Articoli e interviste
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- Scritto da Barbara Berardi
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A Roma si è appena conclusa la XII edizione del Festival INVENTARIA - La festa del teatro off, organizzato dalla compagnia DoveComeQuando, composta da Flavia Germana de Lipsis e dal suo direttore artistico Pietro Dattola. “Potere del teatro off: azione!”, sottotitolo di questo importante evento, ha fatto da sfondo a tutte le 14 serate del festival, rispecchiando a pieno la necessità e il bisogno di chi vi ha partecipato di vivere il teatro off in tutte le sue sfaccettature e particolarità. Chi ha voluto contribuire alla promozione di un teatro lontano dai circuiti ufficiali, lo ha fatto all’interno di una realtà indipendente, autofinanziata e sostenibile, che ha deciso di promuovere i suoi spettacoli in spazi alternativi, in grado di dare il giusto rilievo a una scena artistica in costante ricerca di nuovi linguaggi e possibilità di azione. Teatro Trastevere, Teatrosophia, Fortezza Est e Carrozzerie n.o.t., punti di riferimento per numerose realtà artistiche e culturali presenti nella capitale, grazie ai loro spazi raccolti e a quella rara capacità che hanno alcuni posti nel farti sentire a casa, hanno contribuito a un aspetto da sempre caro a questo festival: far sentire le persone parte di qualcosa. 14 serate, 20 spettacoli dove la varietà ha
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- Scritto da Paolo Randazzo
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I festival teatrali, specialmente nel sud Italia, vanno sicuramente (ri)pensati e quasi condotti per mano, avendo presente che questa forma di proposta teatrale perde facilmente di senso se la si lascia indifesa di fronte alle storture delle burocrazie e delle amministrazioni oppure soltanto alla sciatteria che premette il dato del finanziamento pubblico a quello del progetto culturale e artistico. È triste dirlo ma è così. Raccontiamo di “Primavera dei teatri 2022”, raccontiamo del Festival di Castrovillari in provincia di Cosenza, raccontiamo delle kermesse che, nel sud Italia, rappresenta forse l’appuntamento più prestigioso e riconosciuto per la ricerca teatrale italiana e complessivamente per i nuovi linguaggi della scena. A organizzare questa manifestazione è sempre “Scena Verticale” la compagnia di Saverio Laruina, Dario De Luca e Settimio Pisano che, riflettendo criticamente sulle modalità dei bandi per l’assegnazione dei fondi per lo spettacolo della regione Calabria, non hanno esitato l’anno
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- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Potrebbe e parrebbe essere un trafiletto tra i tanti di una qualunque cronaca locale, tra annunci economici e proposte commerciali. Ma non lo è perchè quando chiude un teatro è come aprire un vuoto in un flusso di energia, è come l'interruzione di corrente in un circuito che produce vita, è un buco nero in cui precipitano gli anni di quella esperienza singolare e di quelle esperienze irripetibili che sono il teatro, occasionale e contingente nel suo accadere ma capace di dare riflessi e creare suggestioni che sembrano non finire mai, come le onde di uno stagno. A fine anno infatti il Teatro “I” di Milano chiuderà definitivamente dopo diciotto anni di vita. Un altro luogo teatrale, fisico e creativo, che cessa di alimentare la nostra vita culturale, come il sasso che caduto sul fondo dello stagno non da più energia alle onde che ci raggiungono. Perché? Ce lo dicono in un breve comunicato i suoi fondatori Renzo Martinelli, Federica Fracassi e Francesca Garolla nel breve comunicato stampa con cui
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- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Questo Festival genovese ideato e diretto da Consuelo Barilari, giunto felicemente alla sua XVIII edizione (“Icone” è il suo titolo) e nel frattempo arricchitosi con l'omonimo Premio ora in quattro sezioni, dimostra una indubbia vitalità ed una crescita che, anche solo considerando gli anniversari, lo introduce alla sua maggiore età. Merito io credo della specifica e anche rara qualità che caratterizza il suo sguardo sul teatro al femminile, visto in un più ampio contesto di “pratiche femminili”, uno sguardo che le vede e le mostra non come teatro o pratiche 'svantaggiate', da quote rosa per intenderci, quanto come teatro e pratiche tendenzialmente 'svalorizzate'. La differenza è forse sottile ma rimane essenziale in quanto se lo svantaggio implica uno sguardo paternalistico del tutto obsoleto, la svalorizzazione denuncia la mancata percezione del valore universale delle pratiche, anche estetico/artistiche, al femminile che al contrario riescono a rappresentare tendenzialmente l'interezza dello sguardo dell'umanità
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- Scritto da Angela Villa
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La parola d’ordine è, rallentare, godere di un bel paesaggio, ascoltare con calma chi ci parla, compiere gesti lenti, per esempio ascoltare musica con un vecchio giradischi…quante cose si possono imparare o rimparare attraverso il lento braccio di un giradischi. Sei obbligato a fare tutto con calma, devi alzarti più volte per riascoltare un brano o l’atro lato del disco, non c’è più la frenetica ricerca in rete di un brano musicale (che ti porta da un luogo all’altro senza ascoltare nulla realmente) ma la calma pace di un gesto antico. Questo è quello che ci propongono gli artisti della seconda edizione del festival Farout, imparare a vivere con calma e lentezza il nostro tempo. Tutto questo grazie alle associazioni che operano e agiscono nel centro BASE. Un centro culturale poli-funzionale che produce innovazione sociale e contaminazione culturale tra arti, imprese e tecnologia nel cuore di zona Tortona, a Milano. Il nome non è stato scelto a caso, Farout: il pianeta più distante del sistema solare
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- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Quest'anno il prestigioso Premio Hystrio per il teatro, promosso dall'omonima e del pari prestigiosa rivista e giunto alla sua XXXI edizione, ha trovato nella volontà dei promotori una collocazione nuova che ne intende rafforzare l'interesse e le ricadute dentro un sistema teatrale, come quello italiano, in evoluzione ma che necessita sempre di forza ed energie nuove e soprattutto di prospettive inaspettate che ne irrobustiscano il complessivo potere di interdizione (e cura) su una Società che purtroppo mostra preoccupanti scivolamenti. È in particolare meritoria la capacità della Direzione artistica di Claudia Cannella e degli organizzatori tutti di collegare questo sguardo al nuovo con l'attenzione agli sviluppi complessivi della drammaturgia italiana, in modo da non mostrare solo le speranze, esemplarmente ricche di suggestioni, ma anche gli esiti successivi che quelle stesse speranze avessero lasciato intravvedere al nostro sguardo. Milano dunque, città teatrale per importanza e storia culturale concreta, si riappropia organicamente e istituzionalmente di un contesto e di un approccio ai giovani, molte volte lasciato anche giustamente alla ricca provincia italiana, fruttifera sempre dal nord al sud, potendo forse