Pima nazionale il 23 gennaio per questa nuova produzione del Teatro della Tosse di Genova, in cartellone fino al 13 febbraio. il testo del giovane drammaturgo inglese Tim Crouch, nella traduzione di Pieraldo Girotto, è messo in scena per la regia di Fabrizio Arcuri. Protagonista unico Enrico Campanati. Ispirato alla tragedia del Bardo, il testo affronta la peripezia di Macbeth dalla visuale del suo amico più intimo, quel Banquo destinato anche lui a perire nel bagno di sangue che segna il dramma. Tragedia dunque di un sentimento, quello dell’amicizia nel suo confliggere con la sete anzi l’ansia di potere che tutto travolge. Ma tragedia molto poco intima o domestica, che molto ci dice però sull’umanità degli uomini e sulla loro incerta essenza, corrotta e che corrompe la natura e le cose. Se Shakespeare allontana l’evento, dal suo e dal nostro sguardo atterrito, nelle brume misteriose della lontana Scozia, Tim Crouch quasi ce la riconsegna nella vicinanza di una relazione consueta e ordinaria, nello sguardo di chi non si dà ragione della perdita e del tradimento e anzi se ne incolpa, domandandosi e domandandoci perché e come non abbia potuto prevedere ed evitare. Ancor di più la messa in scena e l’interpretazione di Campanati che immergono la storia nella quotidianità contemporanea, esercitando quasi come un diritto il coinvolgimento del pubblico in un contesto che attenua spesso la rabbiosità del testo accentuandone l’aspetto ironico ed i plot comico alienanti da varietà brechtiano. Macbeth è dunque un segno e Banquo il suo interprete talora inconsapevole ed infine assassinato ma la cui morte non è sconfitta ma in fondo salvaguardia di una umanità non ancora sconfitta. Una bella pièce che sa condurre con leggerezza la dissezione autoptica della tragedia shakespeariana, in una alternanza tra alienazione e partecipazione cui il volto e il corpo di Campanati, mentre va coprendosi del sangue dei molti uccisi, dà un contributo essenziale. Detto che le luci e la fonica sono di Matteo Selis, presente sul palco a dare anche un contributo di movimento, e che la scenografia scarna ma rilucente rimembra e raccorda il tempo nostro da cabaret alle foreste brumose delle alte terre, lo spettacolo ha riscosso un notevole successo.
Foto Andrea Corbetta