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I drammi del mese

Entro i limiti della media europea di Nino Romeo

Dettagli
Pubblicato: 28 Marzo 2011
Visite: 4352

ENTRO I LIMITI DELLA MEDIA EUROPEA
oratorio in nero per le morti bianche (così le chiamano)

scritto e diretto da Nino Romeo
con Graziana Maniscalco e Nino Romeo

Il testo ha vinto il Premio Calcante della Società autori drammatici con la seguente motivazione:

Entro i limiti della media europea di Nino Romeo è – al contempo – un assai incisivo pezzo di “teatro politico” e una suggestiva prova di teatro delle passioni, dell’ira e della dignità offesa. La tragedia continua delle morti sul lavoro (le “morti bianche”, come alquanto indecentemente le si definisce) è  in realtà una catena di morti “per il lavoro”, cioè a causa di un sistema produttivo cinicamente fondato sulla pesantezza dei ritmi e la carenza dei controlli. La terribile vicenda del rogo della Thyssen risulta emblematica e incancellabile nella nostra memoria individuale e sociale; e Romeo ha avuto, anche sul piano strettamente drammaturgico, la capacità di renderne il senso atroce con un linguaggio scarnificato eppure densissimo, incandescente e tuttavia raggelante. Dal pozzo oscuro del suo dolore, la moglie di un operaio morto da poche ore in un incidente sul lavoro, incarnata sulla scena da un’attrice di plastica sensibilità come Graziana Maniscalco, impartisce una dolorosa lezione di consapevolezza civile col suo rifiuto di prestarsi al gioco delle cerimonie ufficiali, che sempre più somigliano a una pantomima autoreferenziale e ipocrita, opponendo invece a tutto ciò un percorso di disperato ritrovamento memoriale e onirico del compagno perduto. Un monologo di lacerata compostezza.

Leggi il testo

 

Una donna si presenta al pubblico; è la moglie di un uomo vittima di un incidente sul lavoro. Parlamad un immaginario uditorio; emerge così il rapporto con il suo uomo. La gente le chiede di accettare le interviste e di partecipare a trasmissioni televisive: lei rifiuta: non vuole che il suo dolore privato diventi pubblico spettacolo. Più procede il flusso di ricordi più emerge in lei la consapevolezza che la vera lezione di vita che quella morte porta in sé è il rifiuto di un modello produttivo basato sull’asservimento del lavoro e della vita dei molti da parte di pochi. Compressa dal dolore, la donna mantiene la lucida autonomia del giudizio: il suo linguaggio è parola spezzata, consapevolezza linguistica che avanza in parallelo alla consapevolezza di sé acquisita attraverso un trauma insanabile. Ci sta un uomo che ostinatamente ripete le stesse battute: sono le parole che il padre di uno degli operai morti nel rogo della Thyssen ripeteva mostrando la fotografia del figlio.

 

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