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Senza replica
di Giuseppe Goisis
Baldini Castoldi Dalai Editore - Milano 2005
pagg. 182 € 14,00
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Se è ormai una tendenza talvolta abusata quella di acquisire all'interno del teatro e della drammaturgia regole e strumenti che sono propri della narrativa, questo romanzo di Giuseppe Goisis è un esempio di un'esperienza esattamente speculare: la narrativa che fa propri gli strumenti drammaturgici. Una narrativa "teatrale", dunque, che mostra il fascino particolare della novità di un esperimento. Il romanzo non si limita a raccontare la storia di una compagnia e di uno spettacolo ma lo fa imperniando buona parte dello sviluppo narrativo sulla caratterizzazione di vere e proprie "dramatis personae" che, a turno, monologano per raccontare se' stesse e la loro esperienza nell'ambito della storia che le accomuna. Particolare non trascurabile mi sembra il fatto che questi personaggi non siano evocati da un nome ma dall'appellativo del personaggio all'interno dello spettacolo. Questi monologhi sono alternati da stralci di quello che sembra proprio il copione "performativo" dello spettacolo che la compagnia porta in giro. Poi c'è la terza dimensione narrativa, quella più vicina al romanzo, che racconta dall'esterno quanto avvinene dello spettacolo e della compagnia. Ma lo fa spesso e volentieri utilizzando lunghi dialoghi serrati che ricalcano, più nella forma che nel contenuto, i dialoghi di una partitura drammatica completamente priva di didascalie, e quindi, come dovrebbe essere per il teatro, priva di entrate in gioco di un io narrante ed epico. E il risultato realizzato dal gioco combinato di questi piani narrativi è proprio quello di depurare la vicenda (o le vicende?) dall'interpretazione di un punto di vista, che è elemento tipico della narrativa e che dunque la proietta nella dimensione di ciò che avviene hic et nunc, davanti ai nostri occhi, come fossimo seduti a teatro.
M.I.