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Otello il Nìvuru di Mazzària
di Francesco Randazzo
Bulzoni Editore - Roma 2006
pagg. 118 € 10,00
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Premiato al Concorso Ugo Betti nel 2005, e pubblicato come previsto dal premio nella collana "Bettiana" della Bulzoni, questa gustosa rivisitazione della tragedia di Otello in chiave siciliana, appare come una vera novità nel panorama talvolta monotono dei testi più o meno premiati in altri concorsi. Qui l'originalità sta prima di tutto nella lingua: sorta di siciliano arcaico ma spesso vicino ad un latino maccheronico tipo "Armata Brancaleone", dotato di forte teatralità ed estremamente comprensibile. La seconda novità riguarda la reinvenzione di una vicenda nota come quella della Tragedia Shakespiriana, in una chiave moderna per quanto riguarda alcune tematiche e situazioni, contaminate comunque da  elementi che moderni non sono affatto. Non è così semplice infatti dare una collocazione temporale certa alla vicenda dell'extracomunitario Otello, trapiantato ed inserito nella comunità di Mazzara del Vallo, e della storia di amore e gelosia che lo coinvolge insieme a Jago (un bisessuale maligno e privo di scrupoli). Moderna è certamente la definizione che l'autore da alla sua opera "una commedia nera e ambigua, uno splatter di cupa e dissacrante ironia, un divertimento da brivido". E moderna anche la definizione che ne da Marco De Marinis nella prefazione al volume: "Testo spudoratamente trash (...) spirale di eccessi truculenti scopertamente inverosimili e volutamente intrisi di un gusto kitsh e pulp, figlio del degenerato immaginario televisivo che ci circonda e sommerge tutti (...)".