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Cominciamo con il dire che Napoli ha assistito ad un vero e proprio tripudio. Il lunghissimo Napoli Teatro Festival  Italia 2011 si conclude con un grande successo. Ad ospitare questo evento è il teatro Politeama che quest’anno il NTF ha scelto per rappresentare l’ultimo spettacolo, quello a sorpresa, del lungo festival iniziato nel luglio scorso. Parliamo di RICHARD III,

testo di William Shakespeare, interpretato dall’attore americano Kevin Spacey e da altrettanti ottimi attori, per la regia di Sam Mendes. Lo spettacolo di chiusura, non solo del festival nostrano, ma anche del The Bridge Project, è andato in scena a Napoli, in prima italiana, il 14 e 15 ottobre. Enorme la produzione che tocca paesi di tutto il mondo. Il pubblico riempie ogni piccolo spazio della platea, ogni poltrona, ogni palchetto. Un teatro pieno come un uovo, in cui spiccano i volti di numerosi artisti teatrali napoletani, ma non solo, da attori italiani di teatro, televisione e cinema, a registi, allievi delle accademie. Una cospicua  parte del pubblico è costituita anche da numerosi spettatori inglesi. Il regista ha voluto fortemente Spacey per questo ruolo; voleva che il suo Richard fosse lui, perché sapeva che avrebbe assorbito il personaggio nel migliore dei modi. Proprio Spacey afferma di aver condotto un lungo periodo in cui ha cercato di “purificare” la sua vita, di trasformarsi e capire a fondo un personaggio complesso come solo può essere una creatura shakespeariana. L’intento è quello spogliare il testo della sua ambientazione originaria, non trasformandolo in un nuovo prodotto ibrido della contemporaneità, ma portandolo gradualmente a mostrare la sua attualità. La tematica del dittatore, del folle che ottiene tutto con violenza e pazzia, che arriva ad una catarsi distruttiva, che viene seguito e osannato da tutti solo per paura, non è sconosciuta ai nostri tempi. Spacey conduce tre ore e un quarto di spettacolo pomeridiano, con una seconda replica della stessa durata nella stessa serata, camminando con un piede storto, claudicante e con stampella-scettro al seguito. Il folle dittatore deformato e deriso, protagonista negativo in qualsiasi altro testo, qui diventa il perno omicida di tutta la storia. All’interno della guerra delle due Rose gli odi parentali e di discendenza, le ipocrisie, le falsità, le menzogne, la sete di potere, macchiano i personaggi shakespeariani. Un palco enorme le cui quinte sono porte di legno chiaro che si aprono, si chiudono, bisbigliano, irrompono, si serrano, introducono fasci di luce che proiettano la figura sbilenca del folle Riccardo. Una marionetta dalle fattezze di gobbo francese, infastidisce il pubblico, parla con gli spettatori, rivela le malvagità della sua mente. Improvvisamente gli spettatori si ritrovano a ridere dell’ironia sfacciata di questo personaggio, ne diventano complici. Orribile e terribile, mostruoso ma accattivante, affascinante. Forse i suoi ministri, il re, la sorella, il cugino, il popolo, tutti si meritano la morte e noi spettatori cominciamo a pensarlo davvero. Tra macabro e fiabesco, tra magia e storia, tra leggende e verità, la costruzione di questo spettacolo tocca immagini da musical americano, cambi di scena con  proiezioni dei nomi dei singoli personaggi che ci introducono alla loro storia e al legame tessuto con Riccardo. Interni di salotto che ricordano gli scenari americani dei primi del ‘900, sigarette continuamente accese in scena come parte fondamentale dei costumi di alcuni personaggi. Gli effetti sonori dal vivo grazie a due musicisti sui palchetti, in continua comunicazione video tra loro e con gli attori. Il macabro si ripresenta nelle ambientazioni cupe, nelle maledizioni, nello spargimento di sangue che avviene realmente e continuamente in scena con trucchi da cinema hollywoodiano. L’incubo di Riccardo si materializza su un lungo tavolo: le anime di tutti coloro che ha ucciso tornano in sogno colpevolizzandolo, distruggendolo, augurandogli la morte. Macabro banchetto funebre di machbettiana memoria. Grandiosa interpretazione per uno Spacey che sostiene un lavoro arduo, intenso, senza cadute di stile, mescolando a volte una gestualità molto “americana” rispetto alla freddezza accademica degli altri attori. Uno spettacolo interamente in lingua originale, con sottotitoli che scorrono su un piccolo schermo posto sopra la scena. Uniche pecche: l’inserimento di un video in scena che fa vedere al pubblico Richard in un’altra stanza e il comizio politico rivolto al popolo d’Inghilterra, sottoforma di show con predicatore di colore. Assenti i cori gospel… per fortuna. Ironia a parte, grande preparazione da parte di tutti gli attori che insieme a Spacey ci mostrano una scuola teatrale diversa e godono di eterni minuti di applausi finali in cui la platea esplode alzandosi in piedi e catapultandosi ai piedi del palco. Entusiasmo artistico o fama hollywoodiana? Noi ci atteniamo al teatro.

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2011
RICHARD III   teatro Politeama Napoli 14-15 ottobre 2011
Regia Sam Mendes
Con Kevin Spacey

kevin spacey
chandler williams
howard w overshown
jack ellis
annabel scholey
haydn gwynne
isaiah johnson
nathan darrow
gavin stenhouse
chuk iwuji
michael rudko
gemma jones
gary powell
jeremy bobb
andrew long
maureen anderman
andrew long
katherine manners
hannah stokely
stephen lee anderson
gary powell
isaiah johnson
simon lee phillips
nathan darrow
simon lee phillips

musicisti
curtis moore tastiere
hugh wilkinson