Perdere questo spettacolo sarebbe stato un grave errore. Ci riteniamo davvero dei privilegiati. Eravamo lì, ad assistere. Parliamo di RADIO ARGO, lo spettacolo presentato al Teatro Stabile di Innovazione,
Galleria Toledo di Napoli, dal 17 al 22 gennaio. Grande interprete: Peppe Mazzotta. Conosciuto ai più per la sua partecipazione nella serie “Il Commissario Montalbano”, noi siamo felici di averlo
“gustato” sulla scena teatrale. Ci permettiamo anche di aggiungere che è davvero un animale da palco. Il fiato sospeso degli spettatori, la sala piena, gli applausi scroscianti, il tam tam di notizie su internet, facebook e twitter, ne sono ulteriore testimonianza. Questo capolavoro diventa punto di riferimento per le nuove generazioni di spettatori, per gli intenditori, per gli appassionati di vecchia data. La tragedia greca ritorna sempre. È inevitabile, non morirà mai. Ma qui il progetto è ancora più complesso, perché non solo si riprende la trilogia dell’Orestea e la si ambienta in epoca contemporanea, ma si realizza sulla scena uno studio sull’attore, sul movimento e sul suono che non ha paragoni. Il meccanismo non è quello banale di trasposizione. Spesso durante i cicli di rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa, le trasposizioni contemporanee distruggono la bellezza originaria di questi testi. Qui il lavoro immane che scorgiamo dietro è stupefacente. Ifigenia viene sacrificata dal padre Agamennone per accaparrarsi il favore degli dei e una partenza in guerra promettente. Colui che portò la guerra degli Achei contro i Troiani, come racconta lo stesso Omero, non solo ebbe l’ardire di rapire e fare schiava la figlia del sacerdote Crise, facendo infuriare Apollo, ma qui compie il gesto più empio. L’uccisione di una figlia, la guerra, la moglie Clitennestra e l’amante Egisto, il figlio Oreste. Morte, sangue, antichi valori violati, omicidi, tra Shakespeare e il mondo greco, tra totalitarismi di massa e riferimenti contemporanei, Peppe Mazzotta interpreta da solo tutti i personaggi, in compagnia dei suoi microfoni. Attraverso un lavoro vocale e attoriale difficilissimo, il palco si anima, si divide in luoghi diversi, come le stazioni di una lunga via Crucis le cui strade vengono collegate dai movimenti fluidi di una sedia a rotelle. Mazzotta interpreta i suoi personaggi seduto lì, con le gambe paralizzate, per poi alzarsi, claudicante, barcollante, indifeso, sulle gambe di Oreste. L’immagine di un potere, quello greco come quello italiano, come quello di qualsiasi epoca e luogo, è paralizzato: la sete di potere, la finta maschera della fede religiosa che permette anche gli atti più impuri, la delusione, il tradimento, la famiglia smembrata, tutto questo paralizza. Oreste si alza, ma chi lo ascolterà? Il sangue colora il bianco delle vesti, i volti, le parole. Geniale la regia, che da un’idea dello stesso Mazzotta, si poggia sulle parole del drammaturgo napoletano Igor Esposito e del compositore e sound designer Massimo Cordovani, mescolando installazioni video sul fondo e colonna sonora che è già diventata un’icona per gli appassionati. Come interpretare Clitennestra e l’amante Egisto contemporaneamente? Un uomo, una sedia a rotelle, due gambe, due microfoni: un terribile Giano Bifronte con un che piede indossa una vistosa scarpa femminile con paillettes e tacco, una gamba maschile nascosta da un copriletto. Il talamo nuziale insozzato dal tradimento viene rappresentato così, con un Egisto dalla forte parlata dialettale palermitana, spaccone e superficiale, una Clietnnestra- coniglio che nulla ha a che fare con le grandi donne greche. Cassandra ricoperta da un burqa, simbolo della donna inascoltata, Ifigenia e la sua tomba di rose rosse, Agamennone stolto e prolisso nel suo comizio. E Radio Argo? Vi ricordate la funzione del coro nelle tragedie greche? Narrare, commentare, far da portavoce, esplicitare l’idea dell’autore. Mazzotta diventa anche coro nei panni dello speaker di questa fantomatica radio della città di Argo. Divulga e narra la storia, accorciando gli anni, velocizzando la scena, facendo risuonare i vinili, portando la verità. Idea geniale. E mentre il palazzo regale si riempie di silenzio e morte, Oreste, terribile e disperato “Joker” matricida, disegna la sua cicatrice sul volto, un’altra. Sarebbe impossibile descrivere la bellezza, la complessità e le simbologie di questo spettacolo in poche parole. Ciò che lascia nelle menti e nei cuori degli spettatori è la voglia di rivederlo ancora, mentre suonano le note di “What can I do” degli Antony and Johnsons.
RADIO ARGO
Teatro Stabile di Innovazione Galleria Toledo Napoli
17 - 22 Gennaio 2012
Radio Argo
Teatro Rossosimona
testo Igor Esposito
regia e interpretazione Peppino Mazzotta
musiche inedite e progetto sonoro Massimo Cordovani
disegno sonoro Andrea Ciacchini
disegno luci Paolo Carbone
disegno multimediale Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii
scene Angelo Gallo
costumi Rita Zangari
organizzazione e distribuzione Monica Vicinanza
Radio Argo
- Scritto da Emanuela Ferrauto
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