Prendete sette attori italiani, mescolateli a otto attori russi, aggiungete un regista romano con forte propensione per il mondo teatrale russo, amalgamate bene l’impasto ottenuto con Carlo Goldoni quanto basta e farcite il tutto con generose manciate di études. Ecco la ricetta per creare Sotto un altro cielo…, il laboratorio internazionale per attori professionisti che proprio in questi giorni presenta il frutto del suo lavoro
a Pontedera. Il progetto è stato pensato dal regista Alessio Bergamo, che nel lontano 2007 aveva iniziato a lavorare sulla Trilogia della villeggiatura con allievi attori e registi nelle aule della Scuola Paolo Grassi. Dopo quattro anni Bergamo ripropone lo stesso laboratorio agli attori della compagnia POSTOP, di cui si possono avere preziose informazioni sul sito internet aggiornato. Infine, nel 2011, Alessio Bergamo accompagna Carlo Goldoni a Mosca e lo presenta agli allievi della Scuola d’Arte Drammatica. I Russi, infatti, conoscevano solo la prima delle tre commedie che compongono la Trilogia, ma grazie alla traduzione approntata dallo stesso Bergamo insieme alla slavista Raisa Raskina questa lacuna viene colmata e il laboratorio si conclude con esito positivo. Visti i soddisfacenti risultati ottenuti sia con gli attori di POSTOP sia con i russi, perché non unire le forze? Quello ideato da Bergamo si tratta di un progetto di non facile realizzazione: attori di origine diversa riuniti “sotto lo stesso cielo” per almeno un mese, presentazioni del lavoro in Russia, presentazioni in Italia… per sostenere un percorso del genere ci vogliono fondi, energie e tanta pazienza. A volte, anche nell’indigenza del mondo teatrale, si riescono a organizzare progetti ambiziosi: nell’estate del 2012, grazie all’associazione “Un sorriso per un sorriso” e al Teatro “Scuola d’Arte Drammatica di Mosca”, con la collaborazione della Scuola Paolo Grassi di Milano e della Fondazione Pontedera Teatro, e con il patrocinio della Provincia di Roma, il laboratorio Sotto un altro cielo… è pronto per partire. Il 30 settembre gli attori italiani raggiungono i colleghi russi e, sotto la guida di Alessio Bergamo, per un mese intero di lavoro danno vita alla loro personalissima Trilogia della villeggiatura. Personalissima perché i personaggi parlano lingue diverse ma si capiscono e si fanno capire, perché la storia narrata non è consequenziale pur essendo estremamente logica, perché gli attori giocano con i personaggi e si scambiano i ruoli fra loro, perché nelle battute possono entrare spicchi di vita dell’attore senza per questo uscire dal tracciato del drammaturgo veneto. Tutto ciò è possibile (e comprensibile da un pubblico medio) perché gli attori di Sotto un altro cielo… si muovono nei confini di un metodo comune, a proposito del quale vale la pena spendere due parole in più. All’origine vi è Stanislavskij, da cui si prende il criterio estetico fondamentale: la verità, l’idea che in scena agli artisti debba accadere qualcosa di reale, unico e irripetibile. Si tratta di un approccio al testo basato su delle improvvisazioni strutturate che in gergo russo vengono chiamate etjudy (cioè “studi”, “études”): fin dalla prima analisi a tavolino è necessario estrarre dal testo una serie di coordinate che servono all’attore per andare sul palco e, agendo in improvvisazione, per creare una scena che nella sua struttura drammatica sia analoga a quella scritta dall’autore. Il fatto che gli attori riescano a creare un ensemble affiatato e in ascolto crea la possibilità per l’intera compagnia di rapportarsi al materiale scritto con grande libertà, pur rimanendo fedeli alla struttura drammatica del testo. Per lavorare con questo approccio bisogna che, da una parte, gli attori non siano ossessionati dal dover produrre risultati e dall’altra, che il regista non dia loro un disegno esteriore concluso. Alessio Bergamo, intervistato da Silavana De Vidovich, ammette che quello intrapreso con Sotto un altro cielo… “È un lavoro estremamente faticoso, un approccio niente facile da gestire, sia per gli attori che per il regista. Ma è ripagato dal fatto che quando si lavora correttamente in scena, ogni volta, dovrà succedere qualcosa di reale e irripetibile. E questo, parlo adesso da spettatore, mi sembra l’unico dato fondamentale in base al quale si possa dire se sia valsa o no la pena di andare a vedere uno spettacolo”. Gli attori italiani (Francesca Ciocchetti, Giovanni Guardiano, Olga Guseva, Deniz Ozdogan, Sandro Pivotti, Mila Vanzini, Matteo Vitanza) e russi (Vadim Andreev, Kirill Fedorov, Andrey Emelyanov, Anton Kapanin, Pavel Kravets, Anna Kuzminskaya, Oleksandr Lapty, Elena Michalchuk) si sono esibiti il 27 e il 28 ottobre al Teatro “Scuola d’Arte Drammatica” di Mosca, il 31 ottobre al Teatro Scuola Paolo Grassi di Milano e debutteranno a Pontedera il 3 e il 4 novembre. Se vi trovaste a passare sotto il cielo della Toscana tra oggi e domani, fermatevi a Pontedera: Sotto un altro cielo… è un lavoro che merita. Per tutte le informazioni utili controllare il link sul sito della Fondazione.
Foto di Andrey Troitsky
Sotto un cielo italo - russo
- Scritto da Valentina Gamna
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