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Al Teatro Akropolis di Genova mercoledì 28 marzo, nel terzo appuntamento del ciclo 2012 di Testimonianze Ricerca Azioni, questa tappa intermedia del viaggio della compagnia Città di Ebla intorno ai “Morti”, e dunque alla morte, da “Gente di Dublino” di James Joyce, sorta di anamnesi insieme chirurgica e terapeutica. Intensa drammaturgia in farsi di Claudio Angelini con l'ottima prestazione, tra performance e sapienza del corpo, di Valentina Bravetti, in una produzione, in collaborazione con Romaeuropa Festival 2012 ed il sostegno delle istituzioni emiliano-romagnole, che sta percorrendo una sua parabola indagatoria che troverà il suo esito a fine anno. Collaborano Laura Arlotti per le fotografie (in tempo reale), Franco Naddei per la fonica, Elisa Gandini per la drammaturgia degli oggetti e Luca Giovagnoli per la direzione tecnica. È dunque un lavoro che mostra tutta la sua tensione verso un apice ancora inattuato ma da cui traspare sin d'ora l'esigenza di smascherare nella cinetica dei corpi la fissità della morte, quasi questa non fosse il termine ma un percorso che occupa la nostra vita sin dal suo sorgere, derubandola di ogni speranza ed occupando fino all'esaurimento ogni suo spazio. Dunque proprio nello scatto fotografico che si sovrappone al movimento scenico e ne fissa appunto il senso, ovvero l'assenza di significato, nel suo “divenire immagine”, Città di Ebla esplora, metaforizzandolo, lo spirito di impossibilità che domina la gente dublinese di Joyce. Anche questa volta la Compagnia cerca l'immediato confronto con il pubblico, confronto che sembra necessario non tanto come un verifica ma quasi come un conforto a proseguire su una strada impegnativa che fa a meno delle parole e cerca nei corpi una semantica diretta e profonda attraverso una sintesi di movimento e suono sempre piuttosto affascinante. Spettacolo pertanto da seguire nel suo sviluppo per coglierne alfine l'esito cercato.