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Caro Diario,

avrei tanto voluto andare a vedere la prima di Conversazioni di Anna K di Ugo Chiti, vincitore dell'ultimo Premio Riccione, a San Casciano Val di Pesa, lo scorso 8 novembre, a cura della gloriosa compagnia di Ugo Arca Azzurra Teatro. Mi ha beccato una semi influenza di stagione, ma mi rifarò al Teatro Eliseo (il coproduttore) alla fine di gennaio 2009.

Ci è andato comunque il nostro glorioso presidente Giorgio Galavotti che mi ha detto che lo spettacolo era molto buono, con una particolare nota di merito per lo straordinario affiatamento tra Giuliana Lojodice e le attrici e gli attori della compagnia. Tra questi l'amico Massimo Salvianti che oltre ad essere attore è, anche lui, drammaturgo ha accettato di venirmi in soccorso e di scrivere delle note sulla preparazione e sul debutto di Anna K: grazie Massimo!

Caro diario,

per ora è tutto: ti riapro a gennaio.

Anna K è Giuliana Lojodice. Non nel senso che Anna K è interpretata da Giuliana L. ma nel senso pieno dell’essere, nel senso che non c’è Anna K senza Giuliana L. Ovviamente non è vero il contrario e cioè Giuliana Lojodice non è Anna K, o almeno non è solo Anna K. Giuliana Lojodice è una serie infinita di altri personaggi, è una di quelle donne straordinarie che si deve ringraziare il cielo e la terra se si è avuta la fortuna di conoscerla, o anche solo di incrociarla, in teatro e nella vita di tutti i giorni. Giuliana L senza Anna K magari avrebbe incontrato un altro personaggio, lo avrebbe interpretato da par suo e non si sarebbe nemmeno accorta che c’era quel ruolo in quel nuovo lavoro di Ugo Chiti che l’aspettava, ma poi l’appuntamento non è avvenuto e allora… niente Anna K.
Le cose non sono sempre state così. Quando Anna K è nata, quando la penna del drammaturgo l’ha disegnata (si, proprio la penna… Ugo Chiti non usa il computer né la macchina da scrivere, da sempre), insomma quando ha visto la luce su quei fogli, Anna K aveva anche lei mille possibilità… diciamo cento va… meglio dieci, e già mi sembra di esagerare. Comunque qualcuna ne aveva, se n’erano fatti di nomi per la sua interpretazione. Il personaggio è così bello: una popolana chiacchierona, buona, sincera e comprensiva, sempre pronta a dare una mano, legata alla famiglia Samsa da vincoli ben più forti di quelli tra una domestica e i suoi datori di lavoro. Una persona riconoscente, che non dimentica la mano che l’ha soccorsa quando ha perso il suo secondo marito prendendola a servizio nonostante non si presentasse proprio al meglio e che, se sa vedere i propri limiti, i difetti, conosce bene anche i propri pregi. Insomma Anna K se ne stava lì in attesa che qualche attrice si facesse avanti, gongolante per quel premio Riccione che aveva ricevuto nell’edizione del 60° aperta eccezionalmente anche ai già vincitori del premio, e quindi trionfatrice tra una schiera di belle menti, e si suppone anche di testi egregi.
Anna K era fiera di quel premio e del suo autore che l’aveva preso ma solo per merito suo, per l’invenzione di quel suo sguardo sghembo, sguincio con il quale Chiti è riuscito a guardare Kafka e la sua meravigliosa Metamorfosi. Perché la novità, l’idea, l’invenzione sta tutta in Anna K, la domestica che c’è nel racconto del grande praghese, ma è una figurina, un accenno poco più che buttato là, per caso, davvero senza importanza. Ma lei eccola al centro della scena, lei a reggere tutta l’impalcatura del testo e si supponeva, anzi si era certi, anche della messinscena.
L’Arca Azzurra, l’aveva ovviamente adottata con grande piacere e con grandi speranze. Il testo aveva a dir poco entusiasmato tutti in compagnia, attori, tecnici, personale d’ufficio. Ci si è preparati con cura all’incontro con l’interprete che per una volta davvero non poteva essere trovata tra le fila del gruppo per questioni di peso attoriale, di forza e non solo per problemi anagrafici; anche noi conosciamo i nostri pregi e i nostri limiti (saremmo ancora qui a festeggiare 25 anni di attività in questo 2008 di crisi planetaria se non fosse così?)
