Continua la già citata rassegna STAZIONI D’EMERGENZA, che si concluderà a fine ottobre e che ha sede presso la Galleria Toledo di Napoli. Tra le giovani compagnie italiane selezionate, va in scena dal 14 al 16 ottobre anche la Compagnia Unzip Universo di Milano. Gli organizzatori della rassegna hanno spesso sottolineato che questo spettacolo è stato selezionato perché racchiude in sé il senso critico
e il tema di fondo che vuole seguire STAZIONI D’EMERGENZA. L’emergenza artistica italiana è uno dei tanti casi del nostro Paese, non solo e soprattutto nel senso economico, ma forse anche dal punto di vista qualitativo degli spettacoli che vengono offerti al pubblico, quest’ultimo fortemente impigrito mentalmente. In effetti vari sono i temi e i punti di vista toccati all’interno del testo, scritto e diretto e interpretato da Diego Runko, affiancato da Valentina Grancini e Alessandro Prioletti. Numerosi anche i riferimenti e le citazioni alla storia del teatro, dallo stesso titolo, gioco di parole sul famoso testo di William Tennesse. E il tram stavolta si aspetta in Italia. Le iniziali dei tre protagonisti ricordano la sigla dell’azienda di trasporti milanese. Tre personaggi, qui non “in cerca di autore” se vogliamo continuare le citazioni, poiché il narratore-autore è in carne ed ossa sulla scena. Come durante le prove teatrali e la lettura del copione, i tre attori entrano ed escono dal loro personaggio continuamente, seguendo i consigli dell’autore-regista. Alla fine però ne restano invischiati. Lei, Mara laureata in lettere, 29enne, cameriera. Lui, autore-attore, Adriano, impiegato sottopagato sfruttato in un’azienda informatica, l’altro, Tiziano, capellone rockettaro che vive alla giornata. Non ditemi che nessuno di voi ha un amico, conoscente, parente che rispecchi almeno uno di questi tipi. O forse voi stessi siete uno di loro. Aspettano il tram, metafora della vita che passa in una grande città italiana, Milano, dove i problemi di ogni città del nostro Paese si ripercuotono sulla vita quotidiana della gente semplice. Anche se noi del Sud stentiamo a crederci! Una volta si parlava del treno che si può perdere, facendoci sfuggire l’occasione della nostra vita, oggi questi giovani attori si ritrovano ad aspettare un tram alla fermata “Torino Palla”. E tra l’attesa di “Godot” e il bidone d’alluminio da cui sbucano gli oggetti di scena, copione compreso, i tre costruiscono la loro vita futura. Il colpo del secolo. Nessuna banca da derubare, ma un cinema, simbolo del business cinematografico, dove proiettano il musical “Mamma mia”. Il movente ? Mettere su uno spettacolo in cui si racconti il loro incontro, la loro vita, i giorni trascorsi a partecipare ai provini, ad inviare i curricula, a pagare laboratori teatrali o accademie, ad essere criticati per non aver fatto l’accademia. Una visione dei giovani italiani vista attraverso i giovani italiani che fanno e vogliono far teatro. Insomma, artisti e artefici della nostra vita lo siamo tutti, anche se il teatro non lo facciamo. Lo spettacolo è ovviamente autoprodotto, utilizzando oggetti e scene low cost, cioè tre sedie, piccoli oggetti, bidone compreso. Il colpo di scena finale lascia davvero l’amaro in bocca: in effetti quante volte la voglia di fare viene scambiata per stupidità improduttiva? Quante volte l’entusiasmo viene subito smorzato? Il testo critica e punzecchia, anche se a volte sembra tirarsi indietro impaurito, relegandosi a luoghi comuni e frasi già sentite, dimostrandosi a tratti ancora immaturo. Anche la messa in scena subisce degli alti e bassi, da accelerazioni improvvise e omogeneità scenica, a grandi vuoti evitabili. Tra gli attori emerge Valentina Grancini e dopo una breve chiacchierata post spettacolo, si intuisce che questa è davvero la loro vera vita, fatta di tanti sacrifici, dalla laurea all’agognato lavoro in teatro.
STAZIONI D’EMERGENZA Galleria Toledo Napoli
FERMATA TORINO PALLA un desiderio che si chiama tram
Compagnia Unzip Universo
Scritto e diretto da Diego Runko
Con Valentina Grancini, Alessandro Prioletti, Diego Runko
Fermata Torino palla
- Scritto da Emanuela Ferrauto
- Visite: 2763