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Suscita emozioni, ammalia per le sonorità che regala, in circa un’ora, lo spettacolo “Curri l’aria” di Rocco Lombardo ed Elisa Di Dio, prodotto dalla Compagnia dell’Arpa di Enna, proposto nel suggestivo scenario del Cortile Platamone di Catania, all’interno del cartellone “Platamone Live”.  La pièce, per la regia di Angelo Di Dio e Filippa Ilardo, prende vita, si sviluppa, sulle musiche, sui brani proposti dal vivo dall’autore, il cantautore ennese Mario Incudine che, con la sua band, coinvolge il pubblico con i brani del suo ultimo lavoro, “Beddu Garibbardi”, dedicato al 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Sono proprio le musiche, dal tono lirico ed epico, dalle armonie struggenti, di Mario Incudine, accompagnato sul palco da Antonio Vasta (fisarmonica, organetto e zampogna “a paru”), Antonio Putzu (flauti etnici e popolari) e Francesca Incudine (voce, tamburi a cornice e percussioni), a dare più slancio, più brio allo spettacolo, raccontando un’epoca, come quella garibaldina, che ammaliò il popolo siciliano. L’incisivo ed essenziale contesto musicale della pièce ben si amalgama con la parte teatrale, grazie all’interpretazione, molto sentita e vissuta, delle due attrici Elisa Di Dio e Nadia Trovato, rispettivamente nei panni di due figure storiche realmente esistite, due donne prelevate dai libri di storia. Lo spettacolo rilegge, in modo antiretorico e demistificante, l’impresa dei Mille e di Garibaldi attraverso l’ottica delle donne che vedono così rivalutato il loro ruolo, la loro funzione, la loro presenza sempre subordinata a quella dell’uomo. Una occasione per affermare, quindi, l’universo femminile, amato, tradito, ma, forse, mai profondamente capito. Nel camerino di un teatro, a fine serata, si immagina l’incontro tra la cantante lirica Emilia Testa, alla sua ultima esibizione in quanto ha deciso di ritirarsi dalle scene per sposare l’uomo che ama e la giornalista inglese Jessie White al seguito dell’Eroe dei Due Mondi che documenta l’impresa dei Mille e conduce inchieste sulla povertà e il degrado meridionale. Sono due donne molto diverse tra loro, per cultura ed esperienza di vita. Tutto ha inizio quando nel camerino di Emilia Testa irrompe Jessie White che coinvolge l’artista nella narrazione dei giorni in cui si respirava l’atmosfera della Rivoluzione, ma si avvertiva anche l’instabilità dei giorni e dei tempi futuri. E tra un susseguirsi di struggenti brani musicali, Emilia e Jessie fanno rivivere sul palcoscenico il mondo femminile che ama e osanna Garibaldi: da Giuseppina Raimondi, da lui sposata e, dopo poche ore, ripudiata, perché incinta di un altro uomo, all’eroina catanese Beppa la Cannunera, alle monache che preparano i dolci per l’Eroe dei due Mondi, all’amata Anita, indomabile donna-guerriero. Contemporaneamente Emilia e Jessie si interrogano sui loro destini, sulle prospettive di libertà delle donne e sul futuro, sulle difficili decisioni da prendere nella propria vita. Ed intanto “Curri l’aria”, si liberano i ricordi, le sensazioni, passa il tempo, si consumano i giorni. Scorrevole la regia di Angelo Di Dio e Filippa Ilardo, pregevoli i costumi di Luca Manuli, direzione artistica di Sebastiano Gesù. Pubblico coinvolto dalla storia narrata, dall’interpretazione delle due attrici in scena e soprattutto dalle musiche di Mario Incudine, sicuramente di grande spessore e di assoluto pathos.