Poi è arrivata Giuliana Lojodice. Detto così può sembrare una cosa facile… uno fa una telefonata: “Sa noi pensavamo… lei mica potrebbe… ci sarebbe questa Anna K…” . No! Pensa e ripensa l’idea è venuta a Massimo Monaci, anche lui entusiasta del testo che ha accettato di coprodurre con il suo Teatro Eliseo, e Giuliana ha letto il lavoro e ha accettato per la gioia di tutti quanti. Per dirla intera all’inizio c’era qualche perplessità. Giuliana L. è una garanzia sotto tutti i punti di vista, ma l’immagine che passava nella testa di quasi tutti era quella della grande attrice elegante, sofisticata, perfetta in tutto quello che toccava, ma di tutti i lavori che si erano visti di lei, dai grandi sceneggiati televisivi (Tragedia Americana, Il Conte di Montecristo, Peppino Girella ecc. ecc. ) alle commedie accanto al suo grande Aroldo Tieri (Uscirò dalla tua vita in taxi, Marionette che passione, Il marito ideale, L’amante inglese e tantissime altre) l’immagine era quella della grande signora padrona della scena e nessuno la ricordava in ruoli popolari, bassi, nessuno le aveva sentito un parlata sporca, al limite del gergo che era il linguaggio di Anna K.
In compagnia tra gli attori serpeggiava il panico. Avvezzi a un uso più che vernacolare della lingua, arrivati a una qualche riconoscibilità proprio per quell’idioma forte e un po’ sgraziato, contadino più che popolare, che aveva caratterizzato tutto il nostro lavoro fino a quel momento, Giuliana era vista come un esempio di difficile (diciamo pure impossibile) emulazione sapendo bene che era il suo personaggio che avrebbe dettato i tempi e le cadenze. Qualche dubbio doveva pur avercelo anche Ugo Chiti, lusingato dal si di Giuliana, ma sempre un po’ a disagio con gli attori più lontani dalla sua cerchia (leggi l’Arca Azzurra).
Era preoccupato Ugo, lo posso testimoniare senza reticenze, ma un giorno, prima dell’inizio delle prove, prima del trasferimento di Giuliana a San Casciano dove lo spettacolo è nato e ha debuttato lo scorso novembre, arrivò in teatro disteso, rinfrancato: “Ho visto il video di ¬¬¬¬¬¬Care conoscenze e cattive memorie, un gran bel lavoro di Horowitz, messo in scena da Sepe con Giuliana e Aroldo.-disse- Giuliana Lojodice interpreta una domestica che ha diversi punti in comune con la mia Anna K. Scordatevi i ruoli borghesi e le gran signore dell’alta società… è una forza della natura!”. Noi tutti plaudimmo a quella ritrovata fiducia, ma chi come me volle vedersi personalmente il video della commedia in questione, non fu poi così rinfrancato. Davvero Giuliana era strepitosa e il confronto che mi aspettava, che la compagnia aveva di fronte, mi apparve ancora più improbo.
Comunque siamo gente pratica noi, radici contadine nemmeno tanto lontane, gente che prende il bello e il cattivo tempo ed eccoci a lavorare diverse ore al giorno dentro l’avventura di questa Anna K accanto a una grandissima attrice che piano piano si appropria del personaggio, lo veste dei suoi panni e lo spoglia di quelli che la lettura del testo poteva avergli messo addosso. Eccola assimilare con bella rapidità le indicazioni registiche di Ugo Chiti, prendere su di se il peso dello spettacolo, rapportarsi a tutti noi altri attori del gruppo con disponibilità e pazienza, prendere le misure di ogni cosa, scene e luci, stacchi musicali e sottolineature, proporre modifiche, accettare e fare proprie situazioni all’inizio ostiche ed eccentriche.
Così Anna K è diventata Giuliana Lojodice. Così Anna K ha preso il suo volto, le sue movenze, i suoi sorrisi, la sua risata. Uno dei tanti volti di Giuliana, anzi uno in più di tutti quelli che già aveva, e lo stesso si dica dei suoi innumerevoli modi di muoversi sul palcoscenico, uno in più dei suoi milioni di sorrisi, delle sue risate. Quelli di Anna K/Giuliana L. Così Giuliana è diventata la prim’attrice di Arca Azzurra, quasi lo fosse sempre stata, così il gruppo è esattamente quello che è sempre stato da 25 anni a questa parte. Una compagnia che lavora compatta per il fine comune di dare il meglio, di divertirsi, di scambiarsi nel bene e nel male esperienze e difficoltà, di compensarsi a vicenda, di appoggiarsi l’un l’altro anche in senso non metaforico. Certo un po’ di squilibrio c’è: Giuliana è una fonte inesauribile di conoscenze, di aneddoti, di battute. Noi spesso ci limitiamo all’ascolto affascinato, ma questo fa parte del gioco e avere accanto un giocatore come lei è un bel giocare.

Massimo Salvianti

"Le conversazioni di Anna K" di Ugo Chiti, 49° premio Riccione per la
drammaturgia, ha debuttato il mese scorso a S. Casciano val di Pesa, e sarà
nei prossimi giorni al teatro Metastasio di Prato (17-21 dicembre) per poi
approdare a Mestre al teatro Toniolo (10-11 gennaio) a Torino al Teatro
Gobetti (13-18 gennaio) e a Roma al teatro Eliseo (20 gennaio-8 febbraio).
Nei panni della protagonista Giuliana Lojodice che sarà festeggiata per i 50
anni della sua straordinaria carriera il 22 dicembre in Campidoglio.