Trascorse alcune settimane, ora è forse possibile vagliare meglio – secondo più elementi di decantazione – quanto è scaturito dal LABORATORIO OLIMPICO - RETE CRITICA 2012, dedicato a fare il punto della situazione e delle possibilità passate, presenti
e future circa il fenomeno italiano della critica teatrale attiva sul web. Vorrei, però, evitare di scrivere un report di tale meeting tenutosi all’Odeo del magnifico Teatro Olimpico di Vicenza il 27 e 28 ottobre scorsi; così come riferire qui i contenuti dell’intervento che mi sono spinto a fare nel pomeriggio del 27 (forse reperibile sul sito di “studio28.tv” che ha trasmesso in streaming parte dell’evento).
Potrebbe invece dimostrarsi più sanamente provocativo lasciare filtrare un altro sguardo, raffinato appunto da una maggiore sedimentazione nel tempo di tutti i discorsi, interrogativi e anche attività, prodottisi nel corso di due giorni vissuti sotto il coordinamento di Oliviero Ponte di Pino e con l’ospitalità dell’Accademia Olimpica diretta dal cortesissimo Roberto Cuppone.
Numerosi gli interventi di esponenti delle varie testate online (e altresì cartacee), rivolte all’informazione e all’indagine sul teatro e lo spettacolo; mentre, il giorno successivo, hanno sfilato una serie di artisti e operatori veneti intesi a parlare delle loro questioni, facendo conoscere ognuno la propria realtà. A coronamento di ciò, si sono quindi svolte le fasi conclusive del Premio Rete Critica vinto da Daniele Timpano per il suo ALDO MORTO – e pure un’interlocutoria assegnazione della vittoria inerente al concorso di video-recensioni Critica in MOVimento.
Provo a partire, perciò, dalla fine per risalire ad alcuni punti di criticità affiorati dalla manifestazione – nonché da fatti pregressi – e che, a un minimo di distanza temporale, permangono più di altri a girarmi per la mente.
Il Premio Rete Critica, così com’è, presenta dei tratti che ne inficiano la virtuale autorevolezza e credibilità, al di là che possa generare piacere e gaudio in chi lo vince, in chi lo dà, e addirittura fare mercato – ma proprio perché viviamo in un paese teatrale dove un mercato correttamente strutturato non esiste. Se davvero allora fa mercato, ci vuole pertanto un minimo di senso di responsabilità in merito al suo espletamento. E a tal proposito, il regolamento del premio – a mio avviso – è troppo confusionario e andrebbe dunque precisato e dettagliato meglio, poiché altrimenti si offuscano un poco degli auspici di rigore e perfino di trasparenza riguardanti le sue procedure e il suo stesso svolgimento. Per esempio, mancano chiare indicazioni temporali che individuino quando comincia una data stagione teatrale e quando finisce (ci sono spettacoli votati quest’anno che, forse o probabilmente, ha senso ascrivere alla stagione ventura; a “Dramma.it”, in sede di votazioni interne, qualcuno ha votato meritevoli spettacoli però passibili di rientrare sia nella stagione 2010-11 come nella 2011-12, che era quella da considerare); poi, troppi i voti apparsi pubblicamente in “zona Cesarini” ed eccessivamente alla spicciolata per non sospettare che taluni fossero giunti a tempo scaduto, o alcuni aggiunti sul fotofinish ad altri (già espressi da un po’ in una o due delle tre caselle a disposizione per sito) da non fare pensare a giochi di riequilibrio o d’opportuna integrazione all’ultimo, dispiegati in coda al primo turno. Tutto in buona fede – per carità! – e senza volere approfittare di alcunché, poiché il piglio dell’iniziativa predilige un tono informale, ma francamente non è stato un bel vedere. Si pubblichino tutti quanti i voti in una data accuratamente stabilita, nel rispetto delle scadenze intermedie, e non prima o dopo; dopodiché la redazione di ogni webzine valuti l’insieme delle candidature emerse, e finalmente pubblicate, per procedere oltre. Insomma, s’è visto un po’ troppo caos e un affastellarsi oltremodo sregolato delle segnalazioni: aspetti che non hanno affatto aiutato la necessaria chiarezza e una buona comunicazione verso l’esterno. Per dirne soltanto una, infatti, m’è capitato d’intercettare i feedback di diversi teatranti solo per scoprire che la maggior parte non ci aveva (e non ci ha) capito un’acca rispetto al funzionamento e ai criteri del premio indiziato: qualcuno mi ha chiesto anche come poteva “partecipare al concorso”…
Un’idea praticabile riguardo tale problematica, per quanto invero non semplice da attuare, potrebbe essere quella di un tavolo aperto o forum di discussione al fine di stilare un nuovo regolamento con il contributo e il parere affermativo di ogni singolo sito della Rete.
