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“Mela”, testo nato per il teatro nel 1981 dall’abile penna di Dacia Maraini, è stato portato in scena al teatro Vitaliano Brancati di Catania dal Teatro della Città per la lineare e scorrevole regia di Romano Bernardi. La scena (la cucina semplice di una famiglia medio-borghese) è di Cinzia Puglisi ed i costumi sono delle Sorelle Rinaldi. Si tratta di un testo di grande spessore che, contemporaneamente, fa sorridere nella sua semplicità

e gradevolezza ma che, a poco a poco, fa riflettere sui caratteri, sui vizi, sulle debolezze, sugli ideali delle donne, degli uomini presenti-assenti e soprattutto sull’incertezza dei nostri giorni, sugli scontri generazionali che spesso divampano nelle nostre case. Nei due atti della pièce, in circa un’ora e 15’, si rivelano tre caratteri femminili: quello della moderna ed epicurea nonna Mela, quello dell’ex sessantottina Rosaria che vive di ricordi e di lavoro e quello della nipote Carmen, giovane, insicura e scontenta e soprattutto con un segreto difficile da svelare. All’ombra di queste tre donne c’è il fascinoso Costante, che non appare mai sulla scena, compagno di Rosaria e che, anche Mela e Carmen ammirano e conoscono bene. Lo spettacolo svela le controverse personalità delle tre donne: Mela è da sempre una donna che vive alla giornata, dai facili costumi e che anche in età avanzata, ama i partner giovani e il sesso; Rosaria, la figlia, è quasi una martire, raffigura il fallimento delle utopie del Sessantotto e non accetta la sconfitta; Carmen è invece una ribelle viziata, senza grandi ideali e che soffre per la troppa bontà della madre e per il menefreghismo della nonna. Nella cucina di casa, quindi, si agitano, si sforzano di comunicare tre donne con le loro concezioni, il loro modo di affrontare la vita. Una nonna, la figlia e la nipote che, pur amandosi, non fanno che combattersi per ribadire, ciascuna a suo modo, la loro cocciuta personale visione del mondo. In quella cucina i conflitti fra le tre donne sono sempre tra amore, sesso, rivoluzione, vita casalinga. E nei due atti la comicità viene fuori dallo scontro fra le umane debolezze di nonna Mela e della giovane Carmen contro la cecità rivoluzionaria di Rosaria. Grazie ad una interpretazione davvero convincente di Alessandra Cacialli nei panni di nonna Mela, di Debora Bernardi (la martire ed idealista Rosaria) e di Luisa Ippodrino (la spigolosa e viziata nipote Carmen), lo spettacolo risulta un gradevole affresco di vita quotidiana, esplorando, con leggerezza, il complicato mondo della convivenza femminile e della famiglia, privata dall’elemento maschile, che nel caso specifico influenza le tre donne, rimanendo, però, ai margini della casa. Applausi convinti e reiterati alla fine del gradevole spettacolo, grazie ad una accorta e curata regia e ad una interpretazione che ha esaltato quella che è uno dei testi teatrali più belli di Dacia Maraini, in cui umorismo e spensieratezza si alternano a momenti struggenti dove la politica e problemi sociali fanno da cornice ad un ben più profondo dramma umano ed all’incertezza dei tempi, presenti e futuri.

Foto Ambra Favetta

Mela di Dacia Maraini
Produzione Teatro della Citta di Catania
Regia di Romano Bernardi
Con Alessandra Cacialli, Debora Bernardi e Luisa Ippodrino
Regista assistente Marco Tringali
Scene di Cinzia Puglisi
Costumi Sorelle Rinaldi
Luci e fonica di Sergio Noè
Foto di Ambra Favetta
Teatro Vitaliano Brancati di Catania – Dal 12 al 29 aprile 2012