spettatori, sia in senso scenico che mangereccio, dopo il successo delle altre due puntate culinarie intitolate “LA GENOVESE” e “LA PARMIGIANA DI MELANZANE”. Il progetto IL TEATRO IN CUCINA,  ideato da Rosi Padovani e diretto da Giancarlo Cosentino, attira di certo il pubblico. Il cibo ovviamente fa la sua grossa parte ma quando si assiste ad uno di questi spettacoli, ci si accorge che c’è molto altro dietro. Dai profumi  del ragù in scena che “addà pippià”, cioè si deve fare denso e scuro, al racconto di storie quotidiane, alle favole legate alla tradizione e all’ antropologia campana, all’aria partenopea che si respira in platea, non solo per la lingua e i profumi: tutti questi elementi devono essere vissuti dal vivo. Le due attrici, Antonella Morea e Federica Aiello, si raccontano e ci raccontano davanti ai fornelli. Il senso della scena non viene mai dimenticato poiché le protagoniste non parlano di “casa”, parlano di palco come casa. E anche il pubblico viene  ospitato in questa cucina meta teatrale. Tra lezioni di cucina e di vita, due spettatori vengono accolti sul palcoscenico e l’anziana signora che viene scelta tra il pubblico si adopera subito per spiegare la sua versione del ragù, mentre tra le signore in platea volano consigli, ingredienti, presunzioni culinarie. Avete mai lardellato la carne con un ago specifico che si infilza nel pezzo di carne che cucinerà con gli altri consistenti ingredienti del ragù napoletano? A teatro si impara anche questo. Chi l’avrebbe mai detto. Ma ciò che ci colpisce ancora di più è come i napoletani parlino ardentemente di amore come sentimento rivolto a persone ed amanti così come al ragù stesso, come se quest’ultimo scorresse bollente e profumato nelle vene. Il regista Giancarlo Cosentino qui è anche attore e dai cunicoli del teatro sbuca ai piedi del palco, come una figura invisibile alle protagoniste in scena . Due mondi apparentemente lontani si incontrano e si mescolano equamente. Del resto tradizione e modernità convivono da sempre in questa cultura.  Cosentino comincia a raccontare la  favola di Pezzella e qui il dialetto napoletano diventa musica,  in una pronuncia antica, incomprensibile a tratti e ormai dimenticata che rende ritmicamente le sonorità della lingua. Ma il nostro cantastorie non è solo. O’ munaciello gli fa compagnia, interpretato da Luigi Cesarano. Per chi non è napoletano è difficile comprendere questa figura ma vivendo a Napoli si viene a conoscenza della presenza oscura e onnipresente di questo personaggio. Uno spiritello dispettoso che vive in ogni casa, piccolo, minuto, sbuca ovunque, invisibile, sposta o ruba le cose. Però a Napoli porta fortuna. Anche in questo spettacolo aiuta le due protagoniste in cucina, le quali  ne avvertono e rispettano la presenza tra le quinte di un vecchio teatro-casa. Un tempo questi personaggi erano dei servi addetti alla pulizia di canali di scolo o di pozzi nelle case nobili. Venivano scelti uomini piccolissimi che riuscivano ad infilarsi anche in spazi molto ristretti ed umidi, indossando queste tonache da cui deriva l’appellativo di “munaciello”. Ovviamente potevano introdursi nelle case dei nobili senza essere visti e il resto è da immaginare. Lo spettacolo finale di questa trilogia mescola realtà e tradizione, quotidianità e immaginazione, coinvolgendo sia il pubblico partenopeo che quello generico di un festival. Ma gli spettatori apprezzano l’alleggerimento di temi e soprattutto i vassoi di pasta al ragù che vengono offerti a fine spettacolo. La ricetta del ragù napoletano? Banale scriverla, non si tratta solo di ragù. Stiamo parlando di Napoli e di tutti i suoi ingredienti.

IL TEATRO IN CUCINA: RAGÙ
15-16 luglio 2011
Teatro Sannazaro
NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2011-07-23

interpreti
Antonella Morea,
Federica Aiello,
Giancarlo Cosentino
Luigi Cesarano
autrice Rosi Padovani
a cura di Maria Varriale de Curtis
regia Giancarlo Cosentino
musiche Gaemaria Palumbo
fotografie Nicola Landi
videoproiezioni Francesco Landi
scenografia Raffaella Savastano
direttore di scena Alessandro Amatucci
coordinamento Rossella Magliulo
web communication Maurizio Palmieri
produzione Loro di Napoli