Altri rilievi concernono le due distinte giornate di convegno. Quello di domenica 28 ottobre, relativo alle realtà venete, non ha funzionato se non per avere offerto loro la possibilità di presentarsi dal vivo (e nel giro di dieci minuti) a chi non le conosceva. Tuttavia, avrebbe avuto più senso e utilità approfondire insieme il groviglio italiota delle magagne operative, burocratiche, amministrative e culturali, a cui soggiacciono maledettamente artisti e operatori. Si poteva approfittare dell’occasione per innescare tra gli uni e gli altri – osservatori specializzati della materia e chi il teatro invece lo fa, lo produce e cerca di gestirlo materialmente – un serrato confronto de visu in merito. Di lì interrogarsi apertamente sulle possibili soluzioni da adottare, sugli schematismi da scardinare, sulle doti da fare valere a fronte di un paese che del teatro e dell’arte se ne frega alla grande. Partendo, dunque, da una situazione circoscritta e comunque teatralmente vivace come il Veneto, per allargarsi via via a una panoramica d’ordine nazionale. Mentre tutte le informazioni dei vari protagonisti sulle loro attività, relazioni e produzioni, una volta consumate le debite presentazioni (con tanto di riferimenti e recapiti minimi), sarebbe stata responsabilità di ogni critico e addetto andarsele in seguito a cercare – per l’appunto – sui rispettivi siti internet, social network o blog. Perché durante il convegno, piuttosto, ritengo che a parlare e a dar conto dell’identità, delle modalità d’azione e di lavoro di ciascun artista, teatro o compagnia, sarebbero state giusto le diverse idee e visioni, le varie ed eventuali istanze e opzioni avanzate da ognuno di loro rispetto al tribolato tema del “fare oggi Teatro in Italia”. Di qui, una sensazione finale di occasione sprecata a cui sarebbe servita un’impostazione di base d’altra cifra e contenuto. O magari sono semplicemente un ingenuo io. Può darsi.
Ma non è ingenuo, invece, chiudere questa mia riflessione appuntandomi su una mancanza (altresì mia) palesatasi nel corso della prima giornata d’incontro tra analisti teatrali (e qualcuno no) della Rete: il potenziale spettatore, quello che a teatro o ci va poco o non ci va mai. Allo spettatore appassionato, che frequenta abbastanza le sale di spettacolo, è stato dedicato qualche passaggio e attenzione; all’altro, a chi è tutto (o nuovamente) da coinvolgere e fare interessare con vivezza all’arte teatrale, nisba: zero pressoché assoluto. E non è una mancanza da poco, perché la sfida del teatro di domani riguarda proprio il tentativo di toccare nel vivo ed entusiasmare – vivaddio! – chi ne ignora totalmente le variegate espressioni, le plurali forme e sostanze, la connaturata immediatezza comunicativa e di aggregazione particolare da viversi in uno spazio-tempo altamente significato. Ed è un punto, quest’ultimo, che può rivelarsi più decisivo di quel che si crede, in tempi di disgregazione sociale e diffusa assenza di consapevolezza lucida come quelli attuali.
Links utili per report e ulteriori informazioni:
http://www.ateatro.org/mostranotizie2.asp?num=141&ord=40
http://www.rumorscena.com/2012/11/08/la-rete-critica-si-riunisce-al-teatro-olimpico-di-vicenza-per-discutere-il-suo-web-futuro/
http://www.altrevelocita.it/teatridoggi/5/baci-dalla-provincia/149/rete-critica-una-cronaca-per-appunti-.html
http://www.ateatro.org/retecritica2012.asp
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.373066272768688.90446.196868507055133&type=3
http://it-it.facebook.com/circocritico
http://www.comune.vicenza.it/albo/notizie.php/73052
http://olimpicovicenza.it/