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Palermo s’è desta! Venerdì 13 aprile – mentre Roma s’apprestava a festeggiare il primo anniversario del Nuovo cinema palazzo – nel capoluogo siciliano ha riaperto i battenti il Teatro Garibaldi, uno dei palcoscenici più antichi e significativi della città (lì aveva lavorato Carlo Cecchi in tandem con Matteo Bavera nella seconda metà degli anni Novanta). Sono stati studenti e operatori dello spettacolo ad espugnare e occupare

nel cuore della Kalsa questo luogo storico, chiuso da quasi un decennio. Dopo il Teatro Coppola di Catania, aumenta così il numero delle sale siciliane che, su esempio del Valle occupato a Roma, tornano a vivere per iniziativa dei cittadini. Ma se a Catania l’occupazione è coincisa anche la ristrutturazione dello stabile, diversa è la storia del Garibaldi rimasto inutilizzato dopo un restauro di 5 anni, finanziato con 4 milioni di euro dalla Comunità Europea. Inaugurato dall’eroe dei due mondi nel 1861, dal 2010 sullo spazio di via Castrofilippo è calato definitivamente il sipario, e, di fatto, anche il silenzio delle istituzioni. Ed è proprio all’amministrazione comunale, oggi nel vivo della campagna elettorale, che si rivolgono gli occupanti: «Uno spazio destinato alla cultura non può chiudere per ragione alcuna» hanno scritto nel loro manifesto rivendicando un ruolo attivo nelle scelte politiche in ambito culturale: «La sua assegnazione e la sua vita devono essere garantite da criteri di gestione trasparenti e rigorosi, nel rispetto del valore dell’arte in tutte le sue forme di espressione». Fin dal primo giorno Piazza Magione (quella antistante la sala) è stata presidiata dalle forze dell’ordine; per consentire l’accesso a cittadini e giornalisti, i manifestanti, blindati in teatro, hanno accettato di scendere a patti con Luisa Latella, commissario prefettizio di Palermo, regolarizzando la loro presenza all’interno dello stabile. A mezzanotte di domenica 15 aprile scade l’autorizzazione concessa dal Comune che, pare, dovrebbe inaugurare ufficialmente il Garibaldi il prossimo 23 maggio, nel ventennale della strage di Capaci, alla presenza del Presidente della Repubblica. «Non si è mai visto da nessuna parte che un posto viene inaugurato due volte e poi non c’è niente» ironizza uno degli occupanti ricordando l’apertura-lampo del maggio 2010. Dopo 48 ore di eventi, cui hanno aderito molti artisti, palermitani e non, tra cui Claudio Gioè e Cesare Basile, da questa mattina (domenica 15 aprile, nda) è in corso un’assemblea aperta alla cittadinanza, indetta dal Comitato Teatro Garibaldi Aperto. In centinaia stanno partecipando attivamente alla discussione per definire – si legge sul sito – «quali azioni intraprendere per continuare a sognare nuovi orizzonti di lotta e di cultura». Alla pagina Internet è attiva anche una petizione on-line con cui sostenere l’iniziativa che ha già incassato il sostegno di parecchi personaggi noti: Dario Fo, Franca Rame, Emma Dante, Manuel Agnelli e tanti altri. In gioco non c’è solo il futuro del Teatro Garibaldi. Come spiega Giacomo, uno dei manifestanti, al “Fatto quotidiano” «è un problema generale e diffuso a Palermo. Con questo gesto simbolico vogliamo chiedere un modello lontano dalle nomine di direttori artistici ispirate da logiche partitiche, un modello che fondi le sue basi sull’alternanza delle cariche e che dia spazio alle nuove energie artistiche espresse nella e dalla città».