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L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO offre una storia di malessere crescente, di tentativi falliti, di percezioni alterate, di ossessioni quotidiane. Il testo racconta le innumerevoli “ultime notti” di Antonio prima della sua fine, dando voce e corpo ai suoi incubi, alle sue forme di dipendenza, attraverso l’alternanza di un registro lirico-poetico e di uno comico-grottesco.
La drammaturgia è nata a tavolino nel 2010 già seguendo gli intenti poetici che Dammacco persegue sulla scena: realizzare una visione, agire un rito, offrire allo spettatore l’evocazione di uno stato altro/alto, poetico, un luogo di analogia della vita. La versione definitiva dell’opera è stata tuttavia composta durante il lavoro di creazione e allestimento dello spettacolo omonimo, realizzato dalla Piccola Compagnia Dammacco in co-produzione col festival Asti Teatro 34, presso cui è andato in scena in prima nazionale il 4 luglio 2012 dopo l’anteprima del 29 giugno avvenuta al Giardino delle Esperidi Festival.
Tale drammaturgia costituisce il primo esito della “Trilogia della Fine del Mondo” che, secondo le intenzioni dell’autore, sarà completata da altre due pièce dal titolo ESILIO e L’ESORCISTA.
Il testo che qui si presenta ha conquistato il Premio nazionale di drammaturgia contemporanea “Il centro del discorso” nel 2010, allorché la giuria composta da Arturo Cirillo, Valentina Diana, Giovanni Giovanetti, Osvaldo Piliego e Andrea Porcheddu, ne ha motivato la vittoria in quanto “L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO di Mariano Dammacco è sicuramente un lavoro compiuto, ‘pronto’ alla messa in scena, strutturato dal punto di vista formale e stilistico. Spicca tra tutti per la qualità della scrittura, per una sua poetica interna capace di lirismi toccanti. La varietà di registri vivacizza la lettura grazie alla moltiplicazione dell’io narrativo che crea un effetto polifonico e una dialettica tra coro e individuo. Tra questi passaggi spicca la figura femminile che assume il ruolo dell’ascolto nel divenire della narrazione amplificando la poeticità di alcuni scorci. A questo si aggiunge la capacità di affrontare un tema di grande attualità, e per questo abusato, con originalità e senza mai cedere alla retorica”.

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Mariano Dammacco è attore, autore e regista teatrale. Nato a Bari nel 1970, attualmente vive a Modena dove porta avanti l’attività della sua Piccola Compagnia Dammacco (www.facebook.com/piccolacompagnia.dammacco). Dopo le esperienze di formazione – tra cui quelle con Robert McNeer, Carlo Formigoni, Marco Baliani, Renata Molinari e Danio Manfredini – si dedica alla ricerca teatrale intorno alla propria autoralità. In quasi vent’anni di lavoro, nascono così numerosi spettacoli da lui ideati, scritti e diretti quali SONIA LA ROSSA (insignito del Premio ETI/Scenario 1992-1993), AMLETO E LA STATALE 16 (vincitore del Premio ETI/Vetrine 1996), DIALOGHI CON LE PIANTE (distintosi ai Premi Ubu 1999 grazie a diverse segnalazioni) e L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO che vince il premio di drammaturgia “Il centro del discorso 2010”. Dammacco ha inoltre sviluppato negli anni disparate collaborazioni: si ricordano, tra le altre, quelle in qualità di drammaturgo con Maria Paiato, Lella Costa e Silvio Castiglioni; quelle come regista d’opera presso il Circuito Lirico Lombardo per COSÌ FAN TUTTE e DON PASQUALE; mentre s’è cimentato col Teatro Sacro e di Comunità collaborando lungamente col festival Crucifixus, anche in veste di pedagogo. Fra le sue pubblicazioni figurano DIALOGHI CON LE PIANTE (Manni, Lecce 1999 e su “Prove di Drammaturgia”, dicembre 2000), ANTOINE-ANTOINE (Papageno, 2003) ASSEDIO (Pensa Multimedia, Lecce 2007) e FIORI NEL GHIACCIO (Valgrigna-Associazione Nazionale Alpini, Esine BS 2010).

Presentazione a cura di Damiano Pignedoli