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Articoli e interviste

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Eccellenza al femminile

Scritto da Maria Dolores Pesce
Pubblicato il 09 Ottobre 2022

Questo Festival genovese ideato e diretto da Consuelo Barilari, giunto felicemente alla sua XVIII edizione (“Icone” è il suo titolo) e nel frattempo arricchitosi con l'omonimo Premio ora in quattro sezioni, dimostra una indubbia vitalità ed una crescita che, anche solo considerando gli anniversari, lo introduce alla sua maggiore età. Merito io credo della specifica e anche rara qualità che caratterizza il suo sguardo sul teatro al femminile, visto in un più ampio contesto di “pratiche femminili”, uno sguardo che le vede e le mostra non come teatro o pratiche 'svantaggiate', da quote rosa per intenderci, quanto come teatro e pratiche tendenzialmente 'svalorizzate'. La differenza è forse sottile ma rimane essenziale in quanto se lo svantaggio implica uno sguardo paternalistico del tutto obsoleto, la svalorizzazione denuncia la mancata percezione del valore universale delle pratiche, anche estetico/artistiche, al femminile che al contrario riescono a rappresentare tendenzialmente l'interezza dello sguardo dell'umanità

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Farout festival

Scritto da Angela Villa
Pubblicato il 07 Ottobre 2022

La parola d’ordine è, rallentare, godere di un bel paesaggio, ascoltare con calma chi ci parla, compiere gesti lenti, per esempio ascoltare musica con un vecchio giradischi…quante cose si possono imparare o rimparare attraverso il lento braccio di un giradischi. Sei obbligato a fare tutto con calma, devi alzarti più volte per riascoltare un brano o l’atro lato del disco, non c’è più la frenetica ricerca in rete di un brano musicale (che ti porta da un luogo all’altro senza ascoltare nulla realmente) ma la calma pace di un gesto antico. Questo è quello che ci propongono gli artisti della seconda edizione del festival Farout, imparare a vivere con calma e lentezza il nostro tempo. Tutto questo grazie alle associazioni che operano e agiscono nel centro BASE. Un centro culturale poli-funzionale che produce innovazione sociale e contaminazione culturale tra arti, imprese e tecnologia nel cuore di zona Tortona, a Milano. Il nome non è stato scelto a caso, Farout: il pianeta più distante del sistema solare

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Hystrio Festival

Scritto da Maria Dolores Pesce
Pubblicato il 25 Settembre 2022

Quest'anno il prestigioso Premio Hystrio per il teatro, promosso dall'omonima e del pari prestigiosa rivista e giunto alla sua XXXI edizione, ha trovato nella volontà dei promotori una collocazione nuova che ne intende rafforzare l'interesse e le ricadute dentro un sistema teatrale, come quello italiano, in evoluzione ma che necessita sempre di forza ed energie nuove e soprattutto di prospettive inaspettate che ne irrobustiscano il complessivo potere di interdizione (e cura) su una Società che purtroppo mostra preoccupanti scivolamenti. È in particolare meritoria la capacità della Direzione artistica di Claudia Cannella e degli organizzatori tutti di collegare questo sguardo al nuovo con l'attenzione agli sviluppi complessivi della drammaturgia italiana, in modo da non mostrare solo le speranze, esemplarmente ricche di suggestioni, ma anche gli esiti successivi che quelle stesse speranze avessero lasciato intravvedere al nostro sguardo. Milano dunque, città teatrale per importanza e storia culturale concreta, si riappropia  organicamente e istituzionalmente di un contesto e di un approccio ai giovani, molte volte lasciato anche giustamente alla ricca provincia italiana, fruttifera sempre dal nord al sud, potendo forse

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Il teatro di parola 5: Graziano Piazza

