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Forse li conoscete già, forse avrete sentito parlare negli ultimi tre anni del loro progetto, forse sapete da dove provengono. In giro per l’Italia dopo il grande successo di “Fatto di cronaca” tratto dal testo di Raffaele Viviani, adesso i ragazzi di Punta Corsara tornano in scena nella loro Napoli. Stavolta bissano con due spettacoli, un’azione teatrale intitolata IL CONVEGNO e lo spettacolo IL SIGNOR DE POURCEAUGNAC, farsa minore da Molière, il tutto in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, dal 9 all’11 febbraio. La nostra curiosità si è soffermata sul primo dei lavori, IL CONVEGNO appunto, con le regia di Emanuele Valenti, definito “una scrittura originale sul tema delle periferie”. Per chi non ne fosse al corrente il progetto Punta Corsara nasce nel 2007, prendendo piede proprio a Scampia, periferia napoletana. Gli attori sono abitanti della periferia, punto fermo e soprattutto riferimento costante, continuo, importante, fondamentale per i ragazzi di Punta Corsara. Non si può parlare di compagnia, ma di comunità, in cui ogni artista collabora sulla scena non solo attorialmente ma mettendo a disposizione e a conoscenza del pubblico esperienze e realtà che ipocritamente pensiamo di conoscere, coinvolgendo attivamente tutta la comunità. Si parla di “perifericità” in un testo-non testo nato da collaborazioni, citazioni, piccole scritture teatrali autonome e personali fuse insieme ed esplicitate al pubblico attraverso un “convegno” ironico ma piuttosto pungente. In scena Christian Giroso, Tonino Stonaiuolo, Valeria Pollice, Giuseppina Cervizzi, Gianni Rodrigo Vastarella, Vincenzo Nemolato, Mirko Calemme. Non potremmo non citarli tutti perché insieme formano una compagine coesa, inscindibile, uniforme. Doti attoriali innate o comunque accresciute, amore per il palco e consapevolezza nel trasmettere un messaggio che colpisce gli spettatori. Ma il loro linguaggio semplice, partenopeo, intenso, si racchiude nella bellezza di un gesto: quando si cita la violenza e uno degli attori indica un bambino in prima fila, sorridendogli e facendogli capire che “questo non si fa”. Un non- spettacolo in cui vengono ribaltate le scelte classiche della messa in scena, in cui la platea non assiste ma è dentro la storia, viene coinvolta per capire a fondo. Il meccanismo metateatrale comincia già all’ingresso, prima dello spettacolo, dove alcuni personaggi compaiono tra gli spettatori che attendono di accedere in sala. Del resto è un convegno e anche loro sono in attesa. La teatralità dei personaggi che si mescolano alla gente “comune” si distingue grazie agli abiti, alle espressioni, agli atteggiamenti esasperati, ma non tutti si accorgono subito di queste “presenze”. Scena aperta, platea illuminata, continua mescolanza tra palco e realtà, parodia esasperata di politici più o meno corrotti. Chi può parlare della periferia? Chi può descriverla al meglio, raccontarne le storie, proporre cambiamenti? Di certo non il sindaco, l’assessore, il sociologo, tutti appassionatamente seduti attorno ad un tavolo coperto da un lenzuolo bianco. Ma neanche noi, “non periferici” potremmo farlo. Oggetto di discussione: una ragazza di periferia dormiente, proprio sotto quel lenzuolo bianco, come un cadavere da esaminare. Come migliorare il suo stile di vita? Immagine grottesca ma inquietante che però riesce a non cadere nella banale comicità da teatro popolare. Giuseppina, interpretata dalla bravissima  Giuseppina Cervizzi, è una intensa “Medusa” greca della periferia metropolitana.  Abbigliamento, telefonino, modo di parlare. Se solo riuscisse a parlare: in effetti la ragazza rimane muta durante tutto lo spettacolo. Ogni sua probabile e volontaria speranza di parlare viene soffocata nella sua mente da un miscuglio di frasi e parole rumorose che crescono all’interno del convegno.  erché non lasciar parlare proprio lei? Le parole gettate al vento si accalcano, vomitate, insensate, producendo spazzatura sonora. Una risata lacerante, isterica fuoriesce dalla bocca di Giuseppina. Unica espressione della sua dolorosa presenza. Anche un pistola esce fuori, proprio alla fine. Gianni Rodrigo Vastarella interpreta il politico corrotto: le belle parole e le ottime promesse perdono la pazienza. Ecco quindi che la soluzione è la violenza. I componenti del convegno fuggono saltando giù dal palco, Giuseppina rimane, osserva, va via ancora più muta. Una farsa esasperata, tanto da diventare crudele, terribile. Il pubblico applaude, ride divertito, a noi invece resta una profonda riflessione in mente. Preferiamo restare muti come Giuseppina, poiché poco sarebbe lo spazio per commentare davvero. Ma aspettiamo ancora le sue parole.

IL CONVEGNO
Nuovo Teatro Nuovo Napoli
9 febbraio 2012
Punta Corsara
Il CONVEGNO
azione teatrale
con Mirko Calemme, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato,
Valeria Pollice, Pasquale Sommella, Tonino Stornaiuolo, Gianni Rodrigo Vastarella
collaborazione artistica Antonio Calone, Marina Dammacco
regia Emanuele Valenti

Punta Corsara nasce nel 2007 come progetto della Fondazione Campania dei Festival e fino al 2010, cura la programmazione di teatro, danza e laboratori artistici per il Teatro Auditorium di Scampia, insieme ad un percorso di formazione per attori, organizzatori e tecnici da cui nasce un gruppo di 13 ragazzi che oggi costituiscono la Compagnia Punta Corsara.
Da gennaio 2011 il gruppo si costituisce come associazione culturale indipendente, conduce Capusutta, il laboratorio teatrale per adolescenti a Lamezia Terme con la direzione artistica di Marco Martinelli e porta in tournée Il signor di Pourceaugnac e Il convegno per la regia di Emanuele Valenti.
Per il lavoro svolto nel primo triennio, il progetto Punta Corsara ha vinto il premio Hystrio – Altre Muse 2010 e il Premio Speciale Ubu 2010.