Scritto da Alessandra Bernocco
Pubblicato il 17 Settembre 2022

“Luca Ronconi parlava di parole epifaniche, a me piace chiamarle radianti. Sono quelle parole che nel momento in cui sono dette, lasciano una vibrazione nell’aria, sono parole che creano ponti, archi, e poi ti ritornano trasformate, eppure ne senti la radice”. Graziano Piazza è stato uno degli interpreti eletti dal maestro, protagonista e coprotagonista di spettacoli storici come Infinities di John D. Borrow, Odissea doppio ritorno di Botho Strauss e, prima ancora, Venezia salva di Simone Weil. Certamente è uno dei testimoni più vitali e autorevoli di quel teatro di parola che non si accontenta di dire e che si tiene lontano dal declamare, un teatro in ascolto di risonanze riposte, racchiuse, a volte soffocate in anfratti di senso che attraverso di esse chiede di essere liberato. Ora è Macbeth, il terzo Shakespeare in cui è diretto da Daniele Salvo, anch’egli di solida scuola ronconiana, dopo Re Lear e Marcantonio nel Giulio Cesare. Lo incontro tra una replica e l’altra al Globe Theatre di Roma, dove lo spettacolo

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Festival Scenario 2022

Scritto da Maria Dolores Pesce
Pubblicato il 07 Settembre 2022

Potremmo definire anche questa quinta edizione del festival come una sorta di contenitore di sé stesso, nel senso che è uno dei pochi eventi che appare in grado di auto-generarsi o anche di auto-alimentarsi in quanto capace di valorizzare, quando maturano, i frutti prodotti dalle piante nate dai semi che esso stesso evento ha seminato, dissodando l'impervio terreno della creatività giovanile troppo spesso abbandonata all'avarizia e alla siccità dei nostri tempi. Merito dell'omonima associazione che lo promuove, dunque dello staff esperto e della sua presidente Cristina Valenti, attenta e apertamente ospitale rispetto a queste occasioni, come un lievito madre che ne favorisce la crescita. Non sono molte, infatti, le strutture capaci di valorizzare la drammaturgia giovanile e, come si direbbe di una famosa rivista enigmistica, oggi sono molte le imitazioni ma non molti i riscontri fattuali. Ma lo è, contenitore di sé stesso intendo, anche in un altro senso. Infatti, al pari di ciascuno di noi che custodisce l'infanzia

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Tribù Terreni creativi festival

Scritto da Maria Dolores Pesce
Pubblicato il 12 Agosto 2022

Suggerisce, senza in alcun modo volerlo nascondere, l'idea di una “riserva indiana” il titolo scelto da Kronoteatro e dal suo Direttore Artistico Maurizio Sguotti per la tredicesima edizione di questo Festival, ad Albenga nel ponente ligure. Una scelta condivisibile laddove indica la capacità di questa Compagnia, che ha sempre subito ma anche combattuto con successo il rischio dell'isolamento in provincia, di preservare una coerenza creativa specifica nelle sue caratteristiche espressive e narrative, ed una onestà intellettuale singolare nella sua specificità, anche rispetto all'alternarsi delle tendenze e delle mode. Sarebbe meno sottoscrivibile, a mio avviso, se indicasse invece la sterile separatezza di un luogo, fisico e mentale, in cui essere quasi folcloristicamente confinati ed eventualmente osservati. Questo perchè “Terreni Creativi” è un festival lontano e assai alieno da ogni separatezza, ma al contrario è stato capace sin dall'inizio ad acconciarsi in una fusione, reciprocamente profittevole, all'interno della comunità in cui nasce e vive. Anzi mi sento di aggiungere, da osservatrice critica sin dalle sue prime edizioni, che questo Festival ha saputo anticipare, realizzando prima di altri, e prima che questa diventasse appunto tendenza ora prevalente, l'idea di un evento festival immerso nella sua comunità, fino a fare di questa comunità, non soltanto dei suoi luoghi identitari ma anche e soprattutto dei suo modi specifici, l'ossatura produttiva, il terreno appunto di